
Il Centro multimediale di Rovigno ha ospitato il terzo appuntamento del ciclo di concerti educativi “Teorema musicale”, bilingui, realizzati come da tradizione dall’Università popolare aperta di Rovigno in collaborazione con la Sezione di Pola dell’Associazione dei musicisti croati e con il patrocinio della Città di Rovigno, dell’Ente per il turismo cittadino e l’Assessorato per la Cultura e la territorialità della Regione istriana.
A dare un caloroso benvenuto al folto pubblico accorso, tra cui molti studenti delle scuole rovignesi, è stata la direttrice artistica di “Teorema musicale” Aleksandra Santin Golojka, che ha introdotto la serata dedicata alla tradizione vocale rovignese tra sacro e profano curata per l’occasione da Alessio Giuricin, studente di Musicologia presso la Facoltà di Cremona.
Protagonisti della splendida serata intitolata “Echi e riflessi rovignesi tra sacro e profano” sono stati il coro misto della Società artistico-culturale “Marco Garbin” della locale Comunità degli Italiani “Pino Budicin” e il quartetto vocale “Le nuove quattro colonne”.
Nascita ed evoluzione dei canti
Alessio Giuricin ha parlato della pittoresca tradizione rovignese, di usi e costumi rovignesi, illustrando il significato e le caratteristiche del patrimonio musicale e dello sviluppo dei canti popolari come le bitinàde, le butunàde, le àrie da nuòto, cioè melodie canore popolari che venivano cantate sul far delle sera da tre o quattro cantori, le àrie da cuntràda, cantate dalle donne nelle viuzze e nei campielli di Rovigno, e pure dei cori da chiesa. “La bitinàda è un’originale espressione dei canti popolari rovignesi. Questo è un modo particolare di esecuzione dell’accompagnamento musicale alle voci dei solisti fatto dai bitinadùri. Quando il solista o i solisti in duetto intonano la canzone prescelta, i bitinadùri iniziano con le proprie voci ad imitare il suono dei diversi strumenti musicali, creando l’effetto di un’orchestra. Per ottenere un’esecuzione armonica, almeno tre o quattro bitinadùri imitano i toni bassi della chitarra o del contrabbasso. Quindi, a gruppi o singolarmente, vengono imitati i suoni dei toni alti della chitarra con almeno tre voci che definiscono gli accordi.
Gli altri membri del coro, a propria scelta, imitano il suono degli strumenti complementari come il mandolino e la mandola, in dialetto definiti “tintini”. Secondo la tradizione, la bitinàda è nata tra i pescatori rovignesi che per ore stavano a bordo delle barche a pescare e rammendare le reti. Visto che avevano le mani occupate per tenere gli strumenti, venne loro l’idea di creare con le voci l’effetto di un’eccellente orchestra. La conservazione e il mantenimento della tradizione delle bitinàde e dei bitinadùri a Rovigno è curata soprattutto dalla Società artistico-culturale “Marco Garbin” della Comunità degli Italiani di Rovigno. “La bitinàda rovignese è stata inserita, come bene culturale immateriale, nell’Elenco dei beni immateriali sotto tutela del Ministero per la cultura della Repubblica di Croazia”, ha spiegato Giuricin nel suo dettagliato intervento sui generi canori di Rovigno.

Il periodo della Pasqua
Il coro misto della SAC “Marco Garbin”, diretto da Alessio Giuricin, si è esibito con un ricco repertorio delle più famose bitinàde, àrie da nuòto e àrie da cuntràda e cuòri, trasportando il pubblico in tempi nostalgici di una Rovigno del passato. Non sono mancate le butunàde, ossia discanti eseguiti solitamente a due voci, dai toni satirici e scherzosi, eseguite dai cantori de “Le nuove quattro colonne”.
Si è parlato inoltre dell’antica processione del Venerdì Santo a Rovigno e della musica sacra che stanno vivendo la loro recente riscoperta grazie al progetto “Col chiaro della luna…” il quale presenta le similitudini tra i canti della processione e le àrie da nuòto popolari. “Dal 2024 il parroco della Chiesa di Sant’Eufemia, mons. Vilim Grbac, ha espresso il desiderio di riportare nella liturgia i canti di questo rito e di inserirli in quello della Via Crucis attraverso le vie del centro storico”, ha spiegato Alessio Giuricin. A concludere la serata è stato un calorosissimo applauso del pubblico a indicare che la tradizione rovignese vive più che mai nei cuori dei suoi abitanti. È seguito poi, il laboratorio di bitinàde che ha suscitato grande interesse tra gli avventori. Il prossimo appuntamento di “Teorema musicale” si svolgerà a settembre.

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