La Chiesa tra conflitti religiosi e nazionali

Lo studioso di origini ungheresi, Péter Techet, ha studiato la ricca e complessa storia, etnicamente e linguisticamente eterogenea, di Trieste, dell'Istria e di Fiume

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La Chiesa tra conflitti religiosi e nazionali

È uscito in questi giorni il nuovo libro del giornalista e storico ungherese Péter Techet, “Umkämpfte Kirche” (La Chiesa contestata), un volume scritto in lingua tedesca che esplora i conflitti religiosi nella regione costiera dell’Impero austro-ungarico dal 1890 al 1914. In pratica, nel mirino dello storico ci sono Trieste, l’Istria e Fiume, ovvero un’area molto complessa e ricca di storia, etnicamente e linguisticamente eterogenea, anche se la religione cattolica era un collante significativo. Il libro esamina se le differenze linguistiche ed etniche abbiano potuto generare conflitti in seno alla Chiesa cattolica a livello locale e si concentra anche sui nazionalismi, i quali hanno complicato ulteriormente lo scenario. Usando un grande numero di fonti, l’autore cerca di riprodurre la complessità della comunità religiosa dell’Alto Adriatico. Visto che il volume fa riferimento all’Istria e a Fiume, ci siamo rivolti all’autore per chiedergli di rivelarci in breve a quali conclusioni sia giunto nel corso del suo lavoro.

 

Il caso di Drenova

“La mia ricerca riguarda la messa in discussione della narrativa dei ‘conflitti di nazionalità’ in relazione alla regione adriatica – ha spiegato l’autore -. Ho ricercato casi specifici di conflitti intra-cattolici (tra sacerdoti e congregazione o nella congregazione), che la storiografia ha a lungo considerato esempi di conflitti nazionali, come se a scontrarsi fossero stati ‘italiani’, ‘croati’ o ‘sloveni’. Tuttavia, la mia ricerca ha mostrato che le identità nazionali non erano sempre così chiare (identità miste ecc) e la posizione sociale era spesso più importante dell’appartenenza nazionale. Quanto a Fiume, ho indagato sul caso del conflitto di Drenova. Si trattava di un episodio non molto chiaro in cui la diocesi aveva estromesso il sacerdote per motivi all’apparenza legati alla sua nazionalità (era italiano in un villaggio croato), ma le fonti storiche dimostrano che i cittadini residenti, i parrocchiani di Drenova, avevano difeso il loro parroco”.

La copertina del volume “Umkämpfte Kirche”

La realtà triestina e quella fiumana

Techet ha spiegato anche la differenza tra la realtà triestina e quella fiumana nell’Impero. “Fiume è appartenuta all’Ungheria, dove si è sentita maggiormente l’influenza centralizzatrice magiara, che in Austria. L’Austria si considerava un impero sovrannazionale; lo stato non si schierava con nessuna nazionalità. In Ungheria lo stato si sforzò di nazionalizzare la vita pubblica. L’élite italiana di Fiume era un alleato del potere statale ungherese in questo senso. C’erano anche differenze riguardo al cattolicesimo. La religione cattolica era prevalentemente dominante in Austria e offriva una base comune d’unione per diverse nazionalità. L’Ungheria, invece, era multiconfessionale, quindi la religione cattolica non era così importante per la coesione, era piuttosto rivendicata a livello nazionale”.

Un modello per tutta l’Europa

Il professor Techet ha spiegato che l’interesse per i temi di cui si è occupato deriva dalla sua storia personale. “Ho studiato legge e storia a Budapest, Monaco e Ratisbona – ha puntualizzato – e sono sempre stato interessato alla monarchia asburgica. Sono nato in Ungheria, ma la mia famiglia è molto variegata a livello nazionale, con elementi austriaci, slovacchi e ungheresi. Nella mia tesi (a Magonza) ho voluto ricercare uno spazio che fino ad ora, anche nella ricerca asburgica, non era stato considerato da molti studiosi. Ho imparato l’italiano e il croato. Per un periodo ho vissuto a Trieste e Fiume e trovo l’intera regione molto interessante in quanto fino ad oggi ha esibito alcune particolarità tra cui multinazionalità e diverse culture della memoria. Inoltre, si tratta di una regione tra ‘Oriente’ e ‘Occidente’. Penso che questa regione possa essere anche un modello per tutta l’Europa: vanta nazionalità diverse, identità sovrannazionali comuni, una forte identità locale, ma con una prospettiva europea, transnazionale”.

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