«La nave scuola». Pagine di storia tra foto e cimeli

Al Palazzo dello Zucchero a Fiume è allestita fino al prossimo 15 dicembre la mostra sul natante che dal secondo dopoguerra fino al 1990 ha ricoperto la funzione di nave scuola

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«La nave scuola». Pagine di storia tra foto e cimeli
Il modellino della “Galeb”. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Nell’attesa che venga completata la complessa (e costosa) opera di restauro della nave “Galeb”, al Palazzo dello Zucchero, una delle sedi del Museo civico di Fiume, è stata allestita una mostra che approfondisce un aspetto importante della storia dell’imbarcazione: la sua funzione didattica. Nel salone principale al secondo piano del Palazzo è pertanto in visione fino al 15 dicembre l’esposizione “La nave scuola”, che racconta il percorso di formazione dei futuri marittimi, ufficiali della flotta commerciale e della Marina militare jugoslava a bordo del panfilo.

Il primo viaggio scolastico
Come racconta l’autrice della mostra, Kristina Pavec, nei pannelli esplicativi dell’allestimento, dopo l’intervento di restauro al cantiere Uljanik di Pola nel secondo dopoguerra, la nave partì per il primo viaggio scolastico nel 1953. Successivamente, ogni anno nei mesi estivi la “Galeb” faceva tappa nei vari porti del Mediterraneo con a bordo diverse generazioni di futuri ufficiali provenienti delle accademie militari. Oltre che per l’apprendimento di nozioni pratiche del lavoro e della vita a bordo, questi lunghi viaggi, che duravano per settimane, permettevano ai giovani di conoscere le diverse culture dei Paesi nei cui porti attraccavano per qualche giorno. Durante l’estate, infatti, la nave “Galeb” si trasformava in un’università galleggiante. La “Galeb” non era l’unica nave scuola utilizzata a quell’epoca per la formazione di giovani marittimi: la prima imbarcazione di questo tipo fu la nave “Margita” dell’Istituto nautico di Buccari, mentre tra quelli più noti rientrano anche la “Vila Velebita” e il veliero “Jadran”. All’epoca in cui ricopriva la funzione di nave scuola, la “Galeb” disponeva, su otto ponti, di tutto il necessario per la vita a bordo: unità abitative, aule di studio, cucine e sale da pranzo, depositi frigorifero, magazzini per cibo e acqua potabile, ma anche un salone da barbiere, una sartoria, una stireria e lavanderia, come pure un ambulatorio, uno studio dentistico e una sala operatoria.

Le targhe che documentano i viaggi della “Galeb”.
Foto: HELENA LABUS BAČIĆ

Teoria e pratica
Il programma di studio dei futuri ufficiali – spiega l’autrice della mostra – era molto complesso e impegnativo. Oltre alla parte teorica, comprendeva anche quello pratico, nel quale rientrava appunto il viaggio a bordo della nave “Galeb”. La nave percorreva perlopiù rotte nel Mediterraneo, spesso anche nel Mar Nero, e soltanto una volta fece tappa nel Mare del Nord e nel Mar Baltico. I viaggi erano un’occasione ideale per far conoscere ai futuri ufficiali i porti mediterranei, le manovre indispensabili per evitare collisioni in mare e l’applicazione del diritto marittimo.
Durante il suo primo viaggio nel 1953, la “Galeb” gettò l’ancora nei porti di Francia, Spagna, Marocco, Siria, Grecia e Turchia. Fino al 1990, la nave aveva compiuto più di trenta viaggi scolastici. Lo testimoniano le targhe che un tempo decoravano la parte aperta del ponte superiore, ora esposte nell’ambito della mostra, che segnavano l’anno e i mesi in cui il viaggio è stato compiuto, i porti nei quali la nave è attraccata e la lunghezza del percorso. L’allestimento contiene anche un modello della nave “Galeb”, vari souvenir provenienti da Paesi esotici, compassi e altri strumenti utilizzati nella nautica, documenti e fotografie d’epoca, nonché un filmato che documenta un viaggio scolastico della “Galeb” negli anni Settanta, in cui vengono descritte tutte le attività svolte a bordo della nave durante il percorso, il che permette di conoscere nei particolari la vita quotidiana dei futuri ufficiali e dell’equipaggio.

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