L’INTERVISTA. Marin Blažević: «Il maggior successo dell’Opera fiumana finora»

Il sovrintendente del TNC racconta in un'intervista l'importante traguardo raggiunto di recente dall'ensemble dello «Zajc» al Savonlinna Opera Festival, avviato quest'ultimo nel 1912 su iniziativa del soprano finlandese Aino Ackté

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L’INTERVISTA. Marin Blažević: «Il maggior successo dell’Opera fiumana finora»
Marin Blažević. Foto: RONI BRMALJ

L’instabilità in seno al Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume e gli scontri tra il Consiglio teatrale e la direzione sono all’ordine del giorno e purtroppo hanno oscurato alcuni traguardi artistici raggiunti nei giorni scorsi dall’Opera dello “Zajc”. Proprio in vista dell’ultima seduta del Consiglio teatrale, l’Opera ha portato a Savonlinna, in Finlandia, alcuni pezzi con i quali si è presentata al pubblico internazionale nell’ambito del Savonlinna Opera Festival conquistando i favori degli spettatori scandinavi. A parlarne è il sovrintendente, Marin Blažević, il quale ha accompagnato gli artisti e i tecnici.

Collaborazione con il Mº Matvejeff
Che tipo di manifestazione è il Festival dell’Opera di Savonlinna?
“Il Festival dell’Opera di Savonlinna, in Finlandia, è uno dei Festival dell’Opera più longevi al mondo. Esiste da più di un secolo, ma la sua fama non deriva solo da questo fatto, ma soprattutto per aver ospitato, negli ultimi decenni, alcune delle case operistiche più rinomate di tutto il mondo e alcuni dei solisti, direttori d’orchestra e registi più conosciuti in assoluto. Poter partecipare a un evento di tale portata non è solo una questione di prestigio, ma è anche una conferma di tutto ciò che abbiamo prodotto e fatto nell’Opera fiumana, di tutti i risultati artistici di rilevanza europea. Sarà chiaro a tutti coloro che hanno seguito da vicino il lavoro dell’Opera di Fiume negli ultimi otto anni e che conoscono la struttura dell’organizzazione e della dirigenza del Festival di Savonlinna, che la nostra partecipazione al Festival è legata alla collaborazione con il Maestro Ville Matvejeff, la quale ha raggiunto il suo apice proprio nei giorni scorsi. Matvejeff ha collaborato con lo ‘Zajc’ in qualità di direttore d’orchestra per sei stagioni e alla fine di questa cooperazione è stato nominato direttore artistico del Festival di Savonlinna e ha deciso di invitare proprio l’Opera di Fiume, la prima del suo mandato.
Nel 2019, un anno prima della nostra partecipazione (pianificata) al Festival, la casa operistica ospitata è stata la Scala di Milano, la quale ha concluso il mandato del direttore artistico precedente. Noi avremmo dovuto debuttare al Festival nel 2020, ma a causa della pandemia sono saltate ben due edizioni e soltanto quest’estate siamo riusciti, finalmente, a recarci in Finlandia. Le prime tre o quattro settimane del Festival sono dedicate agli spettacoli finlandesi, mentre in chiusura si dà spazio agli ospiti dall’estero. Quest’anno la produzione finlandese ha riguardato la ‘Tosca’, ‘Carmen’ e ‘Aida’. Finora hanno partecipato al Festival l’Opera reale di Londra, la Royal Opera House, Covent Garden, l’Opera di Los Angeles, la Welsh National Opera e tante altre, ma nessuna casa operistica croata. Per cui oserei dire che questo è il più grande successo internazionale dell’Opera fiumana dalla sua fondazione, ma forse anche il maggiore successo dell’Opera a livello nazionale”.

Come ha influito l’ambiente sulle esecuzioni?
“L’Olavinlinna è un castello medievale monumentale situato su un’isola rocciosa circondata da un lago. Il cortile interno del castello è una grande piazza che ogni anno, a partire dal mese d’aprile, viene trasformata in un teatro operistico all’aperto, vengono costruite le tribune, viene collocato un tendone, viene realizzato il palcoscenico e vengono curati i dettagli tecnici e aggiunti altri elementi architettonici. Alla fine del mese di maggio iniziano le prove per il programma che comincia alla fine di giugno o inizio luglio”.

