La rosa, una potente metafora che incarna l’incanto della vita

Alla Comunità degli Italiani di Fiume è stato presentato il volume di Silvana De Brenta, nel quale la poetessa rende omaggio alla sua natia Portole e alla sua famiglia

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La rosa, una potente metafora che incarna l’incanto della vita
Rina Brumini e Silvana De Brenta. In primo piano alcune copie del volume. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

È stato un incontro letterario intimo, all’insegna della finezza e della delicatezza, quello di ieri sera, presso il Salone delle feste di Palazzo Modello a Fiume, che ha visto protagonista l’autrice Silvana De Brenta e la sua raccolta di poesie “Il rumore della rosa”, pubblicata nel 2024 per i tipi della Aletti Editore. La poetessa e le sue liriche, un sentito omaggio alla sua natia Portole e alla sua famiglia, nello specifico alla nonna Angelica, sono state raccontate con eleganza e rispetto dalla prof.ssa Rina Brumini, la quale ha accentuato che “la raccolta vanta tre prefazioni: dell’arabista, scrittore e traduttore libanese naturalizzato italiano Hafez Haidar, del poeta italo-argentino Claudio Marcelo López e della professoressa Irene Visintini. Si tratta di 52 componimenti poetici suddivisi in due parti, nelle quali Silvana ci fa rispettivamente entrare nel suo mondo intimo/familiare e nelle 16 poesie senza titolo, cosiddette ‘Suites’”.
A sua volta, De Brenta ha rimarcato con eloquenza il viaggio profondamente personale ed emotivamente risonante attraverso temi universali come l’amore, la memoria, la passione per tutti i colori della vita, la sua fugacità e una struggente nostalgia evocata dai versi. Non ha mancato di riferire il significato simbolico della rosa, non solo come fiore che l’ha accompagnata nei suoi percorsi lavorativo e personale, ma altresì quale una potente metafora che incarna la fragile bellezza, l’intensità appassionata e la dolce amarezza della vita. L’apparente paradosso (tradotto nella figura retorica della sinestesia) del “rumore” della rosa rappresenta, a detta di Brumini e De Brenta, la voce della donna e i suoni sottili ma profondi delle emozioni femminili, come pure il fruscio sussurrato dei ricordi più cari e il dolce scorrere del tempo inarrestabile.
Nel corso dell’incontro Brumini e la poetessa hanno rilevato che l’opera si distingue anche per il legame che quest’ultima ha costruito con un pubblico globale attraverso Instagram, nell’ambito del quale, nonostante non sia pubblico, la prof.ssa ha fatto presente sia diventata una vera “star”. Ad allietarlo è stata la lettura di alcune liriche per voce di Luka Babić.

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