
La ricchezza interiore ed esteriore della donna sono al centro dell’attezione nella mostra fotografica di Andor Brakus, intitolata “Scatti rubati – Il mondo al femminile” e inaugurata ieri sera presso la Sala mostre di Palazzo Modello a Fiume. L’esposizione è patrocinata dall’Associazione fiumani italiani nel mondo (AFIM) e dalla CI di Fiume e si compone di scatti fotografici realizzati in circa cinque anni di viaggi in diversi Paesi del mondo, che ritraggono, raffigurano, raccontano e simboleggiano in una vetrina internazionale di volti, la donna nel suo ambiente, nella sua ricchezza non solo esteriore, ma anche interiore e spirituale. A detta dell’autore, la stessa non si avvale di particolari caratteristiche tecniche fotografiche da esaltare, ma vuole trasmettere emozioni che solo il mondo al femminile sa esprimere e comunicare.

Foto: IVOR HRELJANOVIC
A salutare i numerosi presenti è stato il presidente dell’UI, Maurizio Tremul, il quale, rivolgendosi a Brakus, ha osservato che l’autore ha realizzato le sue fotografie in giro per il mondo non come un semplice turista, ma come persona che va a scoprire e a comprendere il mondo e nuove culture. “Scoprire il mondo significa anche riscoprire le bellezze di casa propria. Fiume è il suo mondo e continua a tornarci”, ha rilevato Tremul, il quale ha anche puntualizzato che è bello vedere foto di volti perché sono ciò che vediamo alla nostra nascita e che ci accompagnano al momento della nostra morte. Tremul ha infine espresso l’augurio che la mostra venga vista da un pubblico quanto più vasto e che possa venire esposta anche in altre Comunità.
Il nuovo presidente della CI di Fiume, Enea Dessardo, ha salutato l’autore e i presenti, osservando come tutti sono legati dalla fiumanità.
Brakus, dicendosi molto commosso, ha espresso la sua gratitudine a tutti i presenti e ha spiegato che la mostra nasce dalla fiumanità. “Le donne fiumane sono state sempre importanti per la città, in quanto già cent’anni fa a Fiume avevano diritto di voto”, ha puntualizzato l’autore, il quale si è detto privilegiato nella vita, anche se nacque in un campo profughi. Infine ha spiegato che sotto gli scatti non scrive dove sono state fatte le foto perché “le donne sono una realtà unica al mondo”.
La cerimonia di inaugurazione della mostra è stata arricchita dall’intervento di tre alunni della SEI “Gelsi”, guidati dall’insegnante Patrizia Smelli, che hanno recitato versi in dialetto fiumano.
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