La pietra d’Istria un elemento vivo

Le opere di Graciela Machado e Alessandra d’Agnolo, allestite nella Galleria «El Magazein» a Dignano, costituiscono un’immancabile parte dell’identità

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La pietra d’Istria un elemento vivo
Il visitatori al “Magazein”. Foto: VANJA STOILJKOVIĆ

Aperta fino a fine agosto presso la Galleria “El Magazein” a Dignano la mostra “Immanenze, Duetto” di Graciela Machado e Alessandra d’Agnolo. Sulla mostra la critica d’arte Maria Giovanna Vielli di Venezia spiega: “Alessandra è veneziana. Un DNA pregno di bellezza, luce, acqua e… pietra d’Istria, il cui biancore non si dimentica facilmente. Il suo è un viaggio di scoperta interiore che parte da una città d’acqua per arrivare a un luogo di pietra, dove l’anima dell’umanità scomparsa precede ogni trasformazione. Chiese, rovine, abbandoni che resistono e s’impongono per un dialogo costante e continuativo. Sofferenza nella terra profuga, preghiera, speranza in tutto ciò che permane inesorabilmente oltre al tempo e a una luce spirituale che emana la foglia d’oro nei quadri o la terra ‘bruciata’, materia tattile… quasi una terza dimensione. Graciela, portoghese, ha ben interpretato quanto sia potente l’energia accumulata nelle immagini di una popolazione ‘assente’, generazioni scomparse ma forti ancora nella memoria di chi resta, per poco in questa dimensione che permane sempre mutabile e, solo apparentemente, ferma. Un dialogo infinito fissando su migliaia di fogli, con tecniche litografiche, il suo ‘instancabile tentativo di comprendere il mondo’, il tempo, l’oblio, la decadenza mai muta. Ricordo le parole di Vito Teti ne ‘Il senso dei luoghi, memoria e storia di Paesi abbandonati’: ‘Contro ogni apparenza, i luoghi abbandonati non muoiono mai. Si solidificano nella dimensione della memoria di coloro che vi abitavano, fino a costituire un irriducibile elemento di identità. Vivono di una loro fisicità, di una loro corposa e materiale consistenza. Si alimentano di uno spessore doppio e riflesso. Pretendono non la fissità, ma al contrario il movimento, il percorso fisico e mentale di una loro continua riconquista’. La pietra in territorio istriano è uno studio antropologico, dialoga, vive e permane in un fluire costante verso l’eterno. C’è un senso in questi luoghi. Un senso per sentirli. Un senso per capirli. Un senso per percorrerli, che è quello doppio del partire e del tornare, del vivere e del vissuto”.
Graciela Machado è nata a Porto, dove si è laureata in Pittura presso la Escola Superior Belas Artes do Porto, conseguendo successivamente il master in Incisione alla Slade School of Fine Arts di Londra e il dottorato in Disegno presso l’Università dei Paesi Baschi.
Alessandra d’Angelo è nata a Venezia, dove vive e lavora. Dopo aver completato gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, viene ammessa alla Slade School per un master in Fine arts. Ha esposto il suo lavoro in Europa, America e Asia. La mostra è aperta tutti i giorni dalle ore 11.30 alle 12.30 o su richiesta chiamando al numero di cellulare 099 755 4974.

Alcuni dei lavori esposti realizzati dalle due artiste.
Foto: VANJA STOILJKOVIĆ

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