
Lo scorso fine settimana, l’antica Torre medievale di San Martino a Buie ha ospitato la mostra collettiva “La Torre delle Donne”, un evento che ha saputo fondere storia, arte e la forza espressiva del mondo femminile. La mostra è stata organizzata nell’ambito dei festeggiamenti della città di Buie, offrendo al pubblico un’occasione unica per esplorare l’universo artistico delle donne. Il progetto nasce dalla sinergia tra due importanti realtà associative: “Port Art Women”, impegnata nella promozione dell’arte al femminile, e “Italiane a Londra”, un’associazione che supporta le artiste italiane residenti all’estero. Con il supporto dell’Università Popolare Aperta e il patrocinio della Città di Buie, questa iniziativa ha unito talenti e culture diverse sotto un unico tetto.
L’antica Torre medievale di San Martino è stata la cornice ideale per ospitare l’esposizione, frutto di un concorso conclusosi il 10 agosto scorso, e al quale sono pervenute 44 opere, di cui 34 sono state selezionate per l’esposizione da una giuria di esperti che avrà inoltre il compito di scegliere l’opera migliore tra quelle esposte, premiando l’autrice con una mostra indipendente nel 2025. La giuria è composta da: Lorella Limoncin Toth, soprintendente ai beni culturali della Regione istriana e critica d’arte, Ornella Urpis, sociologa e autrice di numerosi libri e saggi scientifici sui temi delle identità culturali, dei diritti umani e delle differenze sessuali e riproduttive, Nadia Pastorcich, giornalista con una formazione in Maestro d’arte e Arti applicate nonché laureata in Scienze del patrimonio audiovisivo e dei nuovi media e da Lovorka Lukani, direttrice dell’UPA di Buie e rinomata artista regionale. La storica struttura, con le sue pietre che narrano secoli di storia, ha accolto così le opere di artiste provenienti da diverse realtà, creando un contrasto affascinante tra il passato e il presente, tra la tradizione e l’innovazione.
Iniziative come queste non solo offrono un palcoscenico alle artiste, ma contribuiscono anche a riscrivere una storia dell’arte che spesso ha ignorato il ruolo cruciale delle donne. La mostra ha dato voce a quell’universo poco esplorato, portando alla luce le sfumature di un’esperienza femminile che si manifesta attraverso colori, forme e materiali diversi. Le opere esposte hanno spaziato tra diverse forme d’arte, dalla pittura alla scultura, dalla fotografia alle installazioni, offrendo al pubblico una panoramica delle molteplici espressioni artistiche delle donne. Ognuna ha raccontato una storia, un’emozione, una riflessione sul mondo contemporaneo o sulla condizione femminile, in un dialogo continuo tra arte e vita.
Le 34 artiste provenienti da vari paesi, tra cui Croazia, Italia, Germania, Montenegro, Serbia e Slovenia sono: Kristina Kinkela Valčić, Jelena Jovančov, Teresa Noto, Elisabetta Maresio, Jelena Martinović, Vanda Jurković, Francesca Zamolo, Martina Kamenečki, Dijana Nazor Čorda, Lidia Biočić, Chiara Coltro, Tiziana Elisabetta Chard, Vesna Robotic, Manuela De Stefani, Isabel Carafi, Žana Bernatović, Jasmina Lesić, Iva Kajić, Monika Petrović, Tereza Kesovija-Lupetina, Daniela Minutola, Margareta Peršić, Gordana Špoljar Andrašić, Suzana Pirtovšek, Marina Djira, Nevena Živić, Kristina Pongrac, Nataša Ač, Alenka Tominac, Ester Diklić, Marta Licul, Ljiljana Barković, Klara Rabenseifner Miljević e Sabina Čanić.

