La mostra di Klimt slitta alla primavera del 2021

Ad annunciarlo è stato Ervin Dubrović, direttore del Museo civico di Fiume, che ci ha parlato pure di altri progetti portati avanti in seno all’ente museale

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La mostra di Klimt slitta alla primavera del 2021

Uno degli eventi più attesi nell’ambito del progetto Fiume Capitale europea della Cultura è senza dubbio la grande mostra dedicata a Gustav Klimt che sarebbe dovuta essere inaugurata il 14 luglio di quest’anno, in occasione del compleanno del grande artista austriaco, ma che a causa della pandemia di coronavirus, che ha paralizzato tutti i progetti culturali, dovrà essere rimandata all’anno prossimo. Lo ha annunciato il direttore del Museo civico, Ervin Dubrović, che, malgrado tutte le avversità che l’emergenza sanitaria ha generato, continua a coltivare una buona dose di ottimismo nella speranza che i progetti avviati – e in seno al Museo sono davvero tanti – saranno realizzati, anche se con un po’ di ritardo. Tuttavia, è davvero mortificante dover rimandare di un anno un progetto impegnativo e complesso, che ha richiesto anni di lavoro, senza avere nemmeno la certezza che l’allestimento sarà infine realizzato così com’è stato pianificato.
“Speravamo che la pandemia si sarebbe conclusa in tempi brevi e che i progetti pianificati per quest’estate si sarebbero potuti comunque svolgere, ma visto l’evolversi della situazione è chiaro che la decisione più logica era rimandare il tutto all’anno prossimo e inaugurare la mostra nella primavera del 2021 – ha dichiarato Dubrović –. Anche se la situazione si calmasse entro luglio, non avrebbe senso inaugurare una mostra di tale portata in una stagione che, stando alle previsioni, è ormai persa da punto di vista turistico. Infatti, al fine di attirare il maggior numero possibile di visitatori, avevamo pianificato di tenere aperta la aperta durante l’estate, quando a Fiume ci sono numerosi turisti”.
L’allestimento si avvale di numerose opere provenienti da istituzioni museali dall’estero. Queste sono ancora disposte a dare in prestito le loro opere di Klimt, nonostante la situazione sia cambiata?

La facciata settentrionale del Palazzo della Direzione. Foto Goran Žiković

“La mostra di Klimt è stata realizzata in collaborazione con istituzioni museali dell’Austria e della Romania, le quali hanno dimostrato molta comprensione per la situazione in cui ci siamo trovati tutti e hanno acconsentito a dare comunque in prestito le opere anche se la mostra verrà realizzata l’anno prossimo. Ciò che possiamo fare nel corso di quest’anno è concludere il lavoro al catalogo, in quanto disponiamo di traduzioni e fotografie, per giungere preparati al 2021. L’emergenza ha inferto un grave colpo al progetto Fiume CEC, ma anche a noi in seno al Museo, in quanto un team di nostri esperti ha lavorato all’allestimento per due anni. È incredibile quanto questo lavoro sia complesso ed esigente, in quanto la realizzazione di una mostra simile richiede che vengano soddisfatte numerose condizioni standard in questo campo. È necessario disporre di garanzie, dell’assicurazione delle opere, di mezzi di trasporto speciali come pure di particolari modalità di trasporto di determinate opere d’arte e via dicendo. È necessario tenere conto di innumerevoli particolari e condizioni, per cui è stato uno shock constatare che il lavoro e i soldi finora investiti potrebbero essere stati spesi invano. Per fortuna, nonostante tutto, la mostra si realizzerà sicuramente, anche se probabilmente non sarà facile racimolare tutti i mezzi necessari per farlo”.
La pandemia ha un impatto negativo sull’economia e le conseguenze sono particolarmente evidenti nel campo della cultura. Ci saranno problemi nello stanziamento dei mezzi necessari per la realizzazione della mostra?
“I preparativi per la mostra di Klimt sono stati in gran parte già svolti, è stato realizzato il progetto per la scenografia dell’allestimento e finora è stato investito un quarto dei mezzi previsti. Per il momento non posso dire in che modo verranno trovati i fondi necessari per concludere il progetto. Ad ogni modo, la mostra si farà senza dubbio”.
I lavori al Palazzo della Direzione dell’ex Zuccherificio proseguono, nonostante le difficoltà, e così anche alla sede attuale del Museo civico, il cosiddetto “Cubetto” (Kockica)…

