Luigi Donorà, la salvaguardia dei canti liturgici istriani

L'opera postuma del Maestro dignanese di nascita, presentata al CRS di Rovigno, è stata edita come 52º volume della collana degli «Atti»

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Luigi Donorà, la salvaguardia dei canti liturgici istriani
Raul Marsetič, Paola Delton e Nicolò Sponza. Sullo schermo Giovanna de Liso, Giuliana Donorà e Luca Rossetto Casel. Foto: ROBERTA UGRIN

Come iniziativa per la celebrazione del Giorno del Ricordo, presso il Centro di ricerche storiche di Rovigno, si è tenuta ieri una conferenza stampa di presentazione del volume “Tradizionali canti liturgici e devozionali intonati in Istria” di Luigi Donorà (Dignano, 1935 – Torino, 2022), considerato il maggior musicista istriano contemporaneo.

Il direttore del CRS, Raul Marsetič, ha specificato che l’opera postuma del Maestro Donorà, è stata edita come 52esimo volume della collana degli “Atti” del CRS.

Una testimonianza fondamentale
“È la prima volta che il CRS si collega con un proprio evento al Giorno del Ricordo e lo facciamo nel segno della collaborazione tra il mondo degli esuli e noi italiani residenti, a testimonianza delle nostre componenti nel ricordo delle tragedie del passato, con l’obiettivo di valorizzare la nostra storia comune e mantenerne la memoria nel tempo. Il libro del Maestro Donorà, esule di Dignano d’Istria a Torino, porta in questo senso un’importante testimonianza. Il mantenimento della memoria dei canti liturgici e devozionali, è importante come atto di conservazione delle nostre tradizioni religiose in quanto patrimonio culturale d’identità di una comunità. Il volume è stato realizzato grazie ai fondi dell’Ufficio per i diritti dell’uomo e per i diritti delle minoranze nazionali della Repubblica di Croazia per il tramite dell’Unione Italiana”, ha spiegato il direttore del CRS, Raul Marsetič.

Un ricco patrimonio musicale
Paola Delton, in qualità di direttrice editoriale della collana degli “Atti”, ha voluto ricordare la figura di Donorà: “Luigi Donorà è stato musicista, compositore, pianista, docente presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino, autore di innumerevoli composizioni, partiture, libri di teoria musicale, studioso e ricercatore delle tradizioni musicali del popolo istriano e il maggior conoscitore delle opere di Antonio Smareglia. L’opera “Tradizionali canti liturgici e devozionali intonati in Istria” è una lodevole testimonianza del ricco patrimonio musicale della tradizione liturgica e devozionale istriana, frutto di una laboriosa ricerca di armonizzazione e di ricostruzione armonico-melodica. Il volume presenta una raccolta di 222 canti registrati da Luigi Donorà, cantati dalle fedeli dignanesi e nei dintorni in Istria, in un lasso di tempo che va dagli anni Sessanta fino al 2015. Oggi disponiamo di un preziosissimo documento che potrà essere consultato da un pubblico disparato e da coloro che si occupano di studio musicologico e analisi dei testi”, ha detto la storica Paola Delton.

Custodi di valori antichi
Sono poi intervenuti, in collegamento online da Torino, anche i curatori del volume, Giuliana Donorà affiancata da Giovanna de Liso e Luca Rossetto Casel.
Giuliana Donorà, figlia del Maestro Donorà, si è detta molto emozionata di poter ricordare la figura del padre proprio nel Giorno del Ricordo: “Mio padre ha sempre cercato di creare un ponte per avvicinare le due anime divise dai fatti storici ma spiritualmente rimaste sempre vicine e, credo sarebbe molto orgoglioso di vedere oggi pubblicato questo volume che è il frutto di un lavoro più che ventennale. Nelle prime fasi di riordino dello studio di mio padre, trovai un suo lavoro incompiuto: guardando il materiale pensai subito a Luca Rossetto Casel, lui era l’unico che poteva aiutarmi. L’amicizia con la Maestra Giovanna de Liso si è rivelata fondamentale per orientarmi nella trattazione della produzione inedita che stavo ereditando. Questo lavoro, che ha visto impegnati Giovanna, Luca e me per molti mesi, ci ha restituito delle informazioni molto interessanti che il Maestro aveva intuito conservando il repertorio della tradizione liturgica come una memoria fossilizzata dei fedeli che hanno svolto il compito di custodi della tradizione e dei valori antichi, a cui mio padre era fortemente legato”, ha concluso Giuliana Donorà.

