«La storia dell’Impresa di Fiume: uno snodo per la cultura europea del Novecento»

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«La storia dell’Impresa di Fiume: uno snodo per la cultura europea del Novecento»

GARDONE RIVIERA | D’Annunzio nutriva un profondo disprezzo per il fascismo. Nei suoi scritti non parlava mai di camicie nere, soltanto di quelle sordide. Sosteneva di amare tutti i bambini, tranne quelli vestiti da balilla, che non voleva attorno. Non celebrava le date sacre del regime e aveva quasi sempre parole di scherno per i gerarchi. Sono queste le posizioni che emergono dal nuovo libro del giornalista, storico nonché presidente della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, Giordano Bruno Guerri, dal titolo “Disobbedisco. Cinquecento giorni di rivoluzione. Fiume 1919-1920” (Mondadori, pagg. 564, euro 28). Nel volume – che dalla settimana scorsa è in vendita nelle principali librerie italiane –, l’autore smonta non solo l’ipotesi che il Vate fosse consono al regime mussoliniano, ma ricostruisce l’impresa compiuta a Fiume, con un racconto appassionante e documentato, grazie agli scritti conservati negli archivi del Vittoriale stesso. E in questa occasione abbiamo interpellato l’autore, il quale, tra i tanti incarichi che ha ricoperto finora, è stato anche direttore editoriale dell’Arnoldo Mondadori Editore e direttore di “Storia illustrata”, “Chorus” e “L’indipendente”. Gli abbiamo posto alcune domande legate alla pubblicazione del volume.

Come si presenta il suo nuovo volume “Disobbedisco. Cinquecento giorni di rivoluzione. Fiume 1919-1920”?

“È una storia dell’Impresa fiumana di D’Annunzio, che parte dalle origini. Il primo capitolo del volume ricostruisce la storia di Fiume e arriva fino al Vittoriale e a quella che è stata la città quarnerina successivamente. Il pregio del libro è che per la prima volta è stato completamente sviscerato l’Archivio fiumano che possediamo al Vittoriale e che comprende tutte le carte riguardanti i legionari, i ministeri, i processi del tribunale speciale e tanto altro ancora. Quindi, un volune realizzato grazie a un’infinità di documenti e fotografie che spesso sono inediti”.

Qual è la genesi della pubblicazione?

“Ritengo che la storia dell’Impresa di Fiume sia uno snodo fondamentale per la cultura e la politica europea del Novecento. Una storia che finora è stata malamente interpretata. Infatti, il fascismo, in particolare Mussolini, si è impossessato dell’Impresa facendola diventare fascista. La storia di Fiume è stata quindi distorta durante il Ventennio come simbolo di una retorica militarista e tronfia del regime fascista, e nel periodo successivo, dal dopoguerra fino ad oggi, ha risentito di quell’interpretazione distorta. Il volume intende rimediare a tutto ciò. A riportare l’Impresa fiumana alla sua verità storica”.

E quindi qual è la sua interpretazione dell’Impresa?

“L’occupazione dannunziana di Fiume fu soprattutto un esperimento politico universale completamente inedito, che non si può guardare né da destra, né da sinistra. Non si può farlo perché conteneva elementi innovativi che riguardano entrambe le parti politiche. ‘La Carta del Carnaro’, scritta da Alceste De Ambris nel 1920, è la Costituzione ideale di questo sistema”.

Come procede la collaborazione del Vittoriale con Fiume Capitale europea della Cultura 2020?

“Procede molto bene. Dal punto degli vista degli studi e degli accordi, ho invitato il capodipartimento alla Cultura della Città di Fiume, Ivan Šarar, a inaugurare insieme a me il Convegno internazionale sull’Impresa fiumana che si terrà all’inizio di settembre al Vittoriale. Simposio che prevede anche la presenza di molti studiosi croati, in modo da rapportare i temi da ogni punto di vista. Inoltre auspico anche che il sindaco di Fiume, Vojko Obersnel, possa venire ad aprire, assieme al suo omologo triestino, la grande mostra che è in programma a luglio nella città giuliana e organizzata dal Vittoriale. Io stesso ho accettato di tenere una conferenza a Fiume nei giorni del centenario dell’Impresa fiumana. E ciò nell’ambito di una mostra per la quale concederemo in prestito le nostre fotografie inedite. Ci saranno poi altre occasioni di collaborazione. Quella che al momento mi rallegra maggiormente, è la visita degli studenti della Scuola media superiore italiana di Fiume al Vittoriale il prossimo 14 maggio. In tale occasione i giovani presentaranno il nuovo lavoro didattico sul centenario dell’Impresa”.

Ci sono delle novità rigurdanti i resti di Riccardo Gigante, il senatore di Fiume legato a D’Annunzio da una profonda amicizia, tanto che il Vate lo avrebbe voluto vedere sepolto nel suo personale Mausoleo del Vittoriale?

“Mi auguro che si possa fare. Il Vittoriale è pronto a farlo. Naturalmente occorre una serie di permessi dopo che è stato effettuato il riconoscimento effettivo dei resti. Conto che potremo farlo se non nel 2019, certamente nel 2020. Sarà un evento significativo”.

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