La difficile missione del teatro in un mondo pieno di minacce

Gli artisti di tutti gli ensemble del TNC «Ivan de Zajc» di Fiume hanno celebrato ieri con un breve programma dinanzi alla sede teatrale la Giornata mondiale del Teatro

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La difficile missione del teatro in un mondo pieno di minacce
L’esibizione del Coro dell’Opera all’entrata dello “Zajc”

Gli artisti di tutti gli ensemble del Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume hanno celebrato ieri con un breve programma dinanzi alla sede teatrale la Giornata mondiale del Teatro. L’obiettivo dell’evento è stato quello di ribadire la forza, il messaggio e l’importanza del teatro, invitando il pubblico presente a unirsi alla missione di questa istituzione culturale.

Artisti a contatto con i cittadini
I primi ad esibirsi sono stati i ballerini del Teatro, che per l’occasione hanno presentato una coreografia vivace ideata intorno alla fontana di Džamonja. Hanno fatto seguito gli attori del Dramma Croato, Ana Vilenica e Deni Sanković, i quali hanno proposto una scena dello spettacolo “Nigdje, niotkuda” (In nessun luogo, da nessun dove), e Serena Ferraiuolo e Andrea Tich del Dramma Italiano, che si sono esibiti con una scena dello spettacolo “La nostra famiglia”. Il Coro dell’Opera ha cantato il celebre “Va, pensiero” tratto dall’opera “Nabucco” di Verdi, mentre nelle ore serali allo “Zajc” è stato proposto lo spettacolo “Čaruga”, la commedia di culto di Ivan Kušan, per la regia di Ivica Buljan.
A concludere il programma celebrativo in mattinata è stata la primattrice Olivera Baljak, che ha letto il messaggio internazionale redatto in occasione dell’importante ricorrenza dall’illustre regista greco Theodoros Terzopoulos, educatore, autore, fondatore e direttore artistico di Attis Theatre Company, ispiratore delle Olimpiadi Teatrali e presidente del Comitato Internazionale delle Olimpiadi Teatrali.

Olivera Baljak legge il messaggio internazionale

Il messaggio di Terzopoulos
“Può il teatro sentire il grido di aiuto che i nostri tempi stanno lanciando, in un mondo di cittadini impoveriti, rinchiusi in celle di realtà virtuale, trincerati nella loro soffocante privacy? – si chiede il regista –. In un mondo di esistenze robotizzate all’interno di un sistema totalitario di controllo e repressione in ogni ambito della vita? Il teatro è preoccupato per la distruzione ecologica, il riscaldamento globale, la massiccia perdita di biodiversità, l’inquinamento degli oceani, lo scioglimento delle calotte polari, l’aumento degli incendi boschivi e gli eventi meteorologici estremi? Può il teatro diventare parte attiva dell’ecosistema? Da molti anni il teatro sta osservando l’impatto dell’uomo sul pianeta, ma ha difficoltà ad affrontare questo problema. Il teatro si prende cura della condizione umana così come si sta delineando nel XXI secolo, in cui il cittadino è manipolato da interessi politici ed economici, reti mediatiche e aziende che formano l’opinione pubblica? Dove i social media, per quanto la facilitino, sono il grande alibi della comunicazione, perché garantiscono la necessaria distanza di sicurezza dall’Altro? Un senso pervasivo di paura dell’Altro, del diverso, dello Straniero, domina i nostri pensieri e le nostre azioni”, osserva, proseguendo: “Può il teatro fungere da laboratorio per la coesistenza delle differenze senza tenere conto del trauma sanguinante? Il trauma sanguinante ci invita a ricostruire il Mito. E come dice Heiner Müller: ‘Il mito è un aggregato, una macchina alla quale si possono collegare macchine sempre nuove e diverse. Trasporta l’energia fino a quando la velocità crescente farà esplodere il campo culturale’ e, aggiungerei, il campo della barbarie”.

Alcuni passi di danza proposti dal Balletto

Il trauma sociale
Terzopoulos si chiede anche se “i riflettori del teatro possono far luce sul trauma sociale e smettere di gettare un’immagine fuorviante su sé stesso? Domande che non ammettono risposte definitive, perché il teatro esiste e sopravvive grazie a domande senza risposta. Domande innescate da Dioniso, che attraversa il suo luogo di nascita, l’orchestra del teatro antico, e continua il suo silenzioso viaggio da profugo attraverso paesaggi di guerra, oggi, nella Giornata Mondiale del Teatro. Guardiamo negli occhi Dioniso, il dio estatico del teatro e del Mito che unisce passato, presente e futuro, figlio di due nascite, da Zeus e da Semele, espressione di identità fluide, femminile e maschile, iroso e gentile, divino e animale, in bilico tra follia e ragione, ordine e caos, un acrobata sul crinale tra la vita e la morte. Dioniso pone una domanda ontologica fondamentale: ‘Qual è il senso di tutto questo?’ una domanda che spinge il creatore verso un’indagine sempre più profonda sulle radici del mito e sulle molteplici dimensioni dell’enigma umano. Abbiamo bisogno di nuovi modi narrativi che coltivino la memoria e creino una nuova responsabilità morale e politica per fuoriuscire dalla multiforme dittatura del Medioevo odierno”.
La Giornata mondiale del Teatro è stata ideata a Vienna nel 1961 durante il IX Congresso mondiale dell’Istituto Internazionale del Teatro su proposta di Arvi Kivimaa a nome del Centro Finlandese. Dal 27 marzo 1962, la Giornata mondiale del Teatro è celebrata dai Centri Nazionali dell’I.T.I. che esistono in un centinaio di Paesi del mondo, si legge sul sito dell’Unione Italiana Libero Teatro.

Deni Sanković e Ana Vilenica

Un’iniziativa U.N.E.S.C.O.
L’Istituto Internazionale del Teatro è stato creato nel 1948, per iniziativa dell’U.N.E.S.C.O. e di personalità famose nel campo del teatro, ed è la più importante organizzazione internazionale non governativa nel campo delle arti della scena. L’I.T.I. cerca “di incoraggiare gli scambi internazionali nel campo della conoscenza e della pratica delle Arti della Scena, stimolare la creazione e allargare la cooperazione tra le persone di teatro, sensibilizzare l’opinione pubblica alla presa in considerazione della creazione artistica nel campo dello sviluppo, approfondire la comprensione reciproca per partecipare al rafforzamento della pace e dell’amicizia tra i popoli, associarsi alla difesa degli ideali e degli scopi definiti dall’U.N.E.S.C.O.”. Le manifestazioni che segnano la Giornata mondiale del Teatro permettono di concretizzare questi obiettivi.
Ogni anno, una personalità del mondo del teatro, o un’altra figura conosciuta per le sue qualità di cuore e di spirito, è invitata a condividere le proprie riflessioni sul tema del Teatro e della Pace tra i popoli. Questo, che viene chiamato “il messaggio internazionale”, è tradotto in diverse lingue ed è, poi, letto davanti a decine di migliaia di spettatori prima della rappresentazione della sera nei teatri nel mondo intero, stampato nelle centinaia di quotidiani e diffuso da radio e televisione sui cinque continenti. Jean Cocteau fu l’autore del primo messaggio internazionale nel 1962.

Serena Ferraiuolo e Andrea Tich

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