Luxardo, l’eccellenza nel bicchiere

L'Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata di Trieste porta in mostra i duecento anni di storia di una delle più antiche distillerie europee produttrici di liquori e distillati, nata a Zara e famosa per il suo Maraschino

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Luxardo, l’eccellenza nel bicchiere

Duecento anni fa a Zara, il genovese Girolamo Luxardo avviava la produzione del Maraschino, trasformando su scala industriale – e con il plus della distillazione – un prodotto tipico della costiera dalmata: il rosolio ottenuto dall’infusione in alcol delle ciliegie marasche. Una notevole galleria di documenti e atti storici, vecchie onorificenze rilasciate negli anni ai dipendenti, vasi e vetri realizzati dai celebri maestri vetrai muranesi, antiche ampolle, le celebri bottigliette in ceramica di Faenza degli anni Trenta personalizzate, oggi ambitissime dai collezionisti, cartoline e inserzioni pubblicitarie realizzate su guide tematiche dal 1880 agli anni Quaranta del secolo scorso e su varie riviste dagli anni ‘20 agli anni ‘50, i manifesti d’epoca e molto altro. È l’omaggio di Trieste ai 200 anni di Luxardo Spa, attraverso un’esposizione curata dall’Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano dalmata, negli spazi del Civico Museo di Via Torino. Un vero e proprio viaggio nella storia dei rosoli e maraschini di Dalmazia e del buon bere giuliano-dalmata, grazie a un accurato ed approfondito lavoro di mappatura di una tradizione di indiscussa eccellenza. L’attesa mostra apre i battenti il 23 luglio alle ore 18, accessibile al pubblico, con ingresso libero, dal 24 luglio al 12 settembre (apertura tutti i giorni con orario 10.30-12.30 e 16.30-18.30).

Girolamo Luxardo

Un tuffo nel passato

Un’offerta culturale di grande spessore e d’indubbio richiamo: per i tanti giuliano-dalmati che oggi vivono a Trieste sarà un tuffo nel passato e nelle tradizioni di queste terre; per tanti altri un’occasione per conoscere questo marchio glorioso e attraverso i trascorsi della famiglia Luxardo anche un pezzo della storia dell’Adriatico orientale, dell’ingegnosità, intraprendenza e operosità delle sue genti. “Siamo grati all’Irci e alla città di Trieste, che tanto ha condiviso con la nostra storia familiare – commenta Franco Luxardo, senior partner di Luxardo Spa, in una nota – per l’omaggio che hanno voluto dedicarci e che apprezziamo profondamente. Un’anticipazione di ciò che sarà il Museo Luxardo che prevediamo di inaugurare nel 2022 nella sede dell’azienda a Torreglia”, nel Padovano, dove è approdata dopo l’esodo da Zara.

Franco Luxardo

Un’eccellenza mondiale

Il percorso espositivo accompagnerà il pubblico a conoscere l’evoluzione di uno fra i più longevi esempi italiani d’impresa familiare, dalle origini fino ai giorni nostri seguendo un arco temporale di 200 anni.

“La conservazione della memoria sociale di un territorio e della sua gente passa necessariamente attraverso la memoria delle attività che in esso si realizzano – spiega Franco Degrassi, da poco riconfermato presidente dell’Irci – alcune delle quali sono talmente caratterizzanti da diventarne simbolo. Così è quasi impossibile parlare di Zara e forse dell’intera Dalmazia, prescindendo dalla Luxardo e dal suo Maraschino. Ancor oggi, dopo 200 anni, l’azienda continua ad essere l’eccellenza di questo liquore in tutto il mondo. L’Irci ha ritenuto doveroso ricordare una ricorrenza di tale portata e obbligo morale e culturale verso il pubblico testimoniare questo bicentenario attraverso una mostra che ne conservi la memoria”.

La paglia quale segno di riconoscimento

Tradizione e innovazione

Degrassi ricorda che il ruolo primario dell’Irci consiste nel recupero, conservazione, studio e sviluppo di ogni tratto culturale del popolo degli istriani, fiumani e dalmati.

Un grande popolo che, nei secoli, ha mostrato di essere vincente in ogni campo: dalla scienza, all’arte, al pensiero, al lavoro, sconfitto solo dagli eventi della storia che ne hanno sradicato le radici e disperso i frutti con un esodo massiccio dopo la fine della Seconda guerra mondiale.

Ma quei frutti dispersi hanno creato semi e questi hanno germogliato in ogni parte del mondo. Come appunto la Luxardo, che oggi coniuga la tradizione e un’innovazione secondo i principi di Industria 4.0. Nella grande distribuzione, spicca il Maraschino, con la bottiglia verde ancora oggi impagliata a mano da una cooperativa che lavora in esclusiva per Luxardo.

Un segno di riconoscimento, quello della paglia, che nasce da una decisione prettamente economica: le bottiglie arrivavano a Zara impagliate per evitare rotture, e a quel punto Girolamo Luxardo, per non dover pagare il costo d’asportazione, decise di applicarvi sopra l’etichetta del suo Maraschino.

Parliamo di un liquore conosciuto nella città dalmata sin dal medioevo, specialità prodotta soprattutto nei conventi, ottenuta mettendo in infusione in alcol le marasche (ciliegie asprigne coltivate localmente), zuccherando e unendo essenza di rose per profumare. “Essere qui a raccontare i nostri 200 anni – osserva Franco Luxardo – è una profonda emozione”.

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