L’ignoto che abita il mondo. Dallo spazio alla realtà

23ª Triennale Milano. Il forum internazionale per la riflessione sulle tendenze contemporanee nell'architettura e nel design coinvolge 400 artisti, designer e architetti provenienti da oltre 40 Paesi di tutto il mondo

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L’ignoto che abita il mondo. Dallo spazio alla realtà
La mostra a cura dell’astrofisica Ersilia Vaudo è il centro nevralgico della 23.esima esposizione. Foto: TRIENNALE MILANO

La 23.esima esposizione internazionale di Triennale Milano, dal titolo “Unknown Unknowns. An introduction to mysteries”, è allestita negli spazi del Palazzo dell’Arte fino al 11 dicembre 2022. Promossa da Triennale in collaborazione con il Bureau International des Expositions (Bie) e il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, l’esposizione, dedicata per quest’edizione all’esplorazione del tema dell’ignoto, festeggerà nel 2023 i cento anni dalla sua fondazione. Mostre e progetti coinvolgono quattrocento artisti, designer e architetti, provenienti da oltre quaranta Paesi.

L’edizione 2022 conferma la vocazione internazionale della Triennale che ne fa un partner di assoluto rilievo per la Farnesina come per il Bie. La Triennale, ricordiamo, ha sempre creato spazi di proficuo dibattito e occasioni di confronto che hanno fatto emergere nuove esperienze e prospettive: la qualità della mostra “Unknown Unknowns. An introduction to mysteries” conferma questa missione.

La transizione ambientale
Dalla 23.esima esposizione internazionale di Triennale giunge l’invito a indagare nuove prospettive, per trovare nuove risposte e nuove soluzioni nell’arte, nella natura e nei suoi misteri. Sta a noi cogliere le grandi opportunità che queste sfide portano con sé, a partire dal tema urgente e indifferibile della transizione ambientale, che non a caso è al centro di questa edizione.
Il progetto cerca dunque di rispondere a una serie di domande su quello che ancora “non sappiamo di non sapere” in diversi ambiti: dall’evoluzione della città agli oceani, dalla genetica all’astrofisica. Un’esperienza profonda, che coinvolgendo designer, architetti, artisti, drammaturghi e musicisti, dà la possibilità di rovesciare la nostra idea di mondo.

«Il più grande designer»
La mostra tematica a cura dell’astrofisica Ersilia Vaudo e chief diversity officer dell’Agenzia Spaziale Europea, è il centro nevralgico della 23.esima esposizione. “Unknown Unknowns” affronta una serie di tematiche tra cui la gravità, considerata “il più grande designer”, un artigiano che modella instancabilmente l’universo cui apparteniamo; le mappe, sistemi attraverso cui orientare traiettorie e percorsi; le nuove sfide dell’architettura, che si apre a prospettive inedite come quella di abitare lo spazio extraterrestre; fino ai misteri legati allo spazio profondo. La mostra tematica comprende quattro special commission che la Triennale ha affidato all’artista giapponese Yuri Suzuki, alla designer italiana Irene Stracuzzi, al collettivo di architetti statunitensi SOM e all’artista turco-americano Refik Anadol. Oltre alle opere commissionate, la mostra include una serie di installazioni site specific, tra cui quelle realizzate da Andrea Galvani, Tomás Saraceno, Bosco Sodi, Protey Temen, Julijonas Urbonas e Marie Velardi.

Le rappresentazioni architettoniche sovradimensionate a firma di otto autori croati.
Foto: BOSNIĆ+DOROTIĆ

Materiali di originale naturale
Lungo il percorso espositivo sono inoltre presenti quattro Listening Chambers, spazi in cui il suono si fa parola e il visitatore può abbandonarsi alle narrazioni di grandi personalità del mondo scientifico. E così il neuroscienziato Antonio Damasio affronta il tema del sé e della coscienza, il fisico teorico Carlo Rovelli quello del tempo, il filosofo della biologia Telmo Pievani riflette sull’origine della vita, la fisica teorica Lisa Randall sul mistero di ciò che sta al di là dei nostri sensi.
Nell’ottica del riuso e della sostenibilità, l’allestimento della mostra tematica – progettato da Space Caviar e realizzato da WASP – è interamente creato attraverso la stampa 3D. È stato prodotto negli spazi della Triennale da grandi stampanti, sviluppate per questa specifica applicazione architettonica, utilizzando solo materiali di origine naturale e in gran parte derivati da sottoprodotti dell’industria agroalimentare.

