La cittadina dall’autentico spirito istriano

Inaugurata a Palazzo Ferro-Fini a Venezia la mostra «Buje? Buje!» di Slađan Dragojević e Valter Turčinović, dedicata alla località punto di riferimento dell'idioma e del Festival istroveneto

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La cittadina dall’autentico spirito istriano
Marianna Jelicich Buić, Slađan Dragojević, Roberto Ciambetti, Jessica Acquavita, Fabrizio Vižintin, Corrado Dussich, Maurizio Tremul e Valter Turčinović accasciato. Foto: MAURIZIO TREMUL/FB

Parte da Venezia l’undicesima edizione del Festival dell’Istroveneto con l’inaugurazione a Palazzo Ferro-Fini, presso la sede della Regione del Veneto, di “Buie?Buje!”, mostra poetico-fotografica del poeta Valter Turčinović e del fotografo Slađan Dragojević. A portare i saluti sono stati il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, la vicepresidente della Regione istriana in quota CNI, Jessica Acquavita, il sindaco della Città di Buie, Fabrizio Vižintin, il suo vice, Corrado Dussich e Maurizio Tremul, presidente dell’Unione Italiana e gli autori. Le immagini in bianco e nero di Dragojević, hanno fatto scoprire e riscoprire questa cittadina dalla storia antica che dal 1358 era sotto il dominio della Serenissima fino al 1797 e oggi è punto di riferimento della lingua e del Festival dell’Istroveneto.

Un paesaggio tutto da gustare
“Buie è probabilmente il luogo migliore per capire lo spirito e l’animo autentico dell’Istria, perché l’Istria non è solo la splendida riviera adriatica che tutti conosciamo. No, l’Istria è anche la dolcezza di un paesaggio incontaminato che è tutto da gustare e vivere. È ambiente, natura, storia e cultura, un libro tutto da sfogliare che si apre proprio da Buie e che da qui permette di scoprire l’anima istroveneta che è ancora viva grazie a questo popolo che cerca di difendere la propria identità, lingua, cultura e tradizioni. Questo popolo che è riuscito a far riconoscere la propria lingua, l’istroveneto come patrimonio immateriale della cultura slovena e croata, una lingua da difendere e tramandare con la sua cultura a chi abita il futuro”, ha rilevato Roberto Ciambetti, collegandosi alle poesie e foto esposte.

Un progetto nato su Facebook
A confermare che questi esposti sono solo una parte delle opere nate dal duo poeta-fotografo è stata Marianna Jelicich Buić, ideatrice del Festival dell’Istroveneto e responsabile del settore Cultura e spettacolo della GE dell’UI. Questo è un progetto di opere con grande espressività che va avanti già da alcuni anni, nato per caso sulle pagine di Facebook, sulle quali il fotografo Dragojević pubblicava delle foto in bianco e nero che ritraevano dettagli nascosti o dimenticati del centro storico di Buie, senza alcun riferimento, se non la scritta “Buje?” che invitava all’identificazione del luogo. A queste Valter Turčinović, nato e cresciuto tra le vie buiesi, rispondeva spontaneamente “Buie!”, svelando in versi in istroveneto il posto e le storie legate a quella particolare immagine. Da questo “gioco a distanza” è nata prima la mostra e, successivamente, la monografia, che ha già visto la ristampa in seguito al grande interesse del pubblico. Il lavoro prosegue ancora oggi con la ricerca di nuovi dettagli e particolarità.

Patrimonio immateriale
Al centro dell’intervento di Jessica Acquavita, la lingua e il forte senso di identità locale e appartenenza. Ha parlato del legame con Venezia, della lingua istroveneta e del Festival, “momento importante a maggior ragione dopo l’inserimento della lingua istroveneta nel patrimonio immateriale della Croazia oltre che della Slovenia”, ha sottolineato. Fabrizio Vižintin, ha invece ricordato l’importante ruolo svolto dalla Regione del Veneto nel recupero della lingua istroveneta e l’appoggio garantito alla tutela dell’identità locale e al Festival.
Maurizio Tremul, a nome dell’Unione Italiana, ha maggiormente calcato sull’importanza del dialogo della Comunità Nazionale Italiana in Istria, come nel Quarnero e in Dalmazia, con il Veneto. Un ringraziamento particolare è stato rivolto al presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, per la disponibilità e la vicinanza che ha sempre dimostrato nei confronti della manifestazione stessa e, nello specifico, per essersi impegnato nel voler ospitare la presente mostra. Grazie al suo personale interessamento, quest’anno inoltre, una tappa della manifestazione canora “Dimela cantando” si svolgerà a Venezia l’11 giugno, presso l’Auditorium Santa Margherita.

Documentazione della memoria
È emerso che la mostra e la monografia rappresentano un’importante testimonianza della vitalità e della versatilità dell’istroveneto, riconosciuto come Bene culturale immateriale nelle Repubbliche di Croazia e Slovenia dallo scorso anno, che si presta alla creazione contemporanea e, parallelamente, riscopre, preserva e documenta sé stesso e la memoria plurisecolare di queste terre.
La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 16 giugno, dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 17, tranne i giorni di seduta del Consiglio regionale. L’esposizione è stata realizzata grazie all’ottima collaborazione tra l’Unione Italiana, la Regione istriana, la Regione Veneto e la Città di Buie che da oltre un decennio si impegnano a sostenere il Festival dell’Istroveneto, ampliandone il programma e le iniziative.

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