La gioia di eseguire musica in una formazione da camera

Nel Salone delle feste della Comunità degli Italiani di Fiume si sono esibiti con un programma piuttosto impegnativo i pianisti Vesna Ivanović Ocwirk ed Ennio Clari

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La gioia di eseguire musica in una formazione da camera
Vesna Ivanović Ocwirk ed Ennio Clari. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Nel Salone delle feste della Comunità degli Italiani di Fiume si sono esibiti i pianisti Vesna Ivanović Ocwirk ed Ennio Clari, proponendo un programma incentrato su brani suonati a quattro mani. Si tratta di una formazione da camera raramente proposta sui podi concertistici di Fiume, per cui dispiace che il concerto dei due valenti musicisti abbia attirato a Palazzo Modello un esiguo pubblico, il quale ha però avuto occasione di godere nell’ascolto di un programma particolarmente accattivante.

Il quattro mani
Ma vediamo qual è la storia di questa formazione. Il quattro mani, spiega sulla sua pagina web il pianista italiano Adolfo Capitelli, “ebbe come repertorio iniziale composizioni per lo più destinate a pianisti di vario livello tecnico, usate soprattutto come strumento didattico-educativo per avvicinare i giovani pianisti in modo ludico alla musica e alla pratica della musica d’insieme”. A partire dal XIX secolo, però, la formazione a quattro mani ebbe un ruolo molto importante, ossia quello di diffondere la musica sinfonica e operistica anche in località che non disponevano di un teatro o di una sala concertistica. Capitelli osserva che “senza l’ausilio della trascrizione, quasi sempre per pianoforte, non ci sarebbe mai stata una diffusione capillare dei grandi capolavori, essendoci spesso necessità logistiche che non permettevano l’utilizzo di orchestre sinfoniche o di un teatro lirico; fu così che grazie a tale pratica la musica sinfonica si introdusse nei grandi salotti ottocenteschi e permise una rapida conoscenza dell’opera anche in Paesi lontani da quelli dove l’opera stessa era stata concepita”.

Condivisione dello strumento
Diversi grandi compositori, tra cui Mozart, Beethoven, Schubert, Brahms, Dvořák, Debussy, Ravel e altri dedicarono al quattro mani un notevole numero di composizioni contribuendo all’affermazione nell’ambito musicale di questa formazione da camera. Stando a Capitelli, molti grandi pianisti, tra cui anche Chopin e Liszt, dedicarono gran parte della loro attività artistica e concertistica a tale pratica. Si tratta di una forma particolare di fare musica, in quanto questa permette a due pianisti di condividere lo stesso strumento, lo spartito, ma anche di sperimentare la forte emozione che suscita il suonare insieme.

Verve ed espressività
Vesna Ivanović Ocwirk ed Ennio Clari hanno dimostrato una notevole intesa durante l’esecuzione di un programma piuttosto impegnativo, reso con espressività, nonostante occasionali imprecisioni. Il concerto è stato inaugurato con la Fantasia in Fa minore, D 940 di Franz Schubert, un’opera caratterizzata da una brillante inventiva melodica, da un umore che va dal malinconico all’allegro e permette al musicista di esprimere una vasta gamma di emozioni. Ha fatto seguito la originalissima Sonata di Francis Poulenc (Prelude, Rustique, Final), il cui primo e terzo movimento sono costruiti su un’energica base ritmica, mentre il disegno armonico è arricchito da elementi dissonanti. I due musicisti hanno eseguito questo squisito brano con molta verve.
Particolarmente riuscito è stato il sognante “Ma Mère l’Oye” (Pavane de la Belle au bois dormant, Petit Poucet, Laideronnette. Impératrice des Pagodes, Les Entretiens de la Belle et de la Bête, Le Jardin Féerique) di Maurice Ravel, in cui i due musicisti hanno creato un mondo misterioso attraverso la dinamica e la ricchezza del timbro. La parte ufficiale del concerto si è conclusa con la godibilissima “Theatre Suite” (The King is naked, Sacher Waltz, Bakanal) di Alfi Kabiljo, un brano divertente, concepito nello stile cabarettistico, che conquista con la sua atmosfera di spensieratezza e leggerezza. I due musicisti hanno eseguito la composizione dimostrando una gioia genuina nel fare musica. Hanno infine proposto come bis un movimento del “Ma Mère l’Oye di Ravel”.

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