Maida Hundeling: una grande voce

Il rinomato soprano tedesco ha inaugurato la stagione concertistica del TNC «Ivan de Zajc» con una serata senza precedenti e un programma molto impegnativo

0
Maida Hundeling: una grande voce

È stato un autentico tour de force il concerto del rinomato soprano tedesco Maida Hundeling che ha inaugurato la stagione concertistica del Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume. Seguita da un pubblico finalmente più folto rispetto al numero ridotto di spettatori che poteva assistere agli eventi teatrali nella scorsa stagione a causa delle disposizioni antiCovid, non più separato da file di poltroncine vuote e non più obbligato a indossare la mascherina in sala in quanto in possesso del green pass, la serata è stata un evento speciale in ogni segmento. Dal punto di vista artistico e musicale, l’esibizione della straordinaria cantante lirica ha portato sulla scena fiumana alcuni brani del repertorio lirico raramente o mai prima eseguiti allo “Zajc” e confermato ancora una volta l’altissimo livello di qualità dell’Orchestra dell’Opera, ovvero dell’Orchestra sinfonica fiumana, sotto la sempre ispirata e precisa direzione del Maestro Valentin Egel.

Maida Hundeling nei panni di una delle Valchirie

Una tecnica invidiabile

Maida Hundeling si è cimentata in una serie di ruoli estremamente impegnativi dal punto di vista vocale, proponendo scene e arie tratte dalle opere di Wagner, Richard Strauss, Puccini e Janáček con completa dedizione e una tecnica davvero invidiabile. Con la sua potentissima voce, a momenti troppo “grande” per il Teatro fiumano e l’imponente presenza scenica, l’artista ha delineato con completa dedizione i complessi personaggi femminili di Brünnhilde (dell’opera “La Valchiria”), Salomè, dall’omonima opera di Strauss, Turandot nell’omonima opera di Puccini, e di Jenufa, dall’omonima opera di Janáček. Prima di ciascuna esibizione, il soprano cambiava costume e acconciatura.

Nei panni di Salomè, con la testa mozzata di Giovanni Battista

Ricchezza di sfumature

La serata è stata inaugurata dall’Ouverture tratta dall’opera “I maestri cantori di Norimberga” di Wagner, eseguita dall’Orchestra sinfonica fiumana con slancio e un suono brillante che ha messo in evidenza la ricchezza di sfumature e di motivi che compongono la complessa musica del compositore tedesco, oltre che la fantasiosa orchestrazione.

Ha fatto quindi seguito l’Ouverture dell’opera “La Valchiria”, sempre di Wagner (la sua musica è uno dei cardini del repertorio di Maida Hundeling), e la prima scena del secondo atto con l’aria di Brünnhilde, “Hojotoho”. “La Valchiria” è il secondo dei quattro drammi musicali che costituiscono – insieme a “L’oro del Reno”, “Sigfrido” e “Il crepuscolo degli dei” – la Tetralogia “L’anello del Nibelungo”. L’opera fu rappresentata per la prima volta singolarmente nel 1870 a Monaco di Baviera per volontà di re Ludwig II di Baviera. “Hojotoho” è il grido di battaglia delle Valchirie, con il quale Maida Hundeling è uscita in scena sciorinando la sua imponente voce, capace di raggiungere ogni angolo della sala e di imporsi anche sull’Orchestra. Nei panni di Wotan è intervenuto il basso Luka Ortar. Ha fatto seguito la prima scena del terzo atto, “La cavalcata delle Valchirie”, in cui a Maida Hundeling, questa volta nei panni di Helmwiege, si sono unite in scena Morana Pleše Petruševski (Gerhilde), Darija Auguštan (Ortlinde), Gabrijela Deglin (Waltraute), Mirna Vidović (Siegrune), Emilia Rukavina (Rossweisse), Ivanica Vunić (Schwertleite) e Sofija Cingula (Grimgerde), in veste di intrepide guerriere nordiche.

L’Orchestra ha brillato sotto la guida del Maestro Valentin Egel

Primo apice della serata

L’Orchestra sinfonica ha in seguito proposto l’avvincente “Danza dei sette veli” tratta dall’opera “Salomè” di Richard Strauss. L’opera venne composta su libretto dello stesso compositore, basato sulla traduzione in tedesco di Hedwig Lachmann dell’omonimo dramma in francese di Oscar Wilde. Fu rappresentata nel 1905 a Dresda ed ebbe un successo clamoroso.

Anche in quest’occasione, l’Orchestra ha offerto un’esecuzione coinvolgente, la giusta introduzione a uno degli apici della serata, ovvero al Finale dell’opera “Salomè”, in cui Maida Hundeling ha brillato nell’agghiacciante scena con la testa mozzata di Jokaanan (Giovanni Battista), delineando un personaggio complesso, dominato dal desiderio carnale che lo porta a compiere un gesto di pura pazzia. Nel ruolo di Erode si è esibito Jan Vacík, il compagno di Maida Hundeling, mentre Sofija Cingula è intervenuta nel ruolo di Erodiade.

Interpretazione colma di pathos

Il secondo apice della serata è stata senza dubbio la scena del secondo atto di “Turandot”, l’ultima opera di Puccini, completata nel 1926 da Franco Alfano, “In questa reggia… Gli enigmi sono tre, una è la vita”, alla quale hanno partecipato anche il tenore Aljaž Farasin (Calaf, il Principe Ignoto), Martin Marić (Altoum, l’imperatore cinese), Gabrijela Deglin (Liu, la schiava) e il Coro dell’Opera, sistemato sul balcone. Ancora una volta, la protagonista della serata ha superato tutte le difficoltà dell’esigente brano senza apparente sforzo, offrendo un’interpretazione colma di pathos.

L’Orchestra ha quindi proposto l’Ouverture Gelosia dell’opera “Jenufa” di Janáček, andata in scena per la prima volta a Brno nel 1904, alla quale ha fatto seguito la sesta scena del secondo atto e la Preghiera, mentre il programma ufficiale si è concluso con il Finale del terzo atto e la dodicesima scena. Anche in quest’occasione, al soprano si è unito Jan Vacík nei panni di Laca Klemen. La cantante è stata premiata con copiosi applausi e ovazioni, al che hanno fatto seguito tre bis, di cui il primo è stato offerto dall’Orchestra sinfonica, che ha proposto la Suite istriana di Natko Devčić.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display