«L’aquila di Fiume»: storia del recupero

All'Art cinema ha avuto luogo la première nazionale del documentario che racconta il ritrovamento della testa rimossa dalla scultura in cima alla Torre civica

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«L’aquila di Fiume»: storia del recupero

Prima nazionale, giovedì scorso, del documentario “L’aquila di Fiume” (Riječki orao), che racconta il ritrovamento della testa dell’aquila bicipite sistemata in cima alla Torre civica, la quale fu rimossa dai soldati di Gabriele d’Annunzio durante l’Impresa di Fiume. Alla proiezione allestita nel cortile del Convento dei Cappuccini hanno partecipato il regista Dario Lonjak e lo sceneggiatore Velimir Grgić.

 

La storia della testa scomparsa dell’aquila bicipite di Fiume viene analizzata a partire, innanzitutto, dagli antefatti e dall’ideologia promossa da d’Annunzio, in cui l’Impresa di Fiume costituisce un punto di svolta, segnando l’inizio del declino della sua figura politica e sociale. Gli studiosi coinvolti nel film raccontano senza idealizzazioni la storia dell’attacco delle truppe dannunziane sulla città, soffermandosi in particolare sugli Arditi, di cui facevano parte Guglielmo Barbieri e Alberto Tarpari, responsabili della rimozione della testa. Il documentario spiega come l’oggetto sia stato ritrovato dallo studioso italiano Federico Carlo Simonelli, impegnato nello studio del mito delle imprese militari su Fiume costruito dallo stesso d’Annunzio. La testa dell’aquila bicipite, come spiegato nel documentario, era stata spedita a d’Annunzio dagli Arditi come segno di ringraziamento e di omaggio, insieme ad altri oggetti e opere d’arte. L’invio dei materiali è comprovato da una lettera di Guglielmo Barbieri allo stesso d’Annunzio, e conservata da quest’ultimo negli archivi del Vittoriale degli Italiani, il complesso monumentale costruito su commissione di d’Annunzio sulla sponda bresciana del lago di Garda, dove è stato ritrovato anche il capo rimosso dell’aquila bicipite.

Oltre agli studiosi italiani Federico Carlo Simonelli e Simone Don, al documentario hanno preso parte anche Tea Perinčić, curatrice al Museo di Marineria e di Storia del Litorale croato e autrice della mostra “Fiume o morte” allestita a Palazzo del governo e pubblicato nel 2020 nell’omonimo libro, Ervin Dubrović, direttore del Museo civico di Fiume, e Hrvoje Urumović, scultore e autore della replica dell’aquila bicipite risistemata nel 2017 in cima alla Torre civica, il quale spiega la genesi della scultura e le difficoltà legate alla sua realizzazione (in particolare, l’assenza di documentazione in merito all’aspetto della parte posteriore dell’aquila, che è stata ricreata interamente in base all’interpretazione dell’artista).

Le riprese del documentario, prodotto dalla Pulsar Produkcija, hanno avuto luogo in diverse parti della città di Fiume, oltre che in alcune località italiane, tra cui il sopracitato Vittoriale degli Italiani. Nel film vengono nominati numerosi personaggi che, in modo più o meno evidente, hanno giocato un ruolo nella permanenza di d’Annunzio in città, tra cui l’aviatore militare Guido Keller e la danzatrice russa Ida Rubinstein. Al termine della proiezione, il regista e lo sceneggiatore hanno discusso alcune particolarità legate alla produzione del documentario. Velimir Grgić ha affermato che “si tratta, in realtà, della storia comune legata alle politiche del XX secolo che in questo modo hanno segnato le vite di moltissime persone”. Il documentario è in programma all’Art cinema questa sera e domani (alle 20 e alle 21.30) e mercoledì, 30 giugno (alle ore 20).

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