La multiforme identità di Fiume: un tesoro da tutelare

Il Convegno «Promozione della diversità linguistica nell’Europa centrale», tenutosi nell’Aula consiliare del capoluogo quarnerino, ha fornito numerosi spunti di riflessione

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La multiforme identità di Fiume: un tesoro da tutelare
Giovanni Stelli ha presentato l’attività della Società di Studi fiumani. In prima fila da destra Gianna Mazzieri-Sanković e Corinna Gerbaz Giuliano. Foto: RONI BRMALJ

Si è tenuto nell’Aula consiliare di Fiume un Convegno linguistico che ha fatto luce su diversi aspetti linguistici della storia di Fiume e ha fornito una piattaforma utile per lo scambio di pareri ed esperienze. A dare il benvenuto ai presenti è stata Laura Marchig, la quale ha spiegato che il Convegno “Promozione della diversità linguistica nell’Europa centrale”, è organizzato dallo Stato Libero di Fiume e dalla Coppieters foundation, con il sostegno della Città di Fiume e della Regione litoraneo-montana, nonché in collaborazione con il Museo civico di Fiume, la Società di Studi fiumani, la Comunità degli Italiani di Fiume e la Cattedra per la lingua ungherese dell’Ateneo fiumano.

Una città plurilinguistica
Prima di dare la parola al vicepresidente dello Stato Libero di Fiume, Predrag Miletić, Marchig ha ripercorso brevemente il passato cittadino e ha ricordato che a cavallo tra il XIX e il XX secolo a Fiume venivano usate quattro lingue ufficiali (italiano, ungherese, croato e tedesco). Ai presenti si è rivolto pure Giovanni Stelli, presidente della Società di Studi fiumani di Roma, il quale ha salutato l’iniziativa della promozione degli studi linguistici. “La restituzione della storia fiumana nella sua complessità pluriculturale e plurilinguistica – ha dichiarato – è anche il nostro obiettivo. Abbiamo partecipato ad altri due Convegni ai quali abbiamo portato alcune testimonianze relative al dialetto fiumano”.

Collaborazione internazionale
In un breve intervento il direttore del Museo civico di Fiume, Ervin Dubrović, ha spiegato che il Museo incoraggia la collaborazione internazionale con lo scopo di studiare la storia fiumana. Nel corso degli ultimi decenni gli studiosi del Museo si sono occupati anche di temi impopolari e controversi, ma è importante mantenere vivi gli scambi con altre istituzioni europee.

Mantenere vivo l’idioma
Il primo intervento è stato quello della docente Gianna Mazzieri Sanković, la quale ha parlato di “Identità e diversità nelle pagine in dialetto fiumano”, un tema interdisciplinare. L’identità, ha sottolineato la docente, non può venire creata artificialmente ma può cambiare nel tempo e per questo motivo la più grande forza di Fiume è la sua multiforme identità.
“Dopo la Seconda guerra mondiale la cultura italiana ha ignorato la cultura italiana fuori dai confini e reputo che sia necessario rivalutare questo atteggiamento – ha puntualizzato Mazzieri Sanković -. La popolazione italiana a Fiume è diventata minoranza e la lingua non si usa in tutti i contesti ma è relegata alla Comunità degli Italiani e alla famiglia. Per questo è in potenziale via d’estinzione e la sua perdita comporterebbe una perdita di identità e del patrimonio culturale cittadino. Manlio Cortelazzo negli anni Novanta ha paventato un’eclissi delle sorti del dialetto e per questo motivo sono preziose le pubblicazioni scientifiche del Dipartimento di Italianistica di Fiume”. La docente ha esposto brevemente la produzione storica in dialetto fiumano citando autori quali Zuane de la Marsecia (1861-1890), Oscarre Russi (1887-1910), Ettore Mazzieri (1920-2004), Egidio Milinovich (1903-1981), Ezio Mestrovich (1941-2003), Mario Schiavato (1931-2020), Tiziana Dabović (1959) e Laura Marchig (1962).

Curare il mosaico linguistico
Il secondo intervento del Convegno è stato quello di Eszter Tamaskó che ha parlato de “Il croato e l’ungherese come lingue minoritarie nel sistema scolastico in Ungheria e Croazia”. Sono seguite le lezioni “Diversità linguistica e plurilinguismo nel passato e presente di Fiume” di Angela Ilić, “Sulle varietà romanze in Istria e a Fiume: tutelare un mosaico linguistico” di Isabella Matticchio e “La tutela della lingua croata e della variante icava in Serbia come bene culturale immateriale” di Katarina Čeliković.
Giovanni Stelli ha parlato de “Il contributo della Società di Studi fiumani per lo studio e la salvaguardia del dialetto fiumano” e ha ripercorso la ricca storia dell’Istituzione e i traguardi raggiunti dal 1977, anno della costituzione a Roma, ad oggi.
L’esperto di linguistica e dialettologia per le aree del Tirolo e del Lussemburgo Cristian Kollmann, ha tenuto un’interessante lezione sul sistema scolastico in Sudtirolo e sull’importanza dell’insegnamento nella lingua madre della minoranza. Kollman ha parlato dei gruppi etnici presenti sul territorio (tedeschi, italiani e ladini) e di come sia cambiata la percentuale della loro presenza negli ultimi cent’anni. In conclusione ha spiegato che il principio d’insegnamento immersivo incoraggia il plurilinguismo ed è una condotta virtuosa per le minoranze.
A chiudere la prima parte del Convegno è stato Maurizio Tremul, presidente dell’Unione Italiana, il quale ha presentato l’ordinamento giuridico-costituzionale croato e sloveno in materia di tutela dei diritti delle Comunità Nazionali per poi soffermarsi sulle specificità di tali diritti. È seguita un’analisi critica della loro attuazione con proposte concrete di miglioramento.
Al pomeriggio hanno presentato i risultati delle loro ricerche Sanja Zubčić, Zvjezdana Vrzić, Petra Žagar Šoštarić, Diana Stolac, Roman Roblek, Marko Medved, Ivan Jeličić e Ana Alebić Juretić.

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