L’«Aquila fiumana» vola a Pescara

Il docufilm che racconta l’impresa dannunziana e la storia della statua simbolo del capoluogo del Quarnero sarà proiettato l’8 settembre, nell’ambito del festival dedicato al Vate

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L’«Aquila fiumana» vola a Pescara

Dopo il debutto nel capoluogo del Quarnero a metà giugno, arriva anche la prima mondiale, in Italia, e per la precisione nella città natale del Poeta Soldato: il docufilm di Velimir Grgić sull’aquila fiumana sarà proposto a Pescara, nell’ambito della terza edizione del Festival dannunziano, progetto lanciato nel 2019 con la “Festa della Rivoluzione” con l’obiettivo di togliere la polvere dal personaggio Gabriele d’Annunzio, permettendo agli italiani (e non soltanto) di riscoprirne la figura. Grgić sarà nella città abruzzese mercoledì 8 settembre (data significativa!), per presentare il suo lavoro, insieme con uno dei massimi esperti di cose dannunziane, Giordano Bruno Guerri – presidente della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, tra l’altro una delle principali location del filmato –, e lo storico Federico Carlo Simonelli, che ha contribuito al cortometraggio illustrando e spiegando i singoli aspetti e i relativi contesti della vicenda narrata.

 

La «testa» dell’aquila

E se protagonisti assoluti del filmato sono il Comandante e Fiume – città laboratorio di molti fenomeni che caratterizzeranno il Novecento –, a fare la parte del leone è appunto Simonelli, le cui ricerche hanno portato alla riscoperta dell’unica parte rimasta integra della statua originale (per intenderci, quella collocata in cima alla Torre civica nel 1906, su iniziativa delle donne fiumane): la “testa” mozzata dagli arditi Guglielmo Barbieri (fiumano) e Alberto Tappari (piemontese), il 4 novembre 1919. Il tassello mancante fu individuato da Simonelli nel 2017, riconoscendo nella testa di metallo immurata al Vittoriale, nel “Cortiletto degli Schiavoni” interno della Prioria, quella che era stata recisa a Fiume.

Un fermo immagine del documentario

Perduta e ritrovata

Dunque, all’Aurum di Pescara, attraverso la storia della statua simbolo di Fiume (decapitata dai dannunziani e poi abbattuta dal regime comunista nel 1949, ritornata nell’aprile 2017 sulla Torre civica, replica dell’originale), va in scena l’impresa dannunziana, con tutti i suoi risvolti politici e culturali, le conseguenze. Uscito nel 2021 (durata circa 50 minuti), prodotto dalla Pulsar di Zagabria e realizzato anche con il contributo della Città di Fiume, il documentario è stato diretto da Dario Lonjak, mentre Grgić, che firma la sceneggiatura, ne è il vero autore. Con riprese nei luoghi in cui si dipana la vicenda, interviste a studiosi e ricercatori italiani e croati (Federico Carlo Simonelli, Tea Perinčić, Ervin Dubrović, Simone Don e Hrvoje Urumović), ha cercato di ricostruire i fatti offrendo una narrazione approfondita e per certi versi inedita, cogliendo la prospettiva di entrambe le parti coinvolte, ossia quella italiana e quella croata.

La testa murata al Vittoriale

Momenti di grande cultura

De Gregori, Alice, Bollani, e poi ancora Morgan, Sgarbi, Guerri, Veneziani e Bennato: sono solo alcuni dei big e dei nomi di punta protagonisti del Festival dannunziano 2021, che si snoderà dal 3 al 12 settembre, all’insegna del tema “La città che sale: ritmo, velocità, movimento”, e che, tra le altre cose, avrà al centro il recupero dei luoghi dannunziani devastati dagli incendi di inizio agosto. In una decina di giorni, il pubblico potrà assistere a una carrellata di momenti di grande cultura, tra libri (come quello di Guerri sui 100 anni del Vittoriale), spettacoli, film (tra cui il documentario di Stefano Casertano “Il Poeta che volle farsi re” sull’impresa di Fiume e il biopic “Il cattivo poeta” di Gianluca Jodice, con Sergio Castellitto nei panni di d’Annunzio), concerti e tanto altro ancora, compresa una regata dedicata al Vate (4 settembre) che se da un lato vuole recuperare il rapporto di Pescara con il mare, dall’altro mira a istituzionalizzare l’iniziativa rendendola uno degli appuntamenti più importanti per l’Adriatico.

D’Annunzio a Fiume

Rapporti tra sponde dell’Adriatico

Ad arricchire il multiforme contenitore, anche l’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e la Società di studi fiumani – Archivio-Museo Storico di Fiume a Roma. Tra gli eventi da segnalare, il 3 settembre si parlerà del volume “D’Annunzio e l’altra sponda dell’Adriatico-Storia, memoria e poesia”, con l’ANVGD; partecipano Donatella Bracali, Marino Micich e Adriana Ivanov Danieli, con interventi di Giulia Basel e Alessio Tessitore. Il 4 settembre sarà la volta de “I Manifesti di Fiume”, con estratti dal libro “Prendiamo la Vittoria”, interventi di Guerri, Marino Micich ed Emiliano Loria, autore del volume.

Di rilevanza internazionale, il cenacolo dannunziano con la presenza di Vittorio Sgarbi, incentrato sul d’Annunzio ante-Fiume: il 9 settembre, il critico e storico d’arte svelerà dieci tele mai viste finora del pittore simbolista (e fotografo) Francesco Paolo Michetti (1851- 1929), amico del Vate. In chiusura, il “processo” a d’Annunzio, con Marco Marsilio, Francesca Fagnani, Giordano Bruno Guerri (nelle vesti di d’Annunzio), il direttore del Tg2, Gennaro Sangiuliano, Jacopo Fò, Marcello Veneziani, Daniela Musini, Franca Minnucci, e una Giuria popolare.

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