
Ogni sinfonia di Anton Bruckner si presenta come un incantevole e monumentale affresco musicale, in cui il complesso materiale concorre a “edificare” una straordinaria struttura armonica e melodica, permeata da una profonda spiritualità ed espressione di fede cristiana. È così anche la Sinfonia n. 3 in re minore (WAB 103) eseguita lo scorso fine settimana al Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume dall’Orchestra sinfonica della Radiotelevisione croata (HRT) di Zagabria sotto la direzione del Maestro Valentin Egel.
Grande ammiratore di Wagner
Bruckner dedicò la Terza sinfonia a Richard Wagner, del quale fu grande ammiratore, per cui viene tuttora chiamata “Sinfonia di Wagner”. Venne scritta nel 1873, ma il compositore continuò a lavorarci sopra ancora per anni, per cui nel 1877 si ebbe una seconda revisione e nel 1889 una terza, conclusiva. L’altra sera è stata eseguita la versione finale della composizione.
È curiosa una vicenda legata alla sinfonia, che riportiamo da Wikipedia: “Nel 1873 Bruckner inviò la sua seconda e la sua terza sinfonia a Wagner, chiedendogli di sceglierne una. Il giorno dopo il compositore andò a fargli una visita per chiedergli qual era la sua scelta definitiva, ma bevettero così tanta birra insieme che Bruckner dimenticò quale sinfonia avesse scelto Wagner. Così gli scrisse una lettera dicendogli ‘Sinfonia in re minore, dove la tromba introduce il tema principale?’ e Wagner rispose ‘Sì! Buona fortuna, Richard Wagner’. In seguito a quell’episodio Wagner era solito chiamare Bruckner con l’appellativo ‘Bruckner, die Trompete’ (Bruckner la tromba) e rimasero amici. Nella dedica, Bruckner scrisse di Wagner ‘l’inarrivabile signore famoso in tutto il mondo maestro di musica e poesia’”.
Numerose revisioni
La partitura originale conteneva citazioni tratte dalle opere wagneriane “Tristano e Isotta” e “La Valchiria”, ma nelle revisioni della sinfonia Bruckner decise di eliminare questi simboli della sua ammirazione per Wagner e creare una composizione interamente sua. La Terza sinfonia viene considerata effettivamente la prima sinfonia nella quale Bruckner mette in mostra la grandezza della sua visione e l’imponente “architettura” della sua musica.
L’Orchestra sinfonica dell’HRT, sotto la guida del Maestro Valentin Egel, ha regalato al pubblico un’esecuzione curata e ricca di sfumature. Fin dalla prima nota del primo movimento (Mehr langsam. Misterioso), l’organico, sotto il gesto ispirato del direttore, ha dato vita a un’interpretazione coinvolgente, caratterizzata da diversi passaggi particolarmente intensi e “costruiti” con la massima cura. Il primo movimento si apre con un tema maestoso presentato dalla tromba e nel suo corso si susseguono segmenti contrastanti. L’Orchestra zagabrese è caratterizzata da un organico ampio che ci è sembrato ben equilibrato dal punto di vista sonoro, per cui i forti e i fortissimi sono risultati notevolmente intensi e imponenti. Da rilevare pure una vasta gamma dinamica, sapientemente dosata dal Maestro Egel, che ha tenuto ben saldo il controllo dell’Orchestra, la quale ha eseguito puntualmente tutte le indicazioni del direttore. Particolarmente espressivo ed emozionante è stato il crescendo finale del primo movimento.

Foto: ŽELJKO JERNEIĆ
Un insieme armonioso
Il secondo movimento (Adagio. Bewegt, quasi Andante) si apre con una dolce melodia alla quale si susseguono segmenti frammentati e contrastanti, mentre il terzo (Scherzo. Ziemlich schnell) è tipicamente energico, con un accattivante trio nel quale Bruckner ha evocato scene della vita rurale austriaca. Anche qui, l’Orchestra ha costruito con cura ciascun segmento, mentre le varie sezioni si sono intrecciate creando un insieme armonioso. Il quarto movimento (Finale. Allegro) ha concluso in bellezza la sinfonia e il concerto. Si apre con un segmento concitato al quale fa seguito una squisita melodia presentata dagli archi e dai fiati. Verso la fine del movimento viene ripreso il tema del primo, seguito da una brillante coda. L’intensità del tessuto musicale è stata resa con espressività dall’Orchestra per raggiungere il culmine finale e il coronamento di uno straordinario percorso spirituale e umano. Il pubblico ha premiato con copiosi e forti applausi l’Orchestra sinfonica dell’HRT e il Maestro Valentin Egel.
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