«L’arte è un incontro di anime»

Il pittore italiano Diego Veneziani racconta il suo modo di vivere la pittura, tra ricordi, natura e mare immortalati con pennellate sulle sue tele

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«L’arte è un incontro di anime»
Il pittore Diego Veneziani mentre dipinge Foto: Archivio di Diego Veneziani

Un ricordo, un frammento, un’immagine impressi nell’immensità della memoria, da dove emergono vividi, avvolti da colori, profumi, sensazioni del passato. Da queste piccole gocce gelosamente custodite nascono i quadri del pittore italiano Diego Veneziani. Non riproduzioni verosimili di paesaggi, ma attimi che, come guizzi, l’artista immortala sulle sue tele, ritornando col pensiero alla sua infanzia e al suo mare.

Cresciuto a Marina di San Vito, in provincia di Chieti, sulla costa del Mar Adriatico, a stretto contatto con la spiaggia e i paesaggi marini, Veneziani si è trasferito in Umbria, più precisamente a Perugia, ma continua a portare nel cuore il suo mare, elemento imprescindibile della sua vita, perennemente presente anche nella sua arte. Oltre all’immensa distesa blu, un’altra costante nelle esperienze dell’artista è la pittura: quella sinfonia di colori, linee e sfumature che crea armonia e suscitano emozioni in chi la osserva. “Sono in pensione e in questo momento mi dedico ai dipinti, vendendo anche alcune delle mie opere, mentre prima lavoravo come impiegato al Comune di Perugia. Ho sempre fatto qualcosa nel campo dell’arte, in passato mi ci dedicavo come hobby – ci racconta Diego Veneziani, raggiunto telefonicamente –. Ho cominciato con la pittura grazie a un amico, famoso pittore in Germania. Anni fa sono andato a trovarlo nel suo studio, dicendogli che volevo iniziare a dipingere, lui mi ha regalato qualche tubetto di colore, tra l’altro già usato, e un paio di pennellacci. Sono andato a comprare una tela e ho fatto una marina. Gli ho portato questo primo lavoro, lui ha aggiunto quattro colpettini di pennello, trasformandolo quasi in un’opera meravigliosa. Ho cominciato da lì, chiedendo consigli, poi ho continuato da solo, leggendo libri di pittura sul colore, sulla prospettiva e altro”.

“Brezza di mare”
Foto: Archivio di Diego Veneziani

Un avvicinamento graduale

L’avvicinamento al mondo dei quadri è stato graduale, prima l’artista aveva trovato un altro mezzo espressivo, fatto sempre di immagini, istantanee dai contrasti di tonalità e sfumature. “Negli anni ‘70 sono partito dalla fotografia: avevo tutta l’attrezzatura per sviluppare e stampare le foto; è una cosa che mi piaceva tantissimo. In seguito, negli anni ‘80, avendo degli amici a Venezia ho iniziato a entrare nel mondo della realizzazione delle maschere veneziane di cartapesta. In quell’ambiente ho scoperto la pittura e sempre nel medesimo periodo ho iniziato a dipingere – ricorda l’artista –. Ho avuto un intervallo in cui sono stato fermo, per poi riprendere in maniera più assidua”.

Nonostante i vari stop e i momenti di stasi Veneziani non ha mai abbandonato la sua passione per la tela e i pennelli e soprattutto ha custodito nel cuore i suoi ricordi e le immagini impresse nella mente. “Il mare è uno dei miei soggetti preferiti; quando mi sono trasferito a Perugia con la mia famiglia le vacanze sono state in Francia, Spagna, Portogallo, poi ancora sull’Atlantico, o in Grecia, oltre che visitare la Sicilia e la Sardegna, però sempre cercando ambienti marini non turistici, dove c’è una natura molto importante. Mi piace un certo tipo di mare, evito gli stabilimenti balneari, là mi annoio. Il massimo della vacanza per me è parlare con la gente, conoscere nuove storie. Sono costantemente alla ricerca della persona particolare, mi fermo a chiacchierare con il pescatore, mi piacciono i racconti degli anziani, le loro esperienze sono preziose”.

In molti dei suoi dipinti il pittore immortala paesaggi e ambienti marini, imbarcazioni, così come una natura rigogliosa e selvaggia. “Tutte le cose che ho raffigurato sono reminiscenze, non mi metto con il cavalletto davanti a un paesaggio e lo rifaccio, anche perché non mi piacerebbe. I miei lavori sono ricordi che poi elaboro e vengono fuori cose che in fondo non esistono, ma sono custoditi nella mia mente, questa è la mia libertà. Per me l’arte può fare tutto quello che vuole, altrimenti non è più libera. Per me l’arte non deve avere condizionamenti. L’artista deve sentirsi libero di poter fare tutto quello che vuole, altrimenti l’arte non è più libera”, sottolinea Diego Veneziani.

Foto: Archivio di Diego Veneziani

L’ispirazione

Essendo in pensione ora ha più tempo per dedicarsi alle sue passioni, anche se, ci confida, che non ci sono periodi particolari in cui predilige realizzare le tele. Qualsiasi istante o impulso sono adatti per gettarsi a capofitto in una nuova avventura pittorica. “Non ho un momento particolare in cui mi metto a dipingere. Quando vivevo da solo mi svegliavo di notte e iniziavo a riempire un quadro. Adesso, che ho una famiglia, lo faccio soprattutto alla mattina così non rompo le scatole a nessuno – scherza il pittore –, anche se ho un posto mio dove dipingo e tengo tutte le mie cose. A volte però lavoro a casa. Non so da che cosa nasca in me il desiderio di realizzare un’opera: adesso non sto lavorando a niente, ma può darsi che nel pomeriggio mi arrivi l’ispirazione e mi metta a dipingere”.

