Le opere di Carpaccio a Pirano e in Istria

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Le opere di Carpaccio a Pirano e in Istria

PIRANO | Casa Tartini ha ospitato la conferenza “Opere di Carpaccio a Pirano e in Istria. Profili giuridici dei trasferimenti territoriali del patrimonio artistico”, tenuta dal prof. Andrej Jakubovski, dell’Università di Varsavia, che ha dialogato con Andrea Bartole. Il pubblico, tra cui il console generale d’Italia a Capodistria, Giuseppe D’Agosto, ha seguito il relatore, che ha comunque sempre parlato di ritorno piuttosto che di restituzione delle opere d’arte traslate in altri Stati, per vari motivi, solitamente durante i periodi bellici in concomitanza con i cambi di regime. “Difficile trovare soluzioni concrete a questa estesa problematica, presente in molti Paesi, visto che dopo tanti anni, nella maggioranza dei casi nulla è mutato”, così l’esperto. Per quanto riguarda quest’area in modo più ampio, la dispersione delle opere d’arte prende il via con la caduta della Serenissima e l’avanzata napoleonica, fino agli effetti del primo e secondo conflitto mondiale. In seguito a questi periodi, ben poche delle opere allora spostate, si trovano oggi nella loro ubicazione originale. Nemmeno la legge ne impone la restituzione effettiva e ad esempio, oltre alla ripartizione geo-politica del Trattato di Osimo, la questione del lascito artistico non è inglobata, se non attraverso uno scambio di note non ufficiali tra Italia e Jugoslavia, dove si contempla la futura possibilità di negoziare. Generalmente la questione viene lasciata all’arbitrio di ogni Stato, pensato come soluzione pacifica o al limite con la mediazione dell’UNESCO. L’evento, organizzato dalla CAN di Pirano, è stato patrocinato dall’Istituto nazionale dei beni culturali nell’ambito dell’Anno del patrimonio culturale in Europa.

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