LFF. La famiglia come centro della società

Inaugurato ad Abbazia il più antico Festival del cinema documentaristico croato

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LFF. La famiglia come centro della società
Oliver Sertić, Fernando Kirigin, Karolina Hrga e la traduttrice Ivana Ostojčić. Foto: Ivor Hreljanovic

La Piccola scena estiva di Abbazia ha ospitato l’apertura della 22ª edizione del Liburnia Film Festival, il più antico festival del cinema documentaristico croato. Non c’è alcun dubbio che il Festival (partito nel lontano 2003 da un’idea di Igor Bajok che allestì per l’occasione un improvvisato cinema in quel di Ičići) sia oggi diventato, con il programma che offre, una vera prelibatezza per gli amanti del cinema documentaristico. Trattasi di quel tipo di pellicole che escono dai rigidi e troppo prevedibili schemi narrativi volti ad attrarre un pubblico più vasto, mostratosi spesso propenso a inghiottire tutto ciò che gli viene offerto. Organizzatori, pubblico e autori si sono stretti ieri in un abbraccio di complicità che lascia intendere come tutte le edizioni passate hanno posto una base solida sulla quale si appoggia l’evento e il suo continuo sviluppo nel panorama culturale sia nazionale ma soprattutto locale.

Un’introduzione al programma
Tutto bello e ben organizzato con bicchiere di vino all’entrata, foglietti voto per esprimere il proprio parere sul film e un’atmosfera rilassata con brezza sapore di mare che accarezzava il volto dei presenti. Introduzione con il direttore artistico Oliver Sertić, il quale ha presentato al pubblico la nuova direttrice esecutiva del Festival, Karolina Hrga. Quest’ultima ha annunciato gli orari e le location dove poter vedere le proiezioni (Piccola scena estiva, sala di Villa Antonio e in caso di pioggia il centro Gervais) e trascorrere momenti di relax, ogni giorno dalle 16.30 a tu per tu con produttori e registi e dopo le proiezioni a mezzanotte con le melodie dei vari DJ (lounge bar Monokini). Sertić ha menzionato i membri della giuria (Marina Burić, Danijel Pek, Boris Poljak, Vjeran Šalamon e Melita Vrsaljko) che decideranno i vincitori dei sette premi di questo Festival (migliore film, premio del pubblico, migliore film regionale, miglior regista, miglior fotografia, miglior montaggio, miglior design del suono) con riferimento anche al Premio della critica (intitolato al compianto critico cinematografico Dragan Rubeša) che viene conferito da tre anni a questa parte e che verrà scelto, quest’anno, dal critico cinematografico Nino Kovačić. I film in gara sono complessivamente 26.
Il sindaco di Abbazia, Fernando Kirigin, ha avuto nuovamente l’onore di aprire il Liburnia Film Festival con un discorso di sostegno, ringraziando i responsabili del LFF per aver portato il Festival alla sua 22esima edizione: a partire dal fondatore Igor Bajok, al direttore artistico Oliver Sertić, fino all’ex direttrice esecutiva Jelena Androić e a quella appena eletta, Karolina Hrga, appunto.

La crescita dei figli
L’onore di aprire il Festival è andato a Silvestar Kolbas, autore di un documentario che penetra nell’intimità quotidiana della sua famiglia trattando temi delicati e spesso taciuti all’esterno, ma capace anche di mostrare l’unicità della stessa. Si analizza la crescita dei suoi tre figli, ognuno dei quali è entrato a far parte della famiglia in modo diverso. Un film che tocca al cuore, provocando anche qualche lacrima: del resto, è proprio questo lo scopo di questo tipo di film. Un film veramente da vedere, intitolato “I nostri figli” (Naša djeca) che ha strappato un applauso sincero da parte dei presenti. Kolbas, onorato che il suo film abbia aperto il Festival, ha rivelato che l’idea di intraprendere questo lungo progetto è nata grazie al produttore Nenad Puhovski (anch’egli accanto a loro).

Dalla genetica alle separazioni
La serata è proseguita in un’atmosfera familiare con altri tre film nel secondo blocco del Festival. Luka Karlo Kauzlarić, nel film “Le navi” (Vapori), ha esplorato il lato maschile della sua famiglia: il nonno, il padre e sé stesso. Vladimira Spindler, invece, in “La genetica dei miei figli” (Geni moje djece), si è concentrata sulle donne della sua famiglia. Infine, Tea Radić, accompagnata dalla figlia Marcela, ha spiegato di aver realizzato il film “Il viaggio intrapreso” (Put kojim idemo) affinché un giorno sua figlia potesse trovare risposte alle domande sul divorzio dei suoi genitori. Da citare anche l’inizio del film di Kolbas che è stato posticipato di 5 minuti come gesto di solidarietà per il popolo palestinese con tanto di insegna lampeggiante sullo schermo.
Il programma del Liburnia Film Festival continuerà fino a sabato, 31 agosto. Il pubblico avrà l’opportunità di vedere i più recenti documentari di produzione croata, di incontrare i registi e i protagonisti dei film, e discutere di cinema. Ogni film presenta i sottotitoli in inglese e ogni frase pronunciata sul palco viene tradotta simultaneamente dalla traduttrice Ivana Ostojčić. Il prezzo d’entrata giornaliero è di 4 euro mentre per l’intero Festival è di 12 euro. Non mancate!

Il pubblico della serata di apertura.
Foto: Ivor Hreljanovic

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