È Claudio Magris il padrino di battesimo del Museo LEST – Letteratura Trieste, finalmente completato. “Questo è il più bel progetto che abbiamo realizzato”, ha puntualizzato il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, durante la cerimonia del taglio del nastro della struttura dirimpettaia dell’Emeroteca Fulvio Tomizza al piano terra di Palazzo Biserini (sede della Biblioteca civica), nella cui opera di restauro e valorizzazione il primo cittadino del capoluogo giuliano ha annunciato che saranno investiti oltre 12 milioni di euro.
La presentazione alla stampa del LETS è iniziata nella mattinata di ieri nell’Auditorium “Marco Sofianopulo” del Museo Revoltella, per poi proseguire con una visita negli spazi espositivi in piazza Hortis 4 (letteralmente a quattro passi dal Civico museo della civiltà Istriana, Fiumana e Dalmata, nda). Oltre a Magris alla conferenza – moderata da Cristina Fenu – sono intervenuti l’assessore del Comune di Trieste alle politiche dell’educazione e della famiglia, Maurizio De Blasio, l’assessore della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia alle autonomie locali, funzione pubblica, sicurezza e immigrazione, Pierpaolo Roberti, il responsabile del LETS, Riccardo Cepach e Laura Pelaschiar del Dipartimento di Studi umanistici dell’Università degli Studi di Trieste, coinvolta nel progetto nella veste di consulente scientifica.
Rivolgendosi ai numerosi presenti (non solo autorità ed esponenti istituzionali, ma anche tantissimi appassionati di cultura e di storia triestina) Magris ha rilevato di non aver preparato una vera e propria Lectio Magistralis. Nei successivi 25 minuti ha però tratteggiato con grande maestria di parole, aneddoti e citazioni le peculiarità della letteratura triestina. “La letteratura triestina presenta vari momenti e vari volti”, ha affermato Magris, spiegando che uno delle circostanze fondamentali per comprenderne le peculiarità coincide con la pubblicazione nel 1909 – su La Voce di Giuseppe Prezzolini – delle lettere triestine di Scipio Slataper. Ha parlato d’identità di frontiera e di letteratura dell’esodo (Magris ha parlato in particolare della defunta moglie, l’autrice fiumana Marisa Madieri). Si è soffermato sui grandi nomi del passato e del presente. Ha sottolineando il mutamento nell’uso della lingua italiana da parte degli autori delle varie generazioni. “Non sempre c’è progresso, emergono anche fasi di stanchezza. Serve una certa distanza per poter dire chi si è e cosa si è fatto”, ha notato Magris, che richiamandosi alla cultura triestina “della klapa o della combriccola”, ha definito bello che il LETS non è semplicemente un luogo da visitare per quello che espone. “È anche un luogo dove ritrovarsi e lo dimostra il fatto che oggi siamo qui, tutti insieme”, ha affermato Magris, presente nel LETS nella triplice veste di scrittore, di studioso e di donatore (nelle teche è esposto il primo libro che ha letto: I misteri della Jungla nera di Emilio Salgari nell’edizione Vallecchi del 1938).
L’acronimo
Il LETS – l’acronimo richiama il termine inglese let’s (facciamo), svelando l’auspico dei promotori dell’iniziativa di voler coinvolgere attivamente i visitatori in un percorso di scoperta o riscoperta – è uno spazio dedicato alla valorizzazione e alla promozione della grande tradizione letteraria del capoluogo giuliano. Un omaggio agli scrittori che hanno raccontato al mondo la città, il suo mare, il suo territorio. Trieste, infatti, anche nel campo dell’elaborazione poetica e narrativa può vantare uno status privilegiato. In città sono nati o hanno vissuto nomi importanti della letteratura. Nomi del calibro di Claudio Magris, Fulvio Tomizza (nella sua sezione troviamo un stampa del 1635 nella quale è raffigurata una carta geografica dell’Istria donata dalla vedova Laura Levi Tomizza), Susanna Tamaro, Boris Pahor (si può ammirare una sua macchina da scrivere), Gianni Stuparich, Pier Antonio Quarantotti, Paolo Rumiz, Ivo Andrić (la sua foto campeggia accanto all’ingresso)…
La genesi
Il nucleo del nuovo spazio espositivo (inaugurato parzialmente nel dicembre scorso) è costituito dal Museo Sveviano, nato dall’intuizione della figlia di Italo Svevo, Letizia Svevo Fonda Savio, che nel suo testamento ha lasciato al Comune di Trieste un fono di libri, documenti e alcuni arredi e oggetti sopravvissuti al bombardamento subito nel 1945 da Villa Veneziani. Sorse nel 1997 all’interno dello storico edificio della Biblioteca civica. Il secondo passo è avvenuto nel 2004, nel centenario dell’arrivo a Trieste di James Joyce. In quell’occasione, sempre a Palazzo Biserni, venne inaugurato, su proposta dello studioso Renzo Crivelli, il Museo Joyce. I due spazi espositivi, poi hanno traslocato (assieme al Museo Petrarchesco Piccolomineo) in via Madonna del Mare, continuando però ad accogliere migliaia di visitatori, testimoniato a innumerevoli eventi e a due festival (Bloomsday e Buon compleanno Svevo).
Il nuovo percorso museale è caratterizzato dalle grandi metafore della narrazione della modernità. Difatti LETS sarà ben più dinamico rispetto ai suoi predecessori, con l’obiettivo di strizzare l’occhio alle nuove generazioni e alla lotta contro la povertà educativa. Uno spazio didattico multimediale suddiviso in una ventina di moduli tematici con numerose postazioni interattive. I libri digitali presenti nel suo fondo sono oltre un migliaio. Ci sono anche documenti legati ai grandi autori triestini. C’è poi un percorso espositivo con aree dedicate alla “triade” (Svevo, Joyce e Saba). Uno degli elementi più interessanti del museo progettato da Lorenzo Greppi è indubbiamente il Cinematografo delle Storie, un punto d’incontro tra il cinema e la letteratura. Altrettanto affascinante è l’Edicola della Storia, lo spazio al cui centro campeggia un chiosco di giornali, che sintetizza la storia della città, lo sfondo senza il quale molta della letteratura legata a Trieste resterebbe incomprensibile.
L’inaugurazione del Museo della Letteratura – fatta volutamente coincidere settantesimo anniversario del definitivo ritorno di Trieste all’Italia – vuole essere un ulteriore punto a favore della candidatura di Trieste alla rete delle Città Creative. Un network targato Unesco che raccoglie quelle città che pongono la creatività e la cultura alla base dello sviluppo urbano sostenibile.
Il Museo LETS – Letteratura Trieste sarà visitabile gratuitamente ogni giorno (tranne il martedì) dalle 10 alle 17 e la domenica dalle 10 alle 13.
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