L’influsso del Bauhaus nel ventesimo secolo

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L’influsso del Bauhaus nel ventesimo secolo

FIUME | Cent’anni fa nasceva la scuola di architettura, arte e design Bauhaus (nome completo Staatliches Bauhaus), i cui principi di razionalismo e funzionalismo, facenti parte del movimento moderno, ebbero un influsso decisivo sull’arte e sulla cultura e continuano a ispirare anche oggi. L’importante anniversario di questa scuola rivoluzionaria, le cui idee progressive erano malviste dal regime nazista (il che portò alla sua chiusura nel 1933 dopo soltanto 14 anni di attività) viene celebrato in tutto il mondo con mostre tematiche e altri eventi. Una di queste esposizioni, realizzata dall’Istituto Goethe in Croazia, “bauhaus imaginista: collected research”, è stata allestita nella galleria Kortil e ha inaugurato la terza edizione dell’History Film Festival.

Arte e artigianato

Il termine Bauhaus fu ideato da Walter Gropius e richiamava la parola medievale Bauhütte, indicante la loggia dei muratori. La scuola cambiò sede tre volte, ossia a Weimar dal 1919 al 1925, a Dessau dal 1925 al 1932, e a Berlino dal 1932 al 1933. Ispirandosi a movimenti del XIX secolo che sposavano l’arte e l’artigianato, come l’Arts and Crafts inglese e la Secessione viennese, Bauhaus fu la più nota e influente scuola di design mai esistita, in quanto definì numerosi standard nel design degli arredi negli spazi interni, ma soprattutto aspirò a fondere l’arte e l’artigianato, creando oggetti pratici e funzionali, il che portò a una delle caratteristiche principali dell’architettura, del design e degli arredi dell’epoca, ossia al minimalismo e all’essenzialità delle forme, i cui principi sono attuali ancora oggi.

Le varianti locali

La mostra allestita nella galleria Kortil, che rimarrà aperta fino al 30 settembre, non racconta la storia della scuola Bauhaus, bensì si concentra sul suo influsso su esempi di architettura prodotti nella seconda metà del XX secolo. Come spiegato dal direttore dell’Istituto Goethe, Matthias Müller-Wieferig, l’idea dell’allestimento è stata mettere in mostra i legami e i contatti tra il Bauhaus e i vari Paesi del mondo e osservare in che modo i principi di questa scuola vengono espressi nelle varianti locali.
“Gli ideali di Bauhaus di un’unione tra arte, artigianato e design nel contesto urbano non sempre vengono realizzati e, come sappiamo, non potevano essere realizzati nemmeno in Germania, il luogo di nascita di questa scuola, in quanto in contrasto con gli ideali del regime nazista – osserva Müller-Wieferig –. La mostra propone esempi di architettura Bauhaus realizzati in Giappone, Israele (Tel Aviv) e in Cina (Shanghai), Paesi in cui gli ideali di questa scuola trovarono terreno fertile. Oltre agli esempi di architettura, artigianato e arte, la mostra comprende anche proiezioni di film che raccontano i vari aspetti di Bauhaus”.

Ridefinire da una prospettiva globale

Lo scopo dell’evento è quello di ridefinire la scuola da una prospettiva globale e individuare il suo coinvolgimento in un secolo di cambiamenti geopolitici. Il percorso espositivo è suddiviso in quattro capitoli, in cui vengono elaborati quattro aspetti principali del Bauhaus: la riforma della pedagogia, il dibattito sul design, le culture extra-europee e le prassi visive sperimentali. Questi comprendono il Manifesto Bauhaus di Walter Gropius del 1919, un collage filmico sul Bauhaus di Marcel Breuer (1926), il disegno “Tappeto” di Paul Klee del 1927 e il filmato “Reflektorische Lichstpiele” di Kurt Schwerdfeger del 1922.

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