Le stampe di Romolo Venucci adornano il Corso

Inaugurata la mostra di quindici linoleografie del grande artista

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Le stampe di Romolo Venucci adornano il Corso

Nel 1976, poco prima della morte del grande pittore fiumano Romolo Venucci, venne pubblicata una mappa con 15 linoleografie in bianco e nero. A quasi cinquant’anni dalla pubblicazione, le stampe sono state collocate sui pannelli sistemati lungo il Corso, in modo che tutti i passanti possano ammirare le vedute della Cittavecchia che non c’è più. Le opere illustrano non solo le vie, le piazze e le calli che ormai non esistono più, ma anche l’amore del pittore fiumano per il cuore storico della città. La mostra, nata dalla collaborazione della Città di Fiume con l’Unione Italiana e l’Università Popolare di Trieste, con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, è stata inaugurata dal Console generale d’Italia a Fiume, Davide Bradanini, dal capodipartimento per la Cultura, Ivan Šarar, e dalla storica dell’arte, Daina Glavočić.

Il Console osserva una delle stampe

Mappa della Cittavecchia

Melita Sciucca, presidente della Comunità degli Italiani di Fiume, ha ricordato l’importanza di questa mostra per la città e ha voluto ringraziare non solo i finanziatori, ma anche la famiglia dell’artista per la sua realizzazione. L’allestimento, che si compone di 15 gigantografie e che qualche mese fa era esposto nei vani della CI fiumana, è stata arricchita pure di una mappa della Cittavecchia, pensata per aiutare i passanti, soprattutto i giovani, a capire dove si trovavano gli edifici raffigurati nelle stampe. Un ringraziamento particolare è stato porto pure dal Console, Davide Bradanini, il quale ha sottolineato l’importanza dell’esposizione in Corso, l’arteria pedonale del centro cittadino.

”Romolo Venucci è un simbolo di Fiume in quanto ha vissuto sia nella monarchia austro-ungarica, che nello Stato Libero di Fiume, in Italia e nell’ex Jugoslavia. Sono convinto che bisogna farlo conoscere anche in Italia. La sua identità ibrida, aperta al mondo, è ciò che rappresenta la sua ricchezza più grande”, ha concluso Bradanini.

Grande interesse per le opere di Venucci

Dura critica all’urbanistica

La storica dell’arte, Daina Glavočić, autrice di una monografia su Romolo Venucci, ha raccontato che l’artista passeggiava per il centro col suo notes testimoniando i cambiamenti dovuti ai bombardamenti, le macerie e le voragini che si formavano in seguito alle esplosioni. Glavočić ha lanciato anche un’asprissima critica all’urbanistica fiumana, che ha letteralmente spazzato via il cuore storico della città per dare spazio a palazzi moderni. Fortunatamente, ha concluso con amarezza, la mancanza di finanziamenti ha salvato almeno una parte della Cittavecchia. L’ultimo intervento è stato di Ivan Šarar, capodipartimento per la Cultura, il quale ha parlato di Venucci in quanto simbolo di libertà. Nato da genitori ungheresi trasferitisi a Fiume, egli ha scelto di essere italiano e il fatto che lui abbia potuto attuare questa scelta è una prova dell’apertura mentale di Fiume. Il fatto, invece, che abbia deciso di restare dopo la Seconda guerra mondiale è una prova di coraggio e amore. “Anche i miei genitori non sono fiumani – ha concluso Šarar -, ma io ho deciso di esserlo e ne vado fiero. Sono contento che l’apertura di questa mostra avvenga in concomitanza con l’assegnazione del premio Kalina a Mauro Stipanov (la cerimonia si è svolta ieri nell’Aula consiliare, nda), uno dei seguaci e stimatori di Venucci”. In conclusione, Melita Sciucca ha lanciato due appelli. In primo luogo, ha auspicato l’affissione di una targa commemorativa sulla casa natia di Romolo Venucci in via dell’Industria (ora via Milutin Barač, nda), in secondo, ha espresso il desiderio che venga allestito, se non un museo, allora almeno una mostra permanente delle opere di Venucci.

Uno degli angoli scomparsi della Cittavecchia

La mostra si può ammirare fino al 28 settembre.

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