Loredana Bogliun ospite a «Residenze Estive 2018»

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Loredana Bogliun ospite a «Residenze Estive 2018»

TRIESTE | È in corso fino al 2 luglio “Residenze Estive 2018”, incontri residenziali di poesia e letteratura a Duino (Trieste) e nel Friuli Venezia Giulia, organizzati dall’Associazione culturale Almanacco del Ramo d’Oro e Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico in collaborazione con Società Italiana delle Letterate, Vita Activa editoria, Casa Internazionale delle Donne di Trieste, Espansioni.
Il tema di quest’edizione è “Abitare i nostri desideri”. Sono numerosi i dibattiti organizzati nell’ambito del Seminario, a cui seguono, nel pomeriggio, i “Lavori in corso”, momenti di confronto durante i quali ogni partecipante propone un progetto, un libro, un argomento da trattare, mentre nel tardo pomeriggio, letture pubbliche di poesia e prosa in luoghi diversi.
Nell’ambito delle letture pubbliche, a partecipare alla manifestazione è stata anche la poetessa connazionale Loredana Bogliun, ospite mercoledì scorso al Caffè degli specchi, a Trieste. Per l’occasione era affiancata da Juan Octavio Prenz, Alexandra Zambà, Rita Gusso e Loredana Magazzeni.
I versi di Loredana Bogliun, nata a Pola nel 1955, si collocano nel particolare contesto storico e linguistico dell’Istria sud-occidentale. Il dialetto in cui si esprime è, infatti, l’antico idioma della città di Dignano, una lingua autoctona preveneta che ha subito gli effetti delle tormentate vicende storiche di questa regione. La poetessa dignanese ha partecipato recentemente alla tavola rotonda “Lingua e dialetti in poesia: un dialogo fertile?”, tenutasi nell’ambito del PIM Fest di Rignano sull’Arno (Firenze).
È il dialetto dignanese il puntuale protagonista dei suoi interventi, sia per quanto concerne la tavola rotonda che le letture pubbliche. Dal suo emotivo e appassionato intervento rileviamo alcuni passi: “Appartengo a quella generazione che è riuscita a captare le valenze emotivo sentimentali e culturali della Dignano autoctona e arcaica quando la lingua d’uso era il dialetto dignanese. Per noi il colpo di grazia è avvenuto a seguito della cessione dell’Istria all’ex Jugoslavia con conseguente esodo degli italiani. Gli italiani rimasti sono diventati minoranza di costrizione e sono venuti a mancare progressivamente i parlanti e i fruitori del dialetto dignanese. La generazione dei miei nonni è stata l’ultima generazione a usarlo come strumento di comunicazione… Oggi gli italiani d’Istria esprimono un’identità etnica di matrice istroveneta che potremmo definire italianità istroveneta. Il dialetto istroveneto è lingua madre nella stragrande maggioranza dei casi. La lingua italiana è formalmente lingua dell’ambiente sociale nei Comuni a statuto bilingue, ma l’applicazione del bilinguismo visivo e orale viene sostanzialmente disattesa… Il dialetto dignanese è diventato la lingua della mia poesia a seguito di una lunga maturazione personale. Non l’ho mai usato come lingua di comunicazione e non ho acquisito pienamente l’accento dignanese. Non mi viene fuori così come lo sento, arcaico e penetrante. Quando io stessa leggo ad alta voce le mie poesie mi sembra di perdere un aspetto qualificante di quel certo non so ché, una sfumatura vissuta profondamente dentro e legata alla voce dell’ascolto interiore”.
Il Laboratorio residenziale di poesia e letteratura è un progetto caratterizzato da prospettive diverse, crea occasioni di confronto e scambio con rapporti formali e informali, tra poete/i, scrittrici, scrittori di varie tendenze, con letture, seminari, video, performances. Caratteristica del progetto è la residenzialità “aperta” delle/degli ospiti, che soggiornano per cinque giorni a Duino (Trieste), presso il Collegio del Mondo Unito e incontrano il pubblico appassionato di letteratura in varie occasioni e luoghi, condividendo momenti e spazi della vita quotidiana.

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