Standing ovation senza precedenti
Quali sono state le reazioni del pubblico?
“Le reazioni del pubblico sono state fantastiche. Tutti gli spettatori presenti e stiamo parlando di circa 2.300 persone, alla fine di ‘Giulio Cesare in Egitto’ ci hanno salutato con una standing ovation senza precedenti. Credo di aver assistito a un entusiasmo di questo tipo soltanto alla nostra presentazione di ‘Giulio Cesare’ a Lubiana, nel 2017, oppure al debutto dell’‘Elettra’ qui a Fiume. Ottenere un sostegno così vivo e forte da parte di un pubblico internazionale è un’emozione che tutti noi ricorderemo per sempre. In ogni singolo momento siamo stati accompagnati dalle reazioni degli spettatori, che hanno seguito attentamente ogni scena, hanno riso e si sono emozionati insieme a noi e hanno appoggiato i nostri solisti dopo ogni singola aria con un forte applauso.
Ho parlato con i colleghi sia tra i cantanti, che nell’orchestra e nella tecnica e tutti hanno dichiarato di essere molto contenti del risultato”.

Quali cantanti si sono esibiti nell’opera “Giulio Cesare in Egitto”?
“Il ruolo principale in tutti gli allestimenti dal 2016 ad oggi è spettato a Diana Haller, con alcune eccezioni nelle quali è subentrata Ivana Srbljan, la quale ha debuttato con questo spettacolo nell’Opera fiumana. Anamarija Knego si è esibita nei panni di Cleopatra, Sonja Runje in quelli di Tolomeo e questi tre nomi rappresentano il nocciolo solistico al quale dobbiamo la continuità di questo spettacolo. Ci sono poi Dubravka Šeparović (Cornelia), Ivan Šimatović (Curio), Mihaela Selinger (Sesto), Luka Ortar (Achilla) e Franko Klisović (Nireno). Delle tre varianti preparate finora, penso che a Savonlinna abbiamo potuto vedere i cantanti migliori”.

Un impegno collettivo
Come si spiega questo grande successo nonostante i problemi con il direttore dell’Opera, Filip Fak?
“I motivi del mio scontento con Filip Fak sono noti e riguardano principalmente le sue ingiustificate assenze dal posto di lavoro e il mancato adempimento delle responsabilità di base del suo lavoro, sia in presenza, che da remoto. Mi riferisco principalmente alla mancata comunicazione quotidiana con il suo team e i collaboratori esterni. Ho proposto Giorgio Surian per questa posizione e spero che allo scadere del suo mandato alla direzione dell’Opera di Zagabria passerà da noi allo ‘Zajc’. Il Consiglio teatrale non ha voluto confermare la nomina alla scorsa seduta, ma spero che ciò avverrà alla prossima, all’inizio di settembre. Auspico che gli attuali membri del Consiglio teatrale non avranno niente da ridire in merito anche perché in base alla Legge sui teatri è il sovrintendente a proporre i nomi dei candidati. Se dovessero rifiutare Giorgio Surian, penso che scoppierebbe uno scandalo di proporzioni internazionali, ma spero che non si giungerà a tanto.
I successi nell’Opera non sono dipesi, dunque, dal direttore, ma sono avvenuti nonostante la direzione scadente o inesistente e sono da attribuire agli artisti e alla loro professionalità, ai produttori ma anche al sottoscritto, che ha preso in mano le redini della situazione. Secondo la nuova Legge sui teatri il sovrintendente potrà dirigere uno dei rami teatrali e quindi il lavoro che ho svolto per l’Opera verrà in un certo senso legittimato. Purtroppo, se escludiamo Petar Kovačić, il quale ha svolto un ottimo lavoro, i direttori che sono giunti dopo sono stati un buco nell’acqua e mi prendo parte della responsabilità per averli scelti e sostenuti”.

Ci sono altri piani per la nuova stagione teatrale?
“La nuova stagione è stata annunciata e tutti i dati si possono trovare sul nostro sito Internet (https://hnk-zajc.hr/kalendar-dogadanja, nda). Gli abbonamenti sono già in vendita e auspico che il Consiglio teatrale non metta a rischio il nostro lavoro perseverando in quest’atteggiamento disfattista. Spero che i membri comprenderanno quanto sia grande la loro responsabilità nella tutela dell’operato dello ‘Zajc’ e nella realizzazione della stagione. Le performance politiche degli ultimi giorni destabilizzano la direzione, non hanno nessuna base legale e nuocciono alla reputazione del Teatro, alla produzione e trasmettono al nostro pubblico un clima di incertezza e sfiducia. Tra tre settimane torneremo dalle ferie collettive e spero che il Consiglio cittadino ci permetta di continuare da dove ci eravamo fermati, anche perché la prossima stagione teatrale è l’ultima che preparerò”.

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