La Croazia e «l’uso/abuso»
Pure la Croazia partecipa alla 23.edizione con la mostra “Mirror/Mirror” curata da Lea Pelivan e Toma Plejić, concepita come un oggetto da esposizione destinato alla presentazione di sette progetti di giovani architetti croati premiati al 56.esimo Salone dell’architettura e dell’urbanistica di Zagabria. La mostra nazionale croata nell’ambito di quest’importante forum internazionale per la riflessione sulle tendenze contemporanee nell’architettura e nel design è organizzata dal Ministero della Cultura e dei Media e dall’Associazione nazionale degli architetti.
In un mondo post-pandemico, desolato e privo di passioni, le voci di “Mirror/Mirror” descrivono sette progetti architettonici testando i dilemmi “uso – abuso – disuso – riuso – rifiuto” per mettere in discussione le possibilità, i ruoli e i limiti dell’architettura e dell’urbanismo contemporanei.

Immagini, suoni e riflessi
I curatori Lea Pelivan e Toma Plejić hanno ideato la struttura che a Palazzo dell’Arte ha dato vita a un “ambiente riconoscibile, straordinario e attentamente articolato che mette alla prova le possibilità del formato di padiglione”.
Costituito da piani multimediali sospesi e superfici riflettenti, una serie di schermi LCD di grande formato, il progetto comprime lo spazio espositivo esistente avvolgendo contemporaneamente i visitatori in una raffica di immagini, suoni e riflessi. Gli schermi sono collegati per creare rappresentazioni architettoniche sovradimensionate e ad alta risoluzione, formando un’interfaccia comunicativa ipersatura e vibrante. La dimensione ridotta del costrutto è compensata dall’intensità del coinvolgimento e con il contenuto e l’illeggibilità della totalità è bilanciata dall’accresciuta chiarezza e dimensione dei dettagli.
Mettendo i giovani in primo piano si è voluto sottolineare “la massa critica della nuova abbondanza, delle nuove occasioni, del mondo nuovo e splendente” come risposta a una mancanza di idee nella difficile ripresa e nel traumatico clima post-terremoto, in combinazione con la situazione anormale che stiamo vivendo negli ultimi due anni.
L’autore dell’allestimento, Damir Gamulin, ha descritto l’installazione “Mirror/Mirror” quale concentrato della mostra originale. Lo schermo lungo otto metri che era stato sistemato accanto al Museo Mimara, a Milano diventa “una stanza nella stanza” ed è stato realizzato come un padiglione che viene visto dall’interno. Qui sono stati sublimati i lavori originali in un allestimento site-specific.
Gli autori i cui lavori sono stati inclusi nel padiglione sono Irena Bakić, Tajana Levojević, Rudolf Martinović, Studio JELO – Marta Lozo e Josip Jerković, Kristina Škrokov, Mirna Udovičić e Zrinka Visković. “Unknown Unknowns” accompagna il visitatore in un indimenticabile viaggio alla scoperta dell’ignoto, mostrando come si può entrare in contatto con ciò che è oltre la nostra conoscenza.

Le autorità italiane e croate presenti all’inaugurazione
A inaugurare la Triennale, oltre al segretario generale del Bureau International des Expositions (BIE), Dimitri Kerkentzes, sono stati il presidente e la direttrice generale della Triennale di Milano, rispettivamente Stefano Boeri e Carla Morogallo, il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio, il ministro della Cultura, Dario Franceschini, il ministro per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana e il sindaco di Milano, Giuseppe Sala.
Organizzata dal Ministero della Cultura e dei Media e dall’Associazione nazionale degli architetti della Repubblica di Croazia, la partecipazione croata alla Triennale ha visto tra gli ospiti il Console generale della Repubblica di Croazia a Milano, Stjepan Ribić, la responsabile del settore per lo sviluppo della Cultura e dell’Arte presso il Ministero della Cultura e dei Media della Repubblica di Croazia, Irena Kregar Šegota (già direttrice della società Rijeka 2020), la direttrice dell’Ufficio per la Cooperazione culturale internazionale e gli Affari europei in seno al Ministero, Anja Jelavić, il sindaco della Città di Zagabria, Tomislav Tomašević, il presidente dell’Associazione nazionale degli architetti, Roman Šilje e una delegazione di artisti e membri del team organizzativo.

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