
Negli ultimi anni, il concetto di accessibilità e inclusione nel settore culturale ha guadagnato non poca rilevanza. Per ciò che concerne la Croazia, nello specifico il capoluogo quarnerino, uno dei progetti più significativi in questo ambito è “La cultura per tutti” dell’associazione Filmaktiv, teso a renderla raggiungibile a tutti, indipendentemente dalle difficoltà fisiche, sensoriali o di altro tipo. In tale contesto, sulla base del manuale “Linee guida alle pratiche culturali inclusive” (pubblicato nel 2024 e nato dalla collaborazione del Consiglio culturale giovanile inclusivo del progetto con Maja Ogrizović, Marta Baradić, Maja Krištafor e Dunja Matić Benčić), la giovane équipe costituita da Tina Tus, Larisa Šimičić, Iskra Šanko e Tino Vodanović, capitanata dalla culturologa Maja Ogrizović, ha tenuto un interessantissimo incontro di formazione presso gli spazi del RiHub (accessibile anche alle persone con difficoltà motorie). Lo stesso, tradotto in una parte teorica introduttiva e nei seguenti due laboratori, ha riunito svariati operatori culturali, artisti e curiosi interessati all’implementazione e alla promozione delle pratiche inclusive.
L’importanza dell’inclusione
A proposito del progetto e del summenzionato incontro, nel corso del quale è stata anche realizzata una checklist per le istituzioni culturali, atta a raccogliere i feedback diretti relativi alle necessità del pubblico e a migliorare l’accessibilità degli eventi, la responsabile ha spiegato che “tutto iniziò nel 2016, con l’avvio del programma inclusivo ‘Cinema per tutti’, ispiratomi dalla storia di mia sorella, che è sociologa e che mi trasmise l’amore per le scienze sociali e per la cultura. All’età di 18 anni iniziò ad accusare i primi sintomi relativi alla sclerosi multipla, confermati a 23 con la vera e propria diagnosi. Oggi ne ha 44, quindi convive con la malattia da 21 anni, e alcune delle difficoltà che ha incontrato nella vita mi hanno fatto riflettere sul fatto che non potevo aiutarla dal punto di vista medico, ma forse potevo fare qualcosa per ciò che concerneva l’aspetto culturale, nel senso di rendere la cultura più accessibile alle generazioni future. In tale contesto, mia sorella mi fece conoscere tante realtà, come ad esempio le biblioteche per ipovedenti, alle quali iniziai a interessarmi, a capire chi ne avesse bisogno e come funzionassero. Inoltre, siccome in quel periodo lavoravo alla produzione di festival e film, mi resi conto che lei non poteva assistere agli eventi che organizzavo, al che mi chiesi – “perché lo faccio, se lei non può partecipare?”. Rimuginandoci su compresi che il problema siamo noi, coloro che organizzano gli eventi, per cui decisi di lanciare il ‘Cinema per tutti’, che quest’anno celebrerà il suo decimo anniversario e con il quale parteciperemo a eventi quali l’Animafest, il Festival cinematografico di Zagabria e altri. In tale modo, e attraverso le grandi piattaforme, raggiungeremo, speriamo sensibilizzandole, un maggior numero di persone. L’obiettivo non è solo rendere i contenuti accessibili a chi ne ha bisogno, bensì fare riflettere tutti noi, persone vedenti e udenti, sull’importanza dell’inclusione”.
Costruire una società più solidale
A seguire, Maja Ogrizović si è soffermata sul nuovo progetto, “La cultura per tutti”, a sua detta pensato quale naturale conseguenza del primo e di altri nati in concomitanza allo stesso, quali il Consiglio culturale giovanile inclusivo. Per ciò che riguarda l’aspetto inerente alla cinematografia, ha ancora rimarcato, “collaboriamo con la Filmaktiv, mentre per altri, come il teatro, lavoriamo in modo indipendente. Siamo molto orgogliosi di ciò che abbiamo realizzato: è solo il primo passo, ma finora siamo riusciti ad avvicinare cinque spettacoli teatrali alle persone ipovedenti e ipoudenti. Una delle dimensioni più importanti del nostro lavoro sono gli incontri di formazione e sensibilizzazione, chiamati ‘ciacole inclusive’, nell’ambito dei quali invitiamo esperti del settore e nel corso dei quali discutiamo, ci confrontiamo e impariamo gli uni dagli altri. Il tutto al fine di apprendere insieme e costruire una società più solidale e inclusiva”. Contestualmente alle riportate riflessioni, Ogrizović ha concluso che “attualmente stiamo portando avanti un nuovo progetto, il quale prevede la formazione degli operatori culturali da parte dei giovani che hanno accumulato esperienze e conoscenze presso il Consiglio, i quali, con il nostro supporto in qualità di mentori, stanno fornendo loro gli strumenti pratici per migliorare l’accessibilità. Questo è un aspetto essenziale, in quanto chi lavora nella cultura ha già molti impegni e responsabilità, e soprattutto nel settore indipendente è difficile trovare il tempo per pensare anche al discorso relativo all’inclusione, il quale comporta una miriade di situazioni. Ecco, noi desideriamo essere loro da supporto. Finora il feedback è stato significativo, tantoché abbiamo ricevuto richieste da parte di musei, teatri e spazi espositivi e ci siamo resi conto che la necessità è enorme e va ben oltre le nostre possibilità. In tale senso, la strada è ancora lunga, e servirebbero interventi più ampi a livello istituzionale, ma piccoli passi come questi stanno aprendo la via verso un futuro in cui la cultura sarà veramente per tutti”. Da rilevare che il progetto “Cultura per tutti” è finanziato dai fondi dell’Unione europea nell’ ambito del programma Erasmus+.

Foto: ŽELJKO JERNEIĆ
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