«La dama di picche», uno psicodramma straordinario

Al Teatro Nazionale Croato «Ivan de Zajc» di Fiume è in programma il 15 giugno la première dell'opera di P.I. Čajkovskij con la partecipazione della primadonna Dunja Vejzović

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«La dama di picche», uno psicodramma straordinario
Sofija Cingula, Christian Romanowski, Dunja Vejzović, Valentin Egel e Dražen Siriščević. Foto: RONI BRMALJ

L’ultima première dell’opera lirica della stagione 2022/2023 al Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume è in programma il 15 giugno alle ore 19. Andrà in scena, per la terza volta nella storia del Teatro fiumano, l’opera “La dama di picche” di P.I. Čajkovskij per la regia di Christian Romanowski e la direzione artistica della primadonna Dunja Vejzović, la quale si esibirà pure nel ruolo della vecchia contessa.

Un congedo
Come spiegato da Milena Jerneić, responsabile delle relazioni pubbliche in seno al Teatro, con questo ruolo Dunja Vejzović farà ritorno in scena dopo una pausa durata dal 2015, quando si era esibita nello spettacolo “InferNo”, sempre nel Teatro fiumano. Sarà questo, inoltre, il suo congedo dalla carriera di cantante lirica, anche se probabilmente – ha osservato Jerneić – la primadonna continuerà, vista la sua straordinaria energia e voglia di fare, a lavorare a nuovi progetti.

Terzo allestimento a Fiume
“La dama di picche” è un’opera in tre atti basata sul racconto di Aleksandar Puškin, il cui libretto è firmato da Modest Čajkovskij. Ebbe la sua première al Teatro Mariinskij a San Pietroburgo il 19 dicembre 1890. Il melodramma venne allestito per la prima volta a Fiume il 6 maggio 1950 sotto la direzione di Stanko Šimunić e per la regia di Jurislav Korenić. Nei ruoli principali si esibirono Anton Koren (Hermann), Štefanija Lenković (Liza), Nada Auer (la vecchia contessa), Milan Pihler (conte Tomskij) e Branko Medanić (principe Jelenskij). Lo spettacolo attirò un folto pubblico ed ebbe sei repliche nella stagione 1949/1950. Il 28 maggio e il 19 luglio 1976 l’opera venne proposta in forma di concerto, mentre il 12 luglio dello stesso anno venne presentata al Festival della lirica ad Abbazia dinanzi a 2.500 spettatori. La prossima première ebbe luogo il 14 ottobre, sempre nel 1976, sotto la direzione di Vladimir Benić, per la regia di Mladen Sabljić. Si esibirono nei ruoli principali Viktor Bušljeta, Ferdinand Zovko, Marino Sfiligoi, Mario Blažić, Dinko Lupi, Blanka Zec e Mirjana Šebalj. Anche nella stagione 1976/1977 l’opera ebbe sei repliche.

Una sfida per interpreti e pubblico
Stando al direttore dell’Opera, Dražen Siriščević, “La dama di picche” di Čajkovskij è un autentico dramma musicale che supera i confini dell’opera. “Questo melodramma si presenta come una sfida sia per gli interpreti che per il pubblico, ma il team artistico che lo sta mettendo in scena è straordinario, per cui posso soltanto dirmi felice di poter seguire questo progetto e di poter godere dell’arte di Dunja Vejzović, una persona di trascinante energia”, ha sottolineato Siriščević.
La primadonna, che vanta una decennale brillante carriera e successi conseguiti nei maggiori teatri lirici del mondo – viene anche considerata una delle maggiori cantanti liriche degli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, nonché una delle più importanti interpreti del repertorio wagneriano –, ha dichiarato come “La dama di picche” è un’opera enorme ed estremamente esigente, per cui si trova raramente sul repertorio dei teatri lirici.

La splendida musica
“C’è bisogno di grande impegno per poter tenere sotto controllo il gran numero di solisti e coristi coinvolti nell’allestimento – ha puntualizzato Vejzović –. Dove trovo l’energia? È semplice. Una sola battuta di questa splendida musica mi ripaga per lo sforzo investito nella realizzazione dello spettacolo. I mezzi dei quali disponiamo per l’allestimento sono minimalistici, ma ci concentriamo sulle emozioni dei protagonisti e la straordinaria potenza della musica. Sono felice di mettere in scena quest’opera, nella quale avevo già cantato il ruolo della vecchia contessa all’età di 33 anni, ovvero agli esordi della mia carriera. All’epoca non comprendevo fino in fondo questo ruolo, ma ora è diverso. Si tratta di un personaggio molto gratificante per un cantante e di un ruolo di grande impatto. La vecchia contessa è un fil rouge intorno al quale si intrecciano le vicende degli altri personaggi”, ha precisato la primadonna, aggiungendo che la vecchia contessa è stata interpretata da tutte le maggiori cantanti liriche della storia. Si è detta inoltre compiaciuta del fatto che il Teatro appoggi i giovani cantanti lirici e di aver l’opportunità di poter lavorare con il Maestro Valentin Egel, un brillante direttore d’orchestra.

Non appartenenza alla società
Valentin Egel ha sottolineato la straordinaria musica e l’opera di Čajkovskij, nella quale il compositore riesce a esprimere l’emozione di non appartenere alla società. “Egli riesce pure a far comprendere questa sensazione al pubblico attraverso la musica – ha puntualizzato Egel –, nella quale si alternano passaggi estremamente lirici e drammatici. Il nostro allestimento è portato in scena da due cast straordinari di cantanti, per cui invito tutti a vedere entrambi gli spettacoli”, ha aggiunto il direttore d’orchestra. L’opera, infatti, avrà soltanto una replica il 17 giugno, dopodiché farà tappa a Zagabria e verrà riproposta nel Teatro fiumano in autunno.

Immagini minimaliste e astratte
Il regista Christian Romanowski ha spiegato che le immagini attraverso le quali viene raccontata la trama dell’opera sono minimaliste e astratte, non soltanto per mancanza di mezzi, ma anche perché così viene posto l’accento su ciò che si vuole dire. “Quest’opera non richiede di venire rappresentata in modo realistico, bensì rappresenta personaggi che si trovano in situazioni estreme – ha rilevato il regista –. In quest’opera amore e morte sono inscindibili, mentre i due protagonisti, Hermann e Liza, non riescono a vivere serenamente il loro amore non soltanto a causa delle circostanze avverse, ma soprattutto a causa di loro stessi, della natura umana. L’opera può essere considerata uno psicodramma della pazzia, in cui i personaggi sono pieni di contraddizioni”.
Sofija Cingula, che ricopre il ruolo di assistente alla regia e interpreta il ruolo della governante di Liza, ha dichiarato che nel lavoro all’allestimento non esiste alcuno scontro generazionale, in quanto, nonostante la sua giovane età, Valentin Egel si immerge completamente nella musica e la comprende profondamente, per cui la sua energia si intreccia nel modo più ideale con l’energia di Dunja Vejzović e Christian Romanowski.
Nel ruolo di Hermann si esibirà Ivan Momirov, in quello di Liza si alterneranno Marianna Martirosyan e Agnes Thorsteins, Luka Ortar sarà il conte Tomskij, mentre Davor Nekjak e Robert Kolar interpreteranno il principe Jeleckij. Partecipano anche l’ensemble del Balletto, il coro di voci bianche guidato da Doris Kovačić e il Coro dell’Opera istruito da Matteo Salvemini. I costumi sono firmati da Manuela Paladin Šabanović, le luci da Dalibor Fugošić e il movimento scenico e la coreografia da Janne Boere.

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