Leron. Multiculturalità, amicizia e fratellanza

La festa del folclore organizzata dalla CI di Dignano e dall’UI, è giunta alla sua ventesima edizione. Tanta allegria dopo due anni di restrizioni

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Leron. Multiculturalità, amicizia e fratellanza
Tutti assieme davanti al Duomo di S. Biagio. Foto: Danilo Dragosavac

Fine settimana all’insegna dei colori della tradizione per il XX “Leron”, la festa del folclore organizzata dalla Comunità degli Italiani di Dignano, che dopo due anni di restrizioni, si è finalmente potuta celebrare in allegria. Per la prima volta, la kermesse è durata un giorno in più, il centro storico è tornato palcoscenico per musiche e danze tradizionali, la bandiera del Festival ha di nuovo sventolato in Piazza del Popolo. La pioggia aveva tentato di rovinare la serata di venerdì, quando a salire sul palco erano state le forze di casa. Per fortuna, poi, il cielo era tornato stellato, così il pubblico ha potuto godere a pieno, tra le altre, l’esibizione del gruppo folcloristico del sodalizio ospitante. Il palco è stato quasi stretto per ospitare i moredi e le morede di Dignano, che, con i loro costumi sfarzosi, hanno regalato i loro canti, i bassi e i balli della tradizione: la monferrina, la villotta, la bersagliera e la furlana.
Serata dedicata alla furlana
Ma andiamo per ordine. Quest’anno, si diceva, la festa è durata un giorno in più. Si era cominciato già giovedì sera, con una serata dedicata interamente alla furlana. Ospite Dario Marušić, musicista, etnomusicologo nonché appassionato studioso della musica tradizionale istriana, che ha tenuto in Piazza Zagabria una conferenza sulla furlana, accompagnato dalle esibizioni dei GF delle CI di Dignano e Gallesano.
Nove i gruppi che venerdì sera hanno preso parte all’immancabile sfilata lungo via Merceria, preceduti dalla banda d’ottoni della CI di Buie e dagli impeccabili sbandieratori Contrada Bastia di Noale (Venezia). Poi sono saliti sul palco per un assaggio di quello che avrebbero presentato nelle due serate: il GF Pastoria del Borgo Furo (Treviso, Italia), il GF I Brianzoli (Ponte Lambro, Italia), l’Associazione culturale Zampognaro Lagaro (Trento, Italia), il GF Inovec (Zlaté Moravce, Slovacchia), il KUU Seljačka sloga (Nedelišće, Croazia), la SF Pazin di Pisino e i gruppi locali, la Società dei montenegrini di Peroi “Peroj 1657” e le CI di Dignano e Gallesano.
Nella mattinata di sabato a incontrare i rappresentanti dei gruppi, nel Palazzo della Città, il sindaco di Dignano, Edi Pastrovicchio, che ha ringraziato tutti i partecipanti per aver rallegrato la Città con i colori, i canti e i balli della loro tradizione. A dare il benvenuto è stata pure la sua vice Diriana Delcaro Hrelja. È seguita nella sala della trifora della CI, l’interessante tavola rotonda sul tema “Danze popolari nella tradizione folcloristica: aspetti coreografici e particolarità”, moderata da Gaia Forlani.
Dopo la Santa messa e la foto di gruppo davanti al Duomo di S. Biagio, si è tenuta nel pomeriggio in diversi punti del centro storico la presentazione dei vari gruppi. La sera è stato tutta uno spettacolo. Un saluto, a inizio serata, da parte di Maurizio Tremul, presidente dell’Unione Italiana, che assieme alla Comunità degli Italiani organizza il Festival. Sul palco si sono esibiti i gruppi in gara: gli amici italiani e slovacchi e il GF Seljačka sloga di Nedelišće (Croazia). A fine esibizione, una sorpresa per il XX anniversario della kermesse: gli sbandieratori Contrada Bastia di Noale (Venezia). Al rullo dei tamburi, hanno attraversato la piazza, salendo sulla Grisa per il grande show.
Intanto la giuria, composta dalla storica dell’arte, Lorella Limoncin Toth, dal musicista accademico e compositore Massimo Brajković e dalla Maestra Orietta Šverko, stava decidendo sui premi da conferire: per i costumi, gli strumenti e le danze, nonché il premio comprendente tutti gli aspetti e voci di valutazione.
Premiata l’originalità e la tradizione
Per aver rappresentato la diversità del costume popolare del territorio del Međimurje e l’individualità di una zona etnograficamente ricca, il premio per l’originalità e l’accuratezza filologica dei costumi è andato alla KUU Seljačka sloga. I Brianzoli di Ponte Lambro si sono aggiudicati invece il premio per gli strumenti popolari e l’esecuzione musicale. Il riconoscimento per la coreografia e la danza tradizionale è andato agli slovacchi, ovvero al GF Inovec di Zlaté Moravce. Premio speciale “Leron”, infine, al GF Pastoria del Borgo Furo (Treviso). Il gruppo è stato premiato per l’originale uso di aspetti scenografici inseriti in elementi teatrali che esprimono storie di vita quotidiana. Con la loro rappresentazione del “bal del pan” e del “bal del boter”, hanno conquistato non solo la giuria, ma anche il pubblico, che li ha festeggiati con un meritatissimo applauso. I premi sono stati conferiti dal presidente del sodalizio dignanese, Maurizio Piccinelli e dal presidente dell’UI, Maurizio Tremul. A tutti i gruppi folcloristici è stata inoltre consegnata la targa di partecipazione.
Un ultimo saluto dei conduttori della serata, Gaia Forlani e Milan Pavlović, e poi tutti in Piazza dello Statuto, partecipanti, sbandieratori, visitatori, per cantare e ballare ancora. A conferma che il “Leron” è davvero un grande progetto simbolo di pace, amicizia e fratellanza, simbolo di multiculturalità, che non conosce confini. Ora qualche giorno di riposo, e poi si inizierà già a pensare all’organizzazione per il 2023.
Il Festival viene organizzato dalla CI di Dignano e dall’UI in collaborazione con l’UPT. La manifestazione gode del supporto finanziario dell’Assessorato alla cultura della Regione istriana e del Consiglio per le minoranze nazionali della Repubblica di Croazia ed è patrocinato dalla Città di Dignano.

Il “Leron” in mano al GF Pastoria del Borgo Furo (Treviso). Foto: Danilo Dragosavac
GF Pastoria del Borgo Furo: il “bal del boter”. Foto: Danilo Dragosavac
Gli slovacchi si sono meritati il premio per la danza. Foto: Danilo Dragosavac
La Tavola rotonda, un’occasione per approfondire l’aspetto coreografico. Foto: Danilo Dragosavac
Il sindaco Edi Pastrovicchio a colloquio con i componenti dei gruppi folcloristici. Foto: Danilo Dragosavac

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