La «Guardiana dei sogni» tra gatti, fiaba e realtà

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La «Guardiana dei sogni» tra gatti, fiaba e realtà

TRIESTE | Estate da palcoscenico per Corrado Premuda, che firma “Guardiana dei sogni. Variazioni su Leonor Fini” e si appresta a incontrare il pubblico delle regioni FVG e Istria con “Felici e contente”, con il Dramma Italiano di Fiume, per la regia di Giorgio Amodeo, con Ivna Bruk, Serena Ferraiuolo, Bruno Nacinovich, Lucio Slama, scene di Ljerka Hribar e costumi di Osanna Šašinka. Lo spettacolo andrà in scena il 4 ottobre 2018 allo Zajc. Ma prima della “prima” ancora appuntamenti settembrini con Alzetta-Fini, sempre al Museo Revoltella, che dà voce, corpo, consistenza, emozioni ai personaggi della mostra sugli artisti triestini del Primo Novecento, da non perdere.

Sara Alzetta è Fini e gatta, gatta e Fini, così come Premuda ha descritto quest’incredibile artista, i cui quadri campeggiano alle spalle degli spettatori o al loro fianco con quelli dei grandi nomi di una grande Trieste, piena di sfide psicotiche e psichedeliche, sulla via di una psicanalisi che qui trova soggetti incredibili. Sara Alzetta, con grande talento e arte, restituisce una Fini circondata da fantasmi, quelli che hanno condizionato la sua vita di bambina contesa dai genitori. Una vita di fughe rocambolesche e amori incondizionati, con i gatti soprattutto. “Guardiana dei sogni. Variazioni su Leonor Fini”, s’ispira alle opere e alla personalità dell’artista.
“Si accenna all’infanzia triestina di Leonor – racconta l’autore del testo, Corrado Premuda –, contrassegnata subito dal grande amore per i gatti e da una malattia agli occhi che obbligò la ragazzina, figlia unica, a trascorrere alcuni mesi sola e nell’oscurità. Si racconta del successo riscosso da giovane, anche come costumista, a Parigi malgrado l’atteggiamento maschilista dell’ambiente artistico. Ci si sposta a Roma, dove Leonor vivrà negli anni drammatici della Seconda guerra mondiale. Il talento si affianca a uno stile di vita bizzarro e libero, all’invenzione di un immaginario onirico che concilia la fiaba e la realtà, in viaggio su un treno fantastico (protagonista di un ciclo di sue opere) che diventa palcoscenico teatrale”.
La completezza dell’attrice Sara Alzetta, dona spessore al personaggio Fini, ora gatto, ora quadro, ora donna e femmina, sempre un po’ sopra le righe, per quella vita che va rincorsa e acchiappata con dei grandi salti, accanto a icone dell’arte di allora, che lei frequenta con disinvoltura. Anche lo spettacolo si svolge all’interno della mostra, trasformando l’esposizione in un’emozione senza confini, le grandi firme attraverso i personaggi ritratti, seguono lo spettacolo, come in una simulazione scientifica, il passato è adesso e sarà nel futuro, la realtà che viviamo è l’unica possibile. E quella che s’incontra nelle piroette della Alzetta è Leonor, così come Premuda la descrive.
Anche lo spettacolo del Dramma Italiano si basa sull’omonimo libro di Corrado Premuda. Le ben note storie di sempre sono raccontate attraverso la prospettiva dei personaggi meno importanti, “fiabe famose completamente ribaltate – racconta l’autore -, in cui il classico finale “… e vissero felici e contenti” viene completamente stravolto. Fiabe come “Hänsel e Gretel”, “Cenerentola” e tante altre vengono riscritte in una maniera nuova, tale da destare e stimolare la fantasia dei piccini. Nella commedia dei personaggi classici, questi sono o astratti dalla loro solita trama e coinvolti in nuove vicissitudini, oppure la trama nota viene narrata dalla prospettiva di uno dei personaggi secondari e “meno importanti”. Il nocciolo è questo: se una storia esiste non significa che quella conosciuta ne sia l’unica versione, ciascuno può ritrovare all’interno dell’intreccio ciò che più gli interessa e giocare con famosi personaggi e trame come fossero dei giocattoli, creando storie nuove, poiché l’unico limite di una storia è la fantasia di chi la scrive”.
La curiosità è immensa ma anche la soddisfazione di assistere in quest’estate di sperimentazioni a un’osmosi, più forte e disinibita del solito, di realtà triestine e istriano-fiumane nella creazioni di nuovi cartelloni, proposte teatrali, elaborazione di storie e analisi di personaggi che preludono ad una stagione di scambi, istituzionali, perché così deve essere, ma nati dall’idea dei singoli, dalla spinta di chi crea, come Premuda, ma vogliamo citare anche Maurizio Soldà con i suoi “Ribaltoni” o Luciano Santin con il suo incredibile ritratto di D’Annunzio, che scopriamo anche autore, insieme a Tosti, di romanze dell’epoca. Studio, analisi, storia ed arte classica e popolare che s’intrecciano svelando il legame con tematiche locali ma di valore universale.
E non è solo per la forza degli autori, sull’esempio di Premuda con i suoi dieci libri pubblicati anche con grandi editori, è piuttosto il desiderio di debordare, creare a Fiume o con Fiume come nel caso di Soldà nel cui spettacolo abbiamo visto un’incredibile Elvia Nacinovich. La spiegazione, la chiave di lettura? È il richiamo delle radici, la voglia di superare barriere create da altri, tanti decenni fa, sulla pelle della nostra gente e camminare finalmente fianco a fianco. Osare come aveva osato Leonor Fini, ma anche D’Annunzio nella sua folle fantasia di un mondo diverso. Ci piace ricordare, per chiudere e confermare questa lettura dell’estate teatrale triestina che prelude a un autunno di sorprese, che Premuda autore e giornalista, nel 2014 è stato il primo autore di lingua italiana a usufruire di una residenza nella Casa degli Scrittori a Pisino.

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