Applicata una metodologia scientifica
Giovanna de Liso, ex allieva, collega e ricercatrice al Conservatorio di Torino, ha ribadito il fatto che il Maestro Donorà è stato sempre attento alle sue radici istriane in modo da poterle tramandare ai posteri. “Questo prezioso lavoro musicologico si è avvalso di una rigorosa metodologia scientifica di raccolta dei dati, cioè dei canti, catalogati per anno di registrazione, luogo e modalità di esecuzione, affiancati da numerosi riferimenti di citazioni di testi storici consultati, di documenti in archivi. Il lavoro del Maestro si è sviluppato dagli inizi degli anni ‘60 fino al 2015, il che dimostra come il suo intento non fosse soltanto quello di recuperare un patrimonio musicale, ma quello di capire le ragioni storiche e culturali dello sviluppo del canto religioso profano dell’Istria”, ha spiegato Giovanna de Liso.

Documentata la tradizione orale
Luca Rossetto Casel, nel suo intervento ha specificato che ha contribuito alla sistemazione del materiale incompleto incluso nel volume. “Il lavoro sui ‘Tradizionali canti liturgici e devozionali intonati in Istria’ con il Maestro Luigi Donorà iniziò molti anni fa quando ero suo allievo al Conservatorio ‘Giuseppe Verdi’ di Torino. Riconoscente per l’aiuto che il Maestro mi diede, iniziai a supportarlo nella trascrizione dei canti oggetto della pubblicazione, senza immaginare che un giorno avrei avuto il compito di portare a termine il suo lavoro. I canti liturgici contenuti nel volume costituiscono una raccolta volta al recupero e alla valorizzazione della tradizione istriana e un prezioso lavoro in cui confluiscono studio musicologico e analisi dei testi. Il Maestro Donorà si è prodigato per salvare la tradizione orale consegnando ai posteri un documento di preziosa autenticità”, ha concluso Luca Rossetto Casel.

«La Ricerca»: i medici in Istria
In conclusione, Nicolò Sponza ha illustrato i contenuti dell’86esima edizione del Bollettino promosso dal Centro di ricerche storiche “La Ricerca”, edito a dicembre 2024.
“’La Ricerca’ propone tre contributi di storici e collaboratori del CRS di Rovigno, tra cui l’articolo di Rino Cigui intitolato ‘Illegalità e penuria di medici in Istria tra Sette e Ottocento’ che descrive la difficile situazione della sanità in Istria tra il XVIII e il XIX secolo, caratterizzata da illegalità e carenza di medici. Chirurghi e farmacisti abusivi operavano senza autorizzazioni, spesso in collusione tra loro, a scapito dei medici qualificati. Le denunce di irregolarità erano frequenti, ma la mancanza di controlli efficaci e le difficoltà economiche delle comunità rendevano difficile garantire un servizio sanitario adeguato. La scarsità di medici qualificati portava alla diffusione di ciarlatani e falsi professionisti, aggravando le condizioni sanitarie della popolazione. Il secondo contributo è quello di Diego Han dal titolo ‘Fede e progresso scientifico: due casi di microstoria a confronto’ che prende in esame le lettere di Pietro Buratto e Salvatore Faso inviate al Comune di Rovigno tra gli anni ‘20 e ‘30. Buratto, con un approccio razionale e basato sulla scienza, rinnega la religione cattolica, mentre Faso, con una visione mistica e religiosa, cerca di diffondere la testimonianza di un’apparizione miracolosa avvenuta a Canfanaro. Infine, Paola Delton ne ‘La casa dei conti Bettica a Dignano: dal muro merlato agli affreschi rinascimentali’ ripercorre l’evoluzione dell’edificio, costruito nel XIV secolo, con funzione pubblica, prima di diventare dimora della nobile famiglia Bettica, tra il XV e il XVI secolo. L’autrice mette in evidenza le trasformazioni architettoniche dell’edificio, i restauri, soprattutto quello del 1989, e la sua attuale funzione di Museo della città di Dignano”, ha spiegato il redattore del Bollettino “La Ricerca” Nicolò Sponza, annunciando che, il prossimo numero sarà pubblicato a luglio prossimo.

Il volume “tradizionali canti liturgici e devozionali intonati in istria” di Luigi Donorà.
Foto: ROBERTA UGRIN

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