«La mia Istria» ora anche in italiano

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«La mia Istria» ora anche in italiano

ROVIGNO È stata presentata nei giorni scorsi, nell’intimo e accogliente ambiente del chiostro del Convento di San Francesco a Rovigno, l’edizione italiana del libro “La mia Istria”, dell’autore Elio Velan.

L’opera, edita dall’Associazione artistico culturale “Giusto Curto” nasce originariamente in lingua croata (“Moja Istra”) come sintesi del trentennale lavoro giornalistico, iniziato nel 1986 al quotidiano “La Voce del popolo” e proseguito a TV Capodistria, al “Glas Istre” e alla sede regionale della RAI.
Un libro destinato a entrare nella storia, se non altro in quella dell’Associazione, come ha fatto ben notare, nel corso della serata, il segretario Riccardo Bosazzi, visto che si tratta della prima pubblicazione realizzata dall’istituzione della stessa, tre anni fa.
“Lo scrittore si confronta con la sua terra natia, con ciò che questa terra ha passato nel tempo e va alla ricerca della verità, quella verità che certe volte può essere anche scomoda, però a un certo punto bisogna affrontarla per liberarsi dagli scheletri del passato e vivere questa terra e la sua gente in maniera armoniosa”, ha illustrato Bosazzi, citando la prefazione all’edizione italiana, firmata da Franca Dapas, esule rovignese, secondo la quale il libro offre vari momenti critici della storia istriana che, presentati con onestà intellettuale e sulla base di documenti, compongono un quadro su cui riflettere e meditare.
Fatto di testimonianze e confessioni, il libro analizza, infatti, la storia partendo dalle persone che si raccontano o che l’autore racconta. Una riflessione che parte dal locale, scoprendo a mano a mano che in esso si nascondono questioni di natura globale.
In sette capitoli, Velan dedica gran parte del libro alla sua città natia, Rovigno, partendo dalla storia delle isole dell’arcipelago rovignese per arrivare al dialetto istrioto, parlata che oggi, purtroppo, è in pericolo d’estinzione.
Si chiede che cosa sia oggi Rovigno senza la sua parlata e le sue tradizioni, toccando così un altro problema scottante: quello dell’accoglienza e dell’integrazione. Una questione che, stando a Velan, non era sempre stata così problematica, perché la città ha da sempre accolto genti provenienti da altri luoghi, da altri Paesi, senza temere che la propria identità andasse perduta.
In un altro capitolo, l’autore – in veste di giornalista aveva fatto da mediatore del dialogo tra due culture diverse, quella della maggioranza croata e quella della minoranza italiana – tratta la dimensione culturale di Pisino, città dove hanno studiato importanti personalità, tra le quali – ricorda Velan – Biagio Marin, Luigi Dallapiccola, Vladimir Nazor e molti altri. Attraverso la storia dei due Ginnasi (italiano e croato) nel Novecento, Velan analizza il sistema scolastico quale vittima del ciclone della politica e oggetto da contendere. Nell’ultimo capitolo del libro, Velan si sofferma sul paesaggio istriano e sui muri a secco, vedute che vede scomparire tra costruzioni moderne, lanciando un appello a salvaguardare la bellezza della terra natia.
L’edizione italiana, come sottolinea l’autore, non ha comportato una traduzione, bensì una riscrittura del libro, anche se segue pedissequamente ogni pagina, facendo attenzione a non proporre al lettore italiano un’altra variante. L’italiano è, infatti, la sua lingua materna e, in quanto tale, lingua dominante. “È stato, però, fondamentale il mio lavoro al ‘Glas Istre’ e al ‘Novi List’ per capire quello che l’altro voleva dire, perché non esiste dialogo senza il tentativo di comprensione”, ha fatto notare.
Alla lettura di passaggi tratti dal libro (il testo italiano è stato presentato dall’autore, mentre gli stessi passaggi, tratti dall’edizione croata, sono stati letti da Amneris Bosazzi), si sono intercalati, dopo l’interpretazione di una “Frottola medievale” scritta da Andrea Antico da Montona da parte del Mº Massimo Brajković, brani della tradizione musicale locale e canzoni dedicate a Rovigno, interpretate, in versione acustica dai membri dell’Associazione artistico culturale “Giusto Curto”, Sergio Preden “Gato” e Mirko Cetinski, accompagnati, alla chitarra e alle tastiere da Ricky Bosazzi e Massimo Brajković.

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