La storia dell’opera dal rinascimento a oggi

L’ambizioso concerto-spettacolo è teso a (ri)proporre, oltre alle arie più note, anche alcune che, per la loro difficoltà, sono state raramente eseguite

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La storia dell’opera dal rinascimento a oggi
Una scena dell’opera “Maria Stuarda”. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Il 3 ottobre verrà ufficialmente avviata la nuova stagione teatrale dello “Zajc” di Fiume con un insolito e originale viaggio nella storia dell’opera, a partire dall’epoca rinascimentale fino a quella contemporanea, attraverso una miriade di chicche liriche accuratamente scelte, tradotte nelle arie e nelle scene drammatiche di ben 34 opere diverse realizzate da 28 rinomati compositori. In tale contesto, in occasione dei concerti-spettacolo “Viaggio temporale nell’opera 1 e 2” i solisti e le soliste dell’Ensemble operistico fiumano, guidati da Kristina Kolar, Anamarija Knego, Michaela Selinger, Juro Počkaj, Božo Jurić Pešić, Stefany Findrik e Marko Fortunato, affiancati dagli ospiti Diana Haller, Claire Rutter, Brett Sprague e Giorgio Surian, dall’Orchestra sinfonica dell’ente teatrale e dal coro dell’Opera (diretto dal Maestro Matteo Salvemini), condurrano il pubblico attraverso quattro secoli di affascinante storia del summenzionato genere teatrale e musicale.

Lo hanno annunciato in conferenza stampa, preceduta dall’aria “Morta al mondo… Figlia impura di Bolena” tratta dalla tragedia lirica donizettiana “Maria Stuarda” (1835), il sovrintendente Marin Blažević, il mezzosoprano Diana Haller e il Maestro messinese Marco Alibrando.

Diana Haller, Marin Blažević e Marco Alibrando.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Un repertorio complesso e impegnativo
Nel suo intervento introduttivo, il sovrintendente uscente ha rilevato che l’ambizioso progetto, decisamente anomalo e non poco impegnativo, concepito insieme a Haller, è teso a (ri)proporre, com’è stato fatto anche durante il suo mandato, oltre alle arie più note, anche alcune che, per la loro difficoltà, raramente sono state eseguite sia nel mondo, che in Regione o presso l’ente teatrale quarnerino. A tale riguardo Blažević ha riferito che “considerando alcuni titoli proposti nelle scorse stagioni, negli ultimi vent’anni l’Opera di Fiume è divenuta nota a livello regionale quale casa operistica atta alla realizzazione di programmi ritenuti eccezionali, insoliti sia per ciò che concerne la città di Fiume, che la Regione e la Croazia in generale. Si tratta di opere liriche le quali, sebbene facciano parte del regolare repertorio operistico mondiale, in Croazia sono state presentate in modo relativamente sporadico, nello specifico a Fiume, ma anche in ambito regionale. La primadonna dell’Opera di Stato di Stoccarda, Diana Haller, rientra nella missione programmatica e nell’idea che cerchiamo di trasmettere al pubblico fiumano e a coloro che giungono nel capoluogo quarnerino, ossia che il repertorio operistico è molto più ampio della decina di opere di Puccini, Verdi, Mozart, Rossini che insistentemente continuavano a venir rappresentate nei nostri territori”.
In concomitanza con queste riflessioni il responsabile ha aggiunto che “per concludere in bellezza l’ultima parte della mia stagione, insieme con Diana abbiamo pensato di effettuare un’esplorazione ancora più complessa e profonda relativa alla storia dell’opera mondiale. Sulla scia di ciò, con il progetto ‘Viaggio temporale nell’opera 1 e 2’ abbiamo immaginato di proporre ai nostri spettatori arie e scene di quante più opere e compositori possibili”. In seguito, Marin Blažević ha ribadito che la sunnominata macchina del tempo, atta a scavare a fondo nella storia dell’opera europea, si concluderà con l’esecuzione delle opere di Boris Papandopulo.

Un momento della conferenza stampa.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Un progetto «folle»
Sulla falsariga delle sue parole, Diana Haller, autrice in concerto con il sovrintendente del concetto, del programma e della regia, ha spiegato che “il progetto, che spazia dall’epoca barocca a quella contemporanea, rappresenta per i cantanti una grande sfida”. Infatti, ha specificato, in poco meno di tre ore si trovano a doversi confrontare con stili diversi, a modo del Maestro che deve affrontare tanti numeri. A confermarlo è stato il Mº Marco Alibrando, che dirigerà il “viaggio” inerente al primo concerto (il secondo, in programma il 10 ottobre, sarà diretto dal Maestro Marko Hribernik), il quale ha riferito che a seguito della lettura del programma il primo pensiero è stato che fossero impazziti, ma che essendo lui stesso un pochino folle e proprio per l’importante coinvolgimentro del coro e dell’orchestra, ha deciso di partecipare all’impresa.
Infine, Blažević si è soffermato sugli altri elementi interessanti pensati per i concerti-spettacolo, quali la partecipazione della bravissima e amatissima Neva Rošić, che ritorna al Teatro fiumano nel ruolo di narratrice e fil rouge delle storie nel tempo, le soluzioni scenografiche a mezza scena o a mezzo concerto (firmate da Dalibor Fugošić e Alan Vukelić, responsabili anche delle luci), nonché costumi particolari (firmati da Sandra Dekanić) ai quali durante il percorso si aggiungono altre parti storicamente legate a un periodo diverso.
Ricorderemo che nel corso del primo appuntamento il pubblico avrà modo di gustare alcune arie di Monteverdi, di Purcell, di Händel, di Vivaldi, di Rameau, di Gluck, di Haydn, di Mozart, di Cherubini, di Rossini, di von Weber, di Bellini, di Donizetti e di Verdi. Il secondo proporrà invece quelle di Berlioz, Bizet, Boito, Wagner, Čajkovski, Massenet, Musorgski, Zajc, Strauss, Puccini, Berg, Janáček, Britten e Papandopulo.

Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

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