Leggere suscita emozioni e crea immagini meravigliose

La vicepresidente della Regione istriana in quota CNI, Jessica Acquavita, presenta i cinque libri che hanno lasciato un segno nella sua vita

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Leggere suscita emozioni e crea immagini meravigliose
Jessica Acquavita Foto: Ivor Hreljanović

La domanda più difficile per un appassionato di lettura e di libri è “Qual è il tuo libro preferito?”. Come scegliere tra decine e anche centinaia di titoli che ci hanno emozionato, commosso, fatto piangere e rabbrividire, che ci hanno entusiasmato con la bellezza della scrittura, la chiarezza del pensiero espresso, la capacità di coinvolgerci in una storia incalzante, che ci hanno fatto sognare e immaginare mondi nuovi, terre che non abbiamo mai visto, ma descritte in maniera così incantevole da suscitare un’inspiegabile nostalgia. E poi, quale criterio adottare? Scegliere i libri che hanno determinato una svolta nella nostra vita, che ci hanno fatto crescere, che ci hanno emozionato e che ci sono rimasti dentro per giorni, oppure quelli che ci hanno aperto gli occhi in riguardo a un argomento o problema, che ci hanno insegnato qualcosa di nuovo e aiutato a superare un periodo difficile nella nostra vita. Quale che sia il criterio, è sempre un compito quasi impossibile da assolvere senza che ci si senta insoddisfatti della lista stilata. Perché i libri che meritano di venire menzionati sono così numerosi e la lista non sarà mai definitiva. Ed è un bene che sia così perché vuol dire che le possibilità sono infinite e che ci evolviamo di lettura in lettura. Nell’intento di conoscere i gusti letterari di persone di spicco della scena culturale della CNI, come pure quelle appartenenti alla maggioranza, abbiamo posto loro proprio la domanda più difficile: di scegliere cinque libri preferiti in base a un criterio personale.
A presentarci la sua lista di cinque libri preferiti è Jessica Acquavita, buiese, vicepresidente della Regione Istriana in quota CNI e appassionata lettrice. La nostra interlocutrice ha conseguito la laurea magistrale alla DAMS di Bologna con studi teatrali a “la Contrada” di Trieste. Attivista della Comunità degli Italiani di Buie fin da piccola, ha in seguito allargato la sua collaborazione ad altri sodalizi del territorio, lavorando con i giovani presso la Comunità degli italiani “Fulvio Tomizza” di Umago e la CI di Verteneglio. Ha lavorato come giornalista per Tv Capodistria e successivamente come conduttrice, speaker e redattrice musicale per Radio Capodistria ed è sempre stata attiva in ambito culturale e politico.
“Il primo nella mia lista è Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen, il libro della mia gioventù, che ho letto prima in inglese e successivamente in italiano. È un libro al quale sono affezionata perché, in fin dei conti, in tutti noi c’è un po’ di romanticismo e Jane Austen ci ha fatto crescere con questa storia d’amore così bella, scritta in maniera eccezionale. Questo è uno dei titoli che rileggo volentieri, per cui l’ho collocato al primo posto.
Immancabile nella mia lista è Il Piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry, che è uno di quei libri che prendo in mano regolarmente ed è un po’ un vademecum che insegna come bisogna veramente guardare con il cuore e non con gli occhi. Fa bene al cuore leggerlo a intervalli regolari e in periodi diversi della vita, in quanto avrà sempre un significato diverso.
Segue Novecento di Alessandro Baricco. Questo autore è conosciuto per Seta, Oceano mare e altri titoli, ma io sono molto legata invece a Novecento perché è un testo molto poetico e visivo, crea delle bellissime immagini ed è pure una bella storia. È un monologo teatrale molto ben scritto, che è stato allestito in scena e in televisione. Mi è rimasto impresso quando in un capitolo, a un certo momento, un quadro decide di cadere e non se ne capisce il motivo. In quel momento il protagonista decide di lasciare la nave sulla quale è nato. Questa scena mi è rimasta impressa perché effettivamente si tratta di uno dei momenti di rottura nella vita e ritengo che sia un’immagine bellissima.
Il quarto titolo è la raccolta di poesie Antologia di Spoon river di Edgar Lee Masters, che è uno di quei libri che rileggo ogni tanto e che custodisco nella mia libreria domestica. Mi affascina l’idea di questo popolo che parla quando ha finito di vivere, la vivacità di coloro che se ne sono andati con delle storie da raccontare, più o meno tragiche. La popolazione della quale Masters narra attraverso le poesie è variegata ed è meravigliosa l’idea delle storie che tutti noi ci portiamo dietro e che spesso se ne vanno con noi anche nella tomba, mentre qui invece vengono raccontate in maniera molto bella.
Seguono ancora due libri, tra i quali non saprei scegliere, per cui li elenco entrambi. Il primo è 1984 di George Orwell, che è un libro che ho letto recentemente e che lascia sconvolti perché questo autore aveva all’epoca davvero previsto quello che ci sarebbe successo. Noi forse non siamo così controllati dal Grande fratello, ma è davvero un libro che turba. L’idea di un partito che controlla tutto e addirittura cancella il passato e i dati storici per creare una ‘storia alternativa’, poi i telescreen che controllano le persone, come oggigiorno lo sono un po’ i nostri telefonini, sono davvero elementi inquietanti della storia. Lascia davvero sconvolti immaginare che all’epoca in cui il libro è stato scritto (nel 1949, nda) Orwell immaginasse un mondo che noi oggi non siamo così lontani dal vivere.
L’ultimo libro, che sto leggendo in questo momento, è Il Dio dei nostri padri di Aldo Cazzullo, che è un interessante racconto della Bibbia. La Bibbia, bene o male, la conosciamo tutti, anche chi non l’ha letta, siccome è un testo che fa parte della nostra cultura e Cazzullo lo racconta in maniera particolare. Dà degli spunti per riflettere e per rileggerlo in maniera diversa”.

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