Le fotografie d’epoca: uno scrigno di ricordi

L'apertura dell'esposizione «Per duto Galiꭍan, un paeꭍ e la so ꭍento» segnerà il coronamento di un importante lavoro di ricerca della locale Comunità degli Italiani realizzato grazie al sostegno dell'UI

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Le fotografie d’epoca: uno scrigno di ricordi
Una delle tante foto che saranno esposte. Foto: CI DI GALLESANO

Domani sera la Sala maggiore della Comunità degli Italiani “Armando Capolicchio” di Gallesano ospiterà l’apertura della mostra fotografica “Per duto Gali∫an, un pae∫e la so ∫ento”. La cerimonia d’inaugurazione avrà inizio alle 20 alla presenza di tutte le famiglie che hanno partecipato al suo allestimento, di autori, attivisti, ospiti e autorità. Che l’evento sia uno di quelli da incorniciare è chiaro dalla mole del lavoro iniziato a marzo e ora in dirittura d’arrivo: un gruppo di lavoro composto da Violana Valente, Lorena Ghiraldo Moscarda, Nevio Matticchio, Corrado Ghiraldo e Pietro Demori, coordinato dalla presidente Debora Moscarda, ha visitato ben 28 famiglie in altrettante abitazioni a caccia di fotografie d’epoca.

Una collezione preziosa
L’invito lanciato ai compaesani è stato accolto con grande affiatamento e l’esito di questa singolare caccia lo dimostra: sono state raccolte, digitalizzate, descritte e catalogate ben 500 fotografie d’epoca dalle più antiche (dell’inizio del Novecento) alle più recenti (degli anni Ottanta). Per la mostra ne sono state selezionate novanta per la stampa su pannelli da esposizione che sono sicuramente le più interessanti. Ma l’intera collezione si presenta come uno scrigno di storia, ricordi, impressioni ed emozioni da custodire.

Immagini corredate da un sommario
Stando a Debora Moscarda, che abbiamo contattato per saperne di più, ogni foto è corredata da un sommario, da un codice, dai nomi delle persone ritratte (a volte anche i soprannomi), dall’anno o dal decennio dello scatto (laddove sia stato possibile accertarlo) e da una didascalia che riassume il soggetto dell’immagine. A suo dire il lavoro è proceduto lentamente proprio perché i ricercatori hanno voluto conoscere i nomi delle persone ritratte. Questo particolare dona al progetto quell’impronta di serietà e metodo tipici dei lavori di ricerca storica. Certamente, in alcuni casi non è stato possibile risalire all’identità delle persone ritratte, ma si è trattato solo di poche eccezioni alla regola. Nell’insieme, gli intervistati si sono dati da fare per rintracciare nel proprio albero genealogico proprio tutti gli zii, i prozii, i nonni e i bisnonni che gli eredi conoscono o per ricordo personale o per sentito nominare… Debora Moscarda ringrazia pertanto tutte le famiglie convocate che hanno accettato di partecipare alle interviste perché “gli album di famiglia sono comunque oggi intimi e personali, che generalmente non vanno condivisi col pubblico”.

Località, animali e feste
Le fotografie ritraggono anche luoghi caratteristici del paese, le sue vie e le piazze, gli edifici e gli ambienti domestici: la cucina, il focolare, la sala da pranzo. Le occasioni sono spesso conviviali e raffigurano pasti nuziali, ma anche cerimonie religiose come la Comunione e la Cresima. Alcune fotografie sono testimoni muti del progresso tecnologico, altre ritraggono la campagna e i riti legati alla coltivazione della terra, come la vendemmia. Altre ancora passano in rassegna allegri cortili di casa, orti e giardini con gli animali in primo piano: il cane, il gatto e l’asinello.
Per la cerimonia inaugurale è previsto anche uno slideshow delle immagini che non sono state selezionate per la stampa e l’esposizione, ma si potranno ammirare sul grande schermo in una sequenza che avrà tutti i pregi di un documentario, benché muto. Il progetto “Per duto Gali∫an, un pae∫e la so ∫ento” non termina qui, ma si arresta solo temporaneamente. Ripartirà a tempo debito con una seconda tornata di visite e interviste ad altre famiglie gallesanesi nel tentativo di recuperare un’altra collezione di ricordi individuali per fare in modo che diventi parte della memoria collettiva del paese intero. Progetto ed esposizione sono stati realizzati grazie a un finanziamento dell’Unione Italiana.

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