«La Battana» continua a navigare con tutte le maree

Celebrato alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume il 60º anniversario della fondazione della rivista pubblicata dalla Casa editrice Edit. La Giornata di studi è stata momento di riflessione e dibattito

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«La Battana» continua a navigare con tutte le maree
Fabio Polidori, Gianna Mazzieri-Sanković, Maurizio Tremul, Corinna Gerbaz Giuliano, Laura Marchig, Eliana Moscarda Mirković ed Ezio Giuricin. Foto: RONI BRMALJ

Conservare la propria identità nazionale e culturale attraverso la parola scritta è un bisogno reale che gli italiani rimasti a vivere nella zona dell’istro-quarnerino si sono prefissi e “La Battana” si è fatta portavoce diretta di questa esigenza; nei lunghi anni di pubblicazione si ritrovano tutte le fasi del processo di salvaguardia del patrimonio linguistico-culturale della nostra minoranza.

Correva l’anno 1964 quando Eros Sequi, italianista e professore universitario, Lucifero Martini, giornalista, critico cinematografico e poeta e Sergio Turconi, il più giovane dei tre, pupillo di Sequi, e poi suo assistente a Belgrado, decisero di fondare “La Battana”, una rivista che similmente a una barca, la modesta e tradizionale barca dei pescatori rovignesi, da cui aveva preso il nome, servisse a collegare le realtà culturali delle due sponde dell’Adriatico. La rivista mette a confronto due popoli che, territorialmente diversi, hanno sempre gravitato l’uno verso l’altro in modo naturale e complementare, popoli che hanno da sempre invitato in modo cordiale all’incontro e allo scambio delle idee, dei pensieri e della scrittura.
Quest’anno si celebra il 60esimo anniversario della fondazione de “La Battana” pubblicata dalla nostra Casa editrice Edit. Non a caso è stato scelto il titolo “L’inaffondabile Battana” per la Giornata di studi tenutasi ieri alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume nel segno del 60esimo dell’istituzione.
Organizzata dalla Casa editrice Edit, dalla Società Dante Alighieri – Comitato di Fiume e dal Dipartimento di Italianistica dell’Ateneo fiumano, la Giornata di studi ha visto riunirsi personaggi e intellettuali che hanno contribuito a rendere la rivista così importante e longeva. Non è mancato un gruppo nutrito di studenti che volentieri consulta “La Battana” per la stesura di tesi di laurea, seminari o semplicemente per approfondire la materia di studio.

Una delle riviste più longeve del territorio
A salutare il numeroso pubblico è stata Corinna Gerbaz Giuliano, nel suo duplice ruolo, di capodipartimento dell’Italianistica fiumana e caporedattrice de “La Battana”. A nome del Dipartimento di Italianistica della Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume ha augurato ai presenti il benvenuto nella sede universitaria. “Ci troviamo qui per celebrare i sessant’anni della rivista che voi leggete e consultate per lo studio – ha specificato Gerbaz Giuliano –. Stiamo parlando appunto de ‘La Battana’”.
La prof.ssa Martina Sanković Ivančić ha quindi letto le parole del prorettore Gordan Jelenić impossibilitato a presenziare alla Giornata di studi. Nella sua lettera Jelenić si è voluto congratulare con “l’inaffondabile sessantenne” e soprattutto con quelli che l’hanno mantenuta giovane e vitale. “Lunga vita alla nostra Battana!”, recita l’augurio del prorettore. In seguito, la vicepreside Tamara Mohorić, addetta alla ricerca e alla cooperazione internazionale, si è rivolta ai presenti a nome del preside Aleksandar Mijatović, illustrando le peculiarità della rivista protagonista della Giornata di studi. “Oggi celebriamo il 60esimo della fondazione de ‘La Battana’. Si tratta di una delle riviste più longeve del territorio. Negli ultimi decenni – è stato ricordato – ‘La Battana’ si occupa dello studio della produzione artistico-culturale dell’istro-quarnerino. È di fondamentale importanza il fatto che la rivista venga usata nel processo didattico in seno agli studi di laurea triennale e magistrale al Dipartimento di Italianistica e al Dipartimento di Studi culturali. In questo modo avviciniamo gli studenti al mondo della letteratura e dell’editoria della Comunità Nazionale Italiana”, si è detta felice Mohorić augurando a tutti buon lavoro.

