Le inquietudini del nostro tempo e la condizione umana a teatro

Dal 3 all’8 maggio prossimi, presso l’HKD di Sušak, avrà luogo la 30ª edizione del Festival internazionale delle piccole scene. Le opere selezionate provengono da quattro diversi Paesi

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Le inquietudini del nostro tempo e la condizione umana a teatro
Ivan Kodrnja, Lucija Jukić, Marko Filipović, Edita Karađole Šegvić, Jasen Boko e Višnja Višnjić Karković. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Dal 3 all’8 maggio prossimi il capoluogo quarnerino si appresta a celebrare la 30esima edizione del Festival internazionale delle piccole scene, un appuntamento divenuto negli anni un pilastro del panorama teatrale europeo. Nata nel 1994 quale rassegna nazionale, con più di trecento spettacoli e oltre 100mila spettatori, nel corso degli anni si è imposta grazie alla sua vocazione per il teatro di nicchia, valorizzando produzioni di dimensioni contenute ma di grande impatto emotivo e intellettuale. In tale contesto, l’edizione di quest’anno si articolerà attorno a un tema di profonda attualità, quello del trauma, un filo rosso che attraversa le sei opere in concorso, mettendo in scena le inquietudini di un presente segnato da conflitti, trasformazioni e fragilità. La selezione, curata dal critico e drammaturgo Jasen Boko, si proporrà dunque quale specchio dell’epoca contemporanea, traducendo le tensioni della società attraverso il linguaggio universale del teatro. A presentare il programma presso gli spazi dell’Hotel Bonavia sono stati il sindaco di Fiume, Marko Filipović, la direttrice artistica del Festival, Edita Karađole Šegvić, il selezionatore e produttore Jasen Boko, l’organizzatrice Višnja Višnjić Karković, nonché i rappresentanti degli sponsor principali, l’Erste Bank e la catena alberghiera Jadran Hoteli, rispettivamente Ivan Kodrnja e Lucija Jukić.

La condizione umana sulla scena
Malgrado le difficoltà incontrate nell’allestire il cartellone di quest’anno, dovute, come sottolineato da Boko, a una stagione teatrale insolitamente avara di proposte di rilievo, il Festival non ha rinunciato all’aspirazione all’eccellenza. Le opere selezionate, frutto di un’attenta ricerca e provenienti da quattro diversi Paesi (Lituania, Slovenia, Croazia e Serbia), esploreranno i molteplici volti della condizione umana, ad iniziare dalla pièce “Svetica” (La Santa), firmata dal rinomato regista lituano Oskaras Koršunovas, cui si affiancherà “Moji tužni monstrumi” (I miei tristi mostri), proposta dal Teatro drammatico zagabrese “Gavella”, scritta da Mate Matišić e affidata alla regia di Vito Taufer. Non meno coinvolgente si presenteranno “Majstor i Margarita” (Il Maestro e Margherita), capolavoro di Michail Bulgakov, portato in scena dal Teatro Nazionale di Belgrado, con la regia visionaria di Andraš Urban e “Kafka i sin” (Kafka e suo figlio), diretto dall’artista multimediale Stanislav Habjan (laboratorio artistico “Petikat”, Zagabria). L’orizzonte sperimentale si amplierà con “Kućica za pse” (La cuccia del cane), opera firmata da Šušak, Mažić e Nikolić, la cui messinscena reca l’inconfondibile impronta registica di Romano Nikolić (associazione “Arterarij”, Zagabria) e “Kišni dan u Gurlitschu” (Un giorno piovoso a Gurlitsch), produzione valorizzata congiuntamente del “Prešernovo gledališče Kranj & Mestno gledališče Ptuj (Slovenia), frutto della drammaturgia di Milan Ramšak Markovič e della regia di Sebastijan Horvat.

Il palcoscenico come specchio del presente
Nel suo intervento, Filipović ha rilevato il valore della manifestazione, acquisito nel corso dei suoi tre decenni di storia, rilevando che “in questi trent’anni, il Festival delle piccole scene ha rappresentato un autentico crocevia di estetiche e culture, accogliendo sul palco alcune delle espressioni più raffinate del teatro europeo. Coniugando tradizione e sperimentazione, ha saputo rispecchiare la vocazione della nostra città all’incontro e al dialogo interculturale”. Un concetto ribadito anche dalla direttrice artistica, la quale ha rimarcato la capacità dello stesso di farsi luogo di riflessione e confronto, non solo attraverso la visione degli spettacoli, ma anche tramite i dibattiti e le tavole rotonde che seguiranno ogni rappresentazione. A detta di Boko, il teatro conserva la sua funzione purificatoria, permettendo di dare forma e voce alle fratture del nostro tempo, riferendo a che “ci illudevamo di vivere in un’epoca in cui libertà e benessere sarebbero stati garantiti, ma negli ultimi anni la realtà ci ha riportati a un panorama segnato da guerre, restrizioni e incertezze. Il teatro, nella sua essenza catartica, continua a offrirci strumenti per elaborare queste fratture, restituendoci un senso di consapevolezza”. Nel concludere l’incontro con la stampa, Višnjić Karković ha ribadito che, sulla scia del riconoscimento dell’importanza del Festival da parte delle istituzioni locali e nazionali, quest’anno l’appuntamento gode del patrocinio del Ministero della Cultura e dei Media, della Città di Fiume e di importanti sponsor privati.
Accanto alla programmazione principale, la rassegna ospiterà anche un’interessante mostra di manifesti teatrali presso l’atrio della Casa croata di Cultura (HKD) di Sušak, offrendo un ulteriore spunto di riflessione sul potere della grafica nel veicolare l’immaginario teatrale. I biglietti saranno disponibili online (www.mojekarte.hr) a partire dal 1mo aprile e una settimana prima dell’inizio del Festival presso la biglietteria dell’HKD.

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