L’«Orfeo» per la prima volta a Zagabria (foto)

Al Teatro Nazionale Croato è stata proposta l’esecuzione concertistica dell’opera di Porpora

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L’«Orfeo» per la prima volta a Zagabria (foto)

Lunedì sera, 24 gennaio, il pubblico della capitale croata ha avuto per la prima volta l’opportunità di assistere a un’esibizione concertistica dell’“Orfeo” di Nicola Porpora, uno dei più celebri compositori italiani della prima metà del Settecento. Il fulcro della rappresentazione è stato il controtenore italiano Raffaele Pe (nel ruolo da protagonista), tra i più rinomati interpreti del canto barocco al giorno d’oggi, mentre ad affiancarlo sono stati il soprano Marie Lys (Euridice), il mezzosoprano Raffaella Lupinacci (Autonoe), il controtenore Filippo Mineccia (Aristeo), il mezzosoprano Giuseppina Bridelli (Proserpina) e il baritono Christian Senn (Plutone). Lo spettacolo ha debuttato lo scorso 22 gennaio a Vienna e, dopo la replica al TNC della capitale croata, proseguirà la tournée europea.

L’esecuzione concertistica dell’opera barocca di Porpora — messa in scena per la prima volta nel 1736 con il più grande castrato della storia, l’italiano Farinelli — è stata invece affidata alla prestigiosa orchestra “La Lira di Orfeo”, sotto la direzione del Maestro concertatore svizzero Anaïs Chen. Farinelli (1705-1782) fu lo pseudonimo di Carlo Maria Michelangelo Nicola Broschi. Di origini nobili, fu indirizzato verso la musica fin da piccolo. Morto il padre nel 1717, il fratello maggiore, Riccardo, compositore, scelse di farlo castrare, consentendogli di raggiungere così un’amplissima tessitura vocale. Il suo debutto avvenne nel 1720 a Napoli. In breve le sue qualità da virtuoso gli aprirono le porte dei maggiori teatri italiani e non solo. Dopo aver partecipato all’opera “Orfeo”, Farinelli si ritirò dalle scene. L’esecuzione dell’“Orfeo” al Teatro Nazionale Croato di Zagabria è stata organizzata grazie al sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura (IIC) di Zagabria. All’evento ha preso parte anche l’Ambasciatore d’Italia in Croazia, Pierfrancesco Sacco, il quale ha voluto ringraziare l’Istituto Italiano di Cultura di Zagabria e il Teatro della capitale per la collaborazione.

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