Un nuovo inizio
Il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, portando i saluti della CNI in Croazia e Slovenia ha precisato che a sessant’anni inizia una nuova giovinezza. “’La Battana’ ora ricomincia il suo percorso – è stata l’opinione di Tremul –. La rivista nell’arco di sessant’anni ha cambiato volto, veste grafica, contenuti e approcci ma ha saputo sempre rispecchiare lo spirito del tempo in cui queste modifiche sono avvenute. Ci sono stati momenti piuttosto politici, momenti piuttosto letterari – ha detto il presidente dell’UI ricordando il periodo in cui egli stesso faceva parte della redazione de “La Battana” quindi negli anni di grandi cambiamenti anche all’interno della CNI –. In quel momento c’era bisogno di uno strumento di comunicazione e di approfondimento diverso da quello per cui ‘La Battana’ magari era nata come finalità letteraria-culturale che però ha sempre saputo mettere insieme la parte orientale dell’Adriatico. È sempre stata e continua ad essere un momento di riflessione. Leggere, capire e trovare luoghi in cui si può discutere e approfondire i problemi, è fondamentale. Oggi, nell’epoca delle informazioni veloci, ‘La Battana’ è uno dei pochi media all’interno della CNI in cui si può riflettere. È questo un altro grandissimo merito de ‘La Battana’ in questi sei decenni. A nome dell’UI voglio ringraziare la Casa editrice Edit per averla inventata come anche i suoi fondatori Sequi, Turconi e Martini. Ringrazio tutti i caporedattori, i redattori che si sono susseguiti in questi sessant’anni, tutti coloro che hanno contribuito a rendere ‘La Battana’ ciò che è. La CNI – ha aggiunto Tremul – sebbene non numerosa – ha alle sue spalle una presenza culturale straordinaria che ‘La Battana’ ha saputo traghettare e giustamente è inaffondabile. Spetta a noi istituzioni fare in modo che non incontri mai una burrasca, una tempesta che possa mettere a rischio la sua inaffondabilità”.

Maurizio Tremul ha ricordato gli anni in cui fece parte della redazione de “La Battana”.
Foto: RONI BRMALJ

Attenzione reciproca
Dopo i saluti istituzionali hanno avuto inizio gli interventi dei relatori. La Giornata, suddivisa in due parti, è stata avviata con il contributo del prof. Elvio Guagnini intitolato “Un saluto: alcuni ricordi, amicizie, progetti”, letto da Maja Đurđulov del Dipartimento di Italianistica, in quanto quest’ultimo per impegni famigliari non è riuscito a presenziare. Nella lettera Guagnini si sofferma sulla fisionomia e sulla storia di una rivista che compie sessant’anni, “che ha attraversato fasi di esistenza e di progettazione diverse, che è stata terreno di lavoro di differenti generazioni, e che gode – tuttora (mi sembra evidente) – di buona salute. Nascere nel 1964 significava affrontare comunque un periodo particolare: in cui si andavano manifestando, sul piano generale (anche solo auroralmente, e in mezzo a tante difficoltà ed equivoci destinati a maturare, in alcune situazioni, pure in modo drammatico), segnali di attenzione reciproca e di confronto tra situazioni che la guerra e il secondo dopoguerra avevano profondamente diviso, appunto, contrapposto e lacerato. La mia collaborazione risale a quel periodo, in anni in cui vivevo tra il Friuli e Trieste”.
Elis Barbalich-Geromella, anch’essa impossibilitata a partecipare all’incontro, ha inviato un riassunto del suo contributo che poi verrà pubblicato negli Atti e che tratta l’argomento “’La Battana’ navighi con tutte le maree”. A leggere il suo saggio è stata Martina Sanković Ivančić del Dipartimento di Italianistica.
Elis Barbalich Geromella, a capo de “La battana” per un anno (2002-2003), con il comitato di redazione composto da Marino Budicin, Sandro Damiani, Elis Deghenghi Olujić e Stefano Lusa, sente l’obbligo di far notare al destinatario le problematiche avvenute negli anni precedenti. Barbalich Geromella vede il rinnovamento nella Casa editrice Edit come una nuova speranza per il futuro. Con la decisione di