Le opere di Veneziani sono conosciute anche al di fuori dell’Italia, infatti, ha esposto pure all’estero. “I miei lavori sono stati presentati due volte in Spagna, poi in Francia, Svizzera e in diverse occasioni a Roma, in gallerie molto importanti, come la Biblioteca angelica, Museo Crocetti, Cancelleria Vaticana solo per citarne alcune – racconta l’intervistato –. La mia pittura è legata soprattutto al mare, sono tutti ricordi e atmosfere che riemergono dalla mente. Luoghi, amici, sapori, persone della mia famiglia, sono sensazioni ed emozioni che cerco di riportare sulla tela. Quando faccio qualche mostra e arriva un visitatore che si rivede nelle mie immagini, è un’immensa soddisfazione perché sono riuscito a trasmettere proprio ciò che volevo comunicare”.

Tale successo è possibile anche perché Diego Veneziani si immerge completamente nell’esperienza artistica, cercando di riprodurre pensieri e frammenti del suo passato. “Per me l’arte è un rifugio in qualcosa di magico: quando dipingo mi estraneo completamente da tutto e i problemi della vita spariscono. Mi rintano nei ricordi gioiosi, soprattutto nei luoghi della mia infanzia. L’arte, quando ci riesci, è un incontro delle anime – precisa il pittore –. Se ce la faccio a comunicare qualcosa a qualcuno e uno sconosciuto mi dice: ‘Questo quadro mi emoziona’, personalmente, dal punto di vista artistico, ho raggiunto il massimo. Attraverso la pittura esprimo sensazioni e sentimenti a persone che non conosco ed è una cosa bellissima”.

Le tecniche utilizzate

Il processo artistico è un percorso lungo, fatto di diversi momenti appaganti, a partire dal finire una tela. “Quando termino un lavoro non sono mai veramente soddisfatto, mi dico ‘può andare’ e lo firmo. Questo è il primo passo. Il secondo momento di appagamento si verifica a un’eventuale mostra, quando a un persona, a primo impatto, piacciono gli abbinamenti di colore di un lavoro, questa è una bella sensazione – ammette l’artista –. Poi, una cosa che amo ma non capita sempre, è quando un visitatore mi dice che i miei lavori gli ricordano qualcosa e risvegliano in lui o in lei delle emozioni”.

Foto: Archivio di Diego Veneziani

Le tecniche utilizzate da Diego Veneziani sono molteplici, si possono citare gli acquerelli, l’olio che regala delle belle sfumature, mentre l’acrilico è il materiale più pratico, come ci racconta. Ultimamente l’artista sta sperimentando pure il materico, realizzato grazie al gesso acrilico, ottenendo così degli effetti tridimensionali, un processo che ricorda la manifattura delle maschere di cartapesta, da cui era partito negli anni ‘80. Oltre al mare, l’artista ama la natura in generale e le passeggiate in mezzo al verde sono uno dei suoi passatempi. “Mentre vado in giro per i boschi trovo delle radici particolari che assomigliano a qualcosa. A casa le lavoro e le trasformo in un soggetto – ci confida –. Non scolpisco un pezzo di legno con lo scalpello, la natura ha già modellato la radice, mi limito ad abbellirla: continuo il lavoro da lei già creato”.

Progetti futuri

Se quello della scultura è un terreno che il pittore sta appena sperimentando, non mancano di certo progetti futuri legati alla sua pittura. Siccome le strade della vita sono imprevedibili, anche le collaborazioni possono nascere per caso o grazie ai social network. “Qualche tempo fa ho ricevuto un messaggio Facebook da un vecchio amico che frequentavo circa 20 anni fa. Lui fa parte dell’A.U.L.L. (Associazione umbra leucemie e linfomi) ed è venuto a sapere che dipingo. Questi sta organizzando un’esposizione collettiva che avrà luogo ad aprile alla Rocca Paolina di Perugia, fortezza medievale molto importante con una sala bellissima – ci racconta –. Ognuno dei partecipanti dona un’opera all’Associazione, i lavori verranno messi all’asta e il ricavato servirà a finanziare i progetti dell’A.U.L.L. Ho aderito ben volentieri anche perché tantissime famiglie, compresa la mia, hanno avuto a che fare con queste brutte malattie, quindi nel mio piccolo cerco di dare una mano e lo faccio molto volentieri”.

Oltre a questo impegno imminente in cantiere c’è un’esposizione in programma in autunno. “Un critico d’arte umbro mi presenterà a una mostra personale che farò probabilmente a ottobre o novembre di quest’anno. Il problema è prenotare la sala perché c’è una lista abbastanza lunga; si svolgerà in una chiesa sconsacrata ora abilitata a sala espositiva dove si fanno spesso mostre pittoriche e artistiche in un’atmosfera suggestiva. Questi sono i due progetti a cui sto lavorando al momento, da realizzare entro la fine del 2025”. Chissà magari in futuro ci sarà occasione di ammirare le opere di Diego Veneziani anche in Istria o a Fiume…

Foto: Archivio di Diego Veneziani

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