Nell’ambito del 61esimo raduno dell’Associazione Fiumani Italiani nel Mondo, che si è articolato in una serie di eventi nel corso di questa settimana e si concluderà oggi, negli spazi della Comunità degli Italiani di Fiume si sono tenuti ieri due eventi culturali di rilievo: è stata riproposta la presentazione della mostra fotografica “Il mondo al femminile” di Andor Brakus, già inaugurata lunedì scorso, e sono stati presentati due libri dello scrittore di origini fiumane Diego Zandel, intitolati “Un affare balcanico” e “Racconti istro fiumani”.
Legami con la zona quarnerina
A presentare le due pubblicazioni di questo autore di successo, che ha all’attivo numerosi romanzi e racconti, sono state le docenti e studiose del Dipartimento di Italianistica dell’Università di Fiume, Corinna Gerbaz Giuliano e Gianna Mazzieri-Sanković. Non è potuto mancare, ovviamente, il saluto del presidente della CI, Enea Dessardo, il quale ha osservato che questa settimana è stata un’occasione per stare insieme e parlare di temi interessanti. Corinna Gerbaz Giuliano ha proposto una breve biografia di Zandel, nella quale ha rimarcato il forte legame dell’autore con questi territori, che sono molto spesso il luogo dell’azione dei suoi scritti, al che Gianna Mazzieri-Sanković si è soffermata sui “Racconti istro fiumani”, editi dalla B#S Edizioni nel 2024, che comprende sei racconti di varia intonazione e tematiche, ma con un denominatore comune: la terra, da una parte quella fiumana nella quale si apre un ramo della famiglia, dall’altra quella istriana di Albona.
Storie autentiche
“Terre alle quali l’autore continua a ispirarsi per ricucire storie autentiche – ha rilevato la studiosa –. Come confessa nella sua introduzione, Zandel nella sua vita non ha scritto molti racconti ed è noto maggiormente per la sua produzione di romanzi. Spiega che i racconti hanno una genesi diversa, sono solitamente commissionati da riviste o curatori di antologie nel tentativo di affrontare un determinato tema”, ha sottolineato Mazzieri-Sanković, rilevando come i primi due racconti, “Villa Speranza” e “La casa in riva al fiume”, sono stati commissionati dalla rivista Casa viva e sono legati strettamente alla sua biografia, alle sue passioni, racconti di una vita che per una serie di circostanze lo ha messo a contatto con ambienti diversi, tra cui pure quello dei servizi segreti. Secondo la studiosa, Zandel rende con leggerezza argomenti scomodi, riportando ricordi personali e intrecciati a vicende vissute da personaggi di diverse etnie, credo politici, età, professioni. Storie esemplari – ha osservato la studiosa – non solo per la quantità di dati riportati, ma pure per la visione dialettica proposta. “I due racconti fiumani, ‘Villa Speranza’ e ‘Quell’amore che aveva fermato il tempo’, raccontano il ritorno del protagonista nel luogo della sua giovinezza, Fiume. È un incontro-scontro con il sé stesso di un tempo, con la memoria, la realtà dopo tanti decenni. La memoria che tende ad abbellire e a mitizzare, e il presente, che è crudele e distrugge il sogno. È sempre Zandel, sebbene nascosto tra gli innumerevoli nomi, che assegna ai protagonisti a ritornare e a subire delusioni”.
Da Roma a Belgrado
La studiosa ha fatto in seguito riferimento ai romanzi “Eredità colpevole” e “Un affare balcanico” (Voland 2024), che appartengono al genere dei romanzi gialli o di spionaggio. In questo contesto, la studiosa ha osservato che “anche se non si può parlare di uno stile avanguardistico, si colgono aspetti di nuovi sperimentalismi fondati sull’intersezione palese di linguaggi diversi, dai mass media agli ipertesti di Internet, con un nuovo rapporto tra testi scritti e immagini, capaci di affrontare i grandi temi d’attualità in rapporto alla tradizione. Negli ultimi due romanzi, l’autore adotta un’ambientazione sicura e globale, spaziando da Roma al Cipro, dalla Grecia e Belgrado, così come non dimentica di apporre la propria firma nascosta nei riferimenti alle proprie radici. Si lega in questa ottica la scelta del nome del protagonista Guido Lednaz, personaggio principale dei due romanzi succitati”. In questi ultimi scritti, l’autore ha cominciato a occuparsi delle complesse vicende dei confini nord-orientali, attento a non lasciarsi condizionare da pregiudizi ideologici, che per molti anni hanno reso difficile una disamina spassionata delle dinamiche responsabili delle stragi consumate. Gianna Mazzieri-Sanković ha rimarcato che sono due gli indirizzi del suo interesse: l’argomento legato all’ambiente delle sue origini e il genere giallo. Non rari i casi in cui riesce a unire le due tematiche facendo dell’ambiente istro-quarnerino e giuliano-dalmata il luogo dell’azione di provenienza dei personaggi, che la studiosa trova particolarmente intrigante.
Verità storica e finzione
A riportare il riassunto del libro “Un affare balcanico”, che mescola nel romanzo verità storica e finzione, è stata Corinna Gerbaz Giuliano, la quale ha osservato che con questa storia contribuisce a formare l’opinione pubblica su un fatto veramente accaduto, in quanto ispirato a fatti storici noti e in questo caso l’acquisto di quote di proprietà della Telekom Serbia da parte di Telecom Italia e in parte della società di telecomunicazioni greca OTE, avvenuta nel 1997. “Un’operazione losca, che ha visto coinvolti personaggi della vita politica italiana e serba, ma non solo”, ha sottolineato la docente.
Una narrazione coinvolgente
Diego Zandel ha rilevato, facendo riferimento al romanzo “Un affare balcanico”, che la vicenda si presta alla fantasia di un narratore perché offre tanto materiale. “Sta al narratore, il cui obiettivo è in primo luogo quello di coinvolgere il lettore, comporre una storia avvincente – ha puntualizzato l’autore –. Per questo motivo, nella stesura del romanzo ho messo insieme eventi accaduti in anni diversi, ma me ne sono servito per creare una narrazione coinvolgente. Allo scrittore interessa, più che dire la verità, far partecipare il lettore a una storia che si legga tutto d’un fiato. Spero di esserci riuscito”, ha rilevato Zandel, facendo in seguito riferimento ai “Racconti istro fiumani”, che vennero pubblicati nel 2011 in croato con il titolo “Riječko-istarske priče”. “La mia fantasia lavora sempre con questi territori, ma anche con i Balcani che sono un’estensione di questo territorio e che ha sempre suscitato il mio interesse. Tutti i racconti sono ambientati a Fiume e ad Albona”, ha puntualizzato Diego Zandel.
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