La «Battana», tra saggi, poesie e… pennellate

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La «Battana», tra saggi, poesie e… pennellate

FIUME | Nutrito e strutturato in diversi segmenti letterari che raccolgono le firme di noti intellettuali, il n.o 211 della “Battana” – la rivista trimestrale di cultura dell’EDIT – prende l’avvio da una riflessione sul “tempo”, del quale il filosofo Pier Aldo Rovatti scrive: “… l’enigma del tempo consiste soprattutto nel riuscire a pensare come queste tre dimensioni (passato, presente, futuro) stiano insieme”.
“Prospettive sul tempo. La dottrina dell’eterno ritorno da Boscovich a Nietzsche” è il saggio di Milena Adda Eliezer, nel quale l’autrice indaga sul significato che il tempo ha avuto per il filosofo tedesco e sull’influenza che lo scienziato dalmata ha esercitato su Nietzsche.
La cura del “particulare” senza danno per il generale è il fulcro intorno al quale disquisisce Enzo Santese nel saggio “Cultura e identità” e ci porta a riflettere sul lavoro di alcuni intellettuali che si sono impegnati nella salvaguardia della produzione culturale in generale. Come fattore distintivo di una comunità, l’autore dà particolare rilievo ai dialetti, in quanto esprimono in maniera efficace il senso profondo delle sfaccettature di un determinato mondo culturale. In tale contesto sottolinea il ”Canzoniere italiano” di Pier Paolo Pasolini, “una ricognizione ad ampio raggio sulle diverse regioni italiane e la specificazione delle aree linguistiche”. Il progetto dello scrittore friulano mirava a far emergere nella loro completezza e tensioni creative vicine alle origini popolari, perché diceva che “la tendenza del canto popolare nella nazione è a scomparire”.

Dialetto è emozione

Paradigma del dialetto come veicolo di immediatezza è il poeta Virgilio Giotti (Trieste 1885 – 1957) i cui versi hanno il compito di trasmettere emozioni e sentimenti, versi raccolti nel suo “Piccolo canzoniere in dialetto triestino”. Dunque, malgrado certe correnti ideologico-politiche del mainstream, che testardamente contestano i concetti di identità, culture e lingue diverse – salvo predicare la diversità con l’altoparlante quando gli conviene – gli uomini di cultura, di lettere e di arte non possono e non vogliono prescindere dagli elementi costitutivi delle loro radici particolari, come fonti culturali a cui attingere linfa per la loro arte.

Le sillogi

La rubrica “L’angolo della poesia” offre la silloge di Stefano Duranti Poccetti (1987) “Impressioni del tempo”. Laureato in Discipline Letterarie Artistiche e dello Spettacolo, Stefano Duranti Poccetti è un giornalista, pubblicista, poeta e scrittore che si occupa in particolar modo di critica. È direttore e fondatore del quotidiano web Corriere dello Spettacolo e collabora alle riviste Sipario e Il Borghese. Ha pubblicato Storie del Santo Maledetto (Akkuaria, 2014), Frammenti dalla Senna (Ensemble, 2016) e Per una Nuova Commedia dell’Arte (Akkuaria, 2017). Il secondo poeta è Stefan Mocanu con “Ossa di luce”, autore rumeno, del quale Massimo Triolo, nell’introduzione, fa notare gli “ariosi elementi simbolici di stampo suirrealista”.
Dopo il racconto breve di Nelida Milani Kruljac, “Il mio primo bombardamento”, la rivista conclude con la recensione “In calmissima luce. Con Giorgio Mazzon nel Delta del Po”, fotografie di Giorgio Mazzon, poesie e testimonianze a cura di Marco Munaro e con lo scritto di Kristina Blagoni dedicato ai cinque lustri dell’ex Tempore di Grisignana.
La rivista è corredata dalle forti e suggestive vedute cittadine di Mauro Stipanov, che prendono forma e carattere dalle pennellate ampie e pastose, giocate tra contrasti di luce ed ombra e tra contrappuntismi dinamici delle geometrie urbane della sua Fiume.

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