L’italiano e le sue modifiche coniate dalle giovani generazioni

Lo scrittore e docente di scrittura creativa Marco Mancassola ha tenuto una conferenza a Capodistria nell’ambito della Settimana della Lingua italiana nel mondo

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L’italiano e le sue modifiche coniate dalle giovani generazioni
Giovanni Coviello, Stefano Faggioli, Nives Zudič Antonič, Marco Mancassola e Mojca Cerkvenik. Foto: Mariella Mehle

La Settimana della Lingua italiana nel mondo è una manifestazione promossa dalla rete culturale e diplomatica e dagli Istituti Italiani di Cultura, con il sostegno del Ministero della Cultura, del Ministero dell’Università e della Ricerca, del Governo svizzero e dei principali partner della promozione linguistica. Si svolge ogni anno nella terza settimana di ottobre e quest’anno, giunta alla sua 22.esima edizione, prenderà il via lunedì 17 ottobre e si protrarrà fino a sabato prossimo. Solitamente verte intorno ad un tema che funge da filo conduttore per l’organizzazione di un vasto programma culturale, focalizzato intorno alla diffusione della lingua italiana.

La lingua riflette il Paese
Nel quadro dell’”Anno europeo dei giovani”, è stato fissato il tema “L’italiano e i giovani. Come scusa? Non ti followo”, con l’obiettivo di esplorare le modalità con cui linguaggi e strumenti di comunicazione stanno evolvendo attraverso le generazioni di nativi digitali, nell’ottica di trasmettere, in Italia e all’estero, l’immagine di una lingua e, con essa, di un Paese forti del proprio passato, ma allo stesso tempo vivi e creativi nel presente. Per celebrare la ricorrenza, l’Istituto Italiano di Cultura di Lubiana in collaborazione con il Consolato Generale d’Italia a Capodistria e il Dipartimento di Italianistica della Facoltà di Studi Umanistici dell’Università del Litorale, è stato ideato l’evento realizzato a Capodistria presso la Sala Eventi e Cerimonie “San Francesco d’Assisi”.

I relatori
A porgere l’indirizzo di saluto è stato il Console Generale d’Italia a Capodistria, Giovanni Coviello, rilevando che tale appuntamento dedicato alla lingua italiana sempre più studiata e sempre più apprezzata, è ormai diventato fisso da oltre due decenni. Ad introdurre i contenuti e i relatori è stato Stefano Faggioli, direttore dell’IIC di Lubiana. Al dibattito sono intervenute Nives Zudič Antonič, professoressa ordinaria di Letteratura italiana all’Università del Litorale di Capodistria e Mojca Cerkvenik, assistente di Letteratura italiana presso il suddetto Ateneo ed esperta dell’utilizzo didattico del film nell’educazione letteraria, le quali hanno interloquito con lo scrittore e docente di scrittura creativa Marco Mancassola. Di origini venete, l’autore vive a Londra. L’invito è stato rivolto al gradito ospite, in quanto dalla lunga esperienza nella didattica della scrittura creativa, è un conoscitore della lingua dei giovani, che quindi riversano nei testi prodotti.

Un’evoluzione continua
Nel corso della conversazione davanti ad un folto uditorio di studenti degli istituti superiori del Litorale italiani e sloveni, rappresentanti della Comunità degli Italiani locale e dell’Istituto dell’educazione della Repubblica di Slovenia, unità di Capodistria, ha rilevato che, essendo viva, la lingua italiana si evolve. “Siamo eredi di una lingua che si è stratificata nei secoli, siamo anche creatori di lingua. L’italiano si modifica sul alcune direttrici e tendiamo a pensare che si modifica soprattutto in termini coniati dai giovani. Ma è una realtà più sfumata”, ha spiegato Mancassola osservando che molti termini si sono mantenuti nel tempo e usati da tutti, altri sono stati introdotti della tecnologia, dove tutti parlano in un mondo senza età. Poi ci sono i regionalismi, le questioni di gruppo e classe sociale, varie identità e vari contesti che intervengono nel determinare come parliamo e come la lingua si modifica. “Tali contesti si intersecano a volte in modo creativo e interessante, altre ci lasciano un po’ spaesati, soprattutto dove c’è l’influsso tecnologico. Ho paura che sia un cambiamento che subiamo, in quanto dobbiamo twittare, googlare, ecc… Se ci facciamo caso non sono parole ma brand, nomi di aziende, che ci rendono schiavi di un certo contesto economico”, ha aggiunto.

L’omissione del trapassato
Per quanto riguarda la scrittura dei giovani, lo scrittore ha osservato uno stile sempre più dinamico, veloce, con un grande senso del ritmo. Nel contempo, registra una minore capacità di gestire il tempo, dove viene usato sempre meno il trapassato, il che non ha a che fare solo con una semplificazione della lingua e dei verbi, come se sempre di più vivessimo in un presente eterno. “Fatto interessante ma anche un po’ preoccupante”, ha concluso. Al dibattito è seguita la proiezione del film “Sicilian ghost story” scritto e diretto dalla coppia di registi siciliani Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, traendo spunto dal racconto di Mancassola intitolato “Un cavaliere bianco”. La trama narra la storia che si rifà ad un fatto di cronaca realmente accaduto negli anni ‘90 ma reinterpretato con parti di finzione.

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