I lavori procedono nell’attuale sede del Museo civico. Foto Ivor Hreljanović

“Il Palazzo è un punto positivo che ci rallegra in questi tempi difficili. L’edificio è in via di completamento e si attende l’attrezzatura che giunge dall’estero e che sta tardando a causa del blocco dei confini e dei trasporti. A ogni modo, sono grato a tutti gli operai che continuano a lavorare al Palazzo. Per quanto riguarda la nostra sede attuale, anche qui i lavori procedono, nonostante si sono verificati dei ritardi in seguito a certi materiali in arrivo dall’estero. Tra questi, un vetro di particolare resistenza e qualità, che verrà montato sulle finestre. Il tetto dell’edificio è stato già rinnovato, mentre al momento si lavora al manto esterno del Museo. Questo sarà adeguato ad accogliere la mostra di Klimt, dal momento che è necessario investire pure agli impianti antincendio, di sicurezza, di climatizzazione e d’illuminazione. Finora, nella realizzazione della mostra abbiamo investito circa 1,7 milioni di kune, ma si stima che per il montaggio dei succitati impianti sarebbe necessario un investimento di altri uno o due milioni di kune. Quindi, l’investimento complessivo nella mostra e nell’adattamento del Museo ammonterebbe a circa 3-4 milioni di kune”.
Come procede il lavoro all’allestimento permanente nella nuova sede del Museo civico nel Palazzo della Direzione?
“Al momento mi sto occupando intensamente di questo lavoro, in quanto sono io l’autore dell’allestimento. Insieme ai miei collaboratori ci lavoro da tre anni: raccogliamo il materiale espositivo, portiamo avanti le ricerche, scriviamo le legende. Per il momento saranno riportate in croato e inglese, mentre in seguito lavoreremo alle traduzioni in italiano e possibilmente anche in tedesco e ungherese. L’allestimento permanente nel Palazzo della Direzione si estenderà al primo e al secondo piano. Nella stanza ‘introduttiva’ verrà raccontata la storia di Fiume dalla preistoria fino al XVIII secolo, alla quale segue l’evoluzione della città dal 1719, anno in cui ottenne lo status di Porto franco dall’imperatore Carlo VI d’Austria, fino ai giorni nostri. L’allestimento è suddiviso in due segmenti: al primo piano sarà presentata la storia economica e culturale di Fiume dal 1719 al giorno d’oggi, mentre al secondo piano sarà trattata la storia del complesso Benčić e nello specifico la produzione di zucchero e la ‘Privilegiata compagnia di Trieste e Fiume’, i cui proprietari erano originari di Anversa. Questa parte si concentra sulla Fiume europea, porto e centro industriale dell’Impero austroungarico, e sul zucchero come bene di lusso che veniva esportato in diverse parti del mondo. Nell’ambito dell’allestimento si potrà, ad esempio, vedere una cartina del mondo con su segnate le filiali di compagnie che si occupano di commercio di zucchero, com’è questa nostra. Nel XVIII secolo, Fiume era il cuore dell’Impero austroungarico e grazie al capitale austriaco nella nostra città vengono fondate compagnie ambiziose che portano avanti i loro affari in tutto il mondo, dal Cile agli Stati Uniti e alla Cina. L’allestimento presenterà pure la storia della Fabbrica Tabacchi e quella di macchinari nel complesso Benčić”.
Quali programmi verranno, invece, organizzati nell’attuale Museo civico?

Ervin Dubrović

“Qui si terrà la mostra di Klimt e, una volta traslocati nella nuova sede, spero che sarà possibile organizzare nel ‘Cubetto’ mostre temporanee e itineranti, ovvero allestimenti internazionali di grande rilievo”.
C’è la possibilità per un allestimento dedicato al Ri rock?
“Sì, ci abbiamo pensato, ma per ora non è ancora un progetto concreto”.
Accanto al Palazzo della Direzione si trova un piccolo padiglione, chiamato Teatrino, che versa in condizioni disastrose e che per ora non è incluso nel progetto di rinnovo del complesso Benčić. Ad ogni modo, è uno stabile protetto dai conservatori. Che cosa se ne farà?
“Per ora non è ancora chiaro il destino di quest’edificio, anche perché nell’ambito del progetto di edificazione del Benčić non sono stati stanziati i mezzi per il suo restauro. Ad ogni modo, non può essere demolito e un domani si dovrà pensare in che modo metterlo in funzione. Per il momento, sta all’amministrazione cittadina ideare un modo di ‘camuffarlo’ affinché non stoni troppo nell’ambiente riassettato del complesso”.
Sopporta bene questo isolamento forzato?
“Sì, lo sopporto bene. Mi reco al lavoro ogni giorno, non soltanto per tenermi occupato e non pensare troppo alla situazione che ci assilla, bensì anche perché il lavoro legato all’allestimento permanente nella nuova sede del Museo civico è davvero ingente e impegnativo. Alcuni miei colleghi preferiscono lavorare da casa, mentre noialtri ci organizziamo in due gruppi per evitare che troppe persone si trovino a contatto allo stesso tempo. Per fortuna, la tecnologia permette di svolgere il lavoro anche da remoto, quindi qui non ci sono problemi e il lavoro prosegue. La crisi sanitaria ha capovolto le nostre priorità e ciò che finora ci sembrava essenziale ora più non lo è. Ora è importante rimanere sani e vivi, avere da mangiare e stare al sicuro. Ad ogni modo, continuiamo a sperare che la situazione migliori al più presto”.

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