Foto: ERIKA BARNABA
La parola alla giuria
L’inaugurazione della serata è stata affidata a Lorella Limoncin Toth, che ha presentato le artiste e ha spiegato l’origine del nome dell’esposizione: “Questo titolo particolare deriva dalla Torre, l’ultima superstite delle torri cittadine, restaurata circa dieci anni fa e oggi trasformata in uno spazio espositivo di grande interesse. Durante la prima edizione, a causa della pandemia, non abbiamo potuto sviluppare appieno la nostra iniziativa, ma abbiamo gettato un seme che ha permesso di creare una rete che mette in contatto donne appartenenti a diverse realtà artistiche, linguistiche e sociali, offrendo loro uno spazio per raccontare il proprio lavoro in modo accattivante e professionale. Oggi, nella terza edizione, ritroviamo lo stesso entusiasmo. Un ringraziamento speciale va a Ornella Urpis, ideatrice e anima del progetto, alla direttrice dell’UPA di Buie Lovorka Lukani e a Tanja Šuflaj, che ha avviato il progetto. Grazie anche alla collega Nadia Pastorcich, che ha arricchito il gruppo. Ma perché creare un concorso dedicato espressamente alle donne? Perché l’arte femminile è ancora un mistero per molti. Le donne sono state spesso muse e soggetti per artisti maschi, ma la loro arte è rimasta in gran parte sconosciuta. Le donne, custodi di saggezza e sentimenti, hanno sempre dimostrato il loro talento, ma la storia ha spesso trascurato le loro creazioni. Il mondo femminile è uno spazio poco esplorato, ricco di sfumature che meritano di essere portate alla luce”, ha rilevato la Limoncin Toth.
Ornella Urpis ha invece condiviso le origini: “Il progetto è nato nel 2021 con una prima riunione insieme a Giuseppina Rajko (Viceconsole d’Italia a Buie) e l’artista Fulvia Žudič, con l’intento di offrire alle donne un’opportunità in più per presentare la loro arte e creare una piccola comunità artistica. La prima esposizione si è tenuta nel 2022, inizialmente nel mondo digitale a causa della pandemia, e successivamente qui nella Torre. Lo scorso anno abbiamo pubblicato un catalogo distribuito negli atenei italiani e su vari portali telematici per dare una possibilità alle donne di avere maggiore visibilità”, ha concluso consegnando poi, alla fine della mostra, la pubblicazione ai presenti.
Lovorka Lukani ha espresso il suo apprezzamento per le artiste partecipanti, affermando: “Ogni opera racconta una storia unica, rappresentando le donne in tutta la loro diversità. Sono orgogliosa di aver contribuito a questo progetto, iniziato da Tanja Šuflaj, mia predecessora alla direzione dell’UPA, che mi ha passato il testimone e mi ha reso fiera di poter dare il mio contributo.”
Infine, Nadia Pastorcich ha sottolineato: “È stata una scoperta perché attraverso lo sguardo di un’altra donna si riescono a percepire degli aspetti che non si notano. Quindi è un modo per viaggiare interiormente e scoprire le emozioni, le sensazioni e la sensibilità di una donna e come si esprime attraverso l’arte e le diverse tecniche e anche supporti in quanto abbiamo qui delle sculture, dei quadri, da quelli più astratti a quelli più figurativi, certi che raccontano più l’emozione e altri più la realtà. Quindi è uno spaccato di vita della donna a 360 gradi. Pure il fatto che la torre presenti l’esposizione verso l’alto, nei diversi piani, porta in un viaggio interiore nei vari livelli dell’anima”.
“La Torre delle Donne” ha dimostrato quindi come l’arte possa essere un potente strumento di dialogo e di confronto, capace di abbattere confini culturali e geografici. La mostra è stata anche apprezzata dalla critica, che ha elogiato l’originalità del progetto e la qualità delle opere esposte grazie al suo grande significato culturale e sociale, capace di valorizzare l’arte al femminile in un contesto storico e simbolico di grande rilevanza.

Foto: ERIKA BARNABA

Foto: ERIKA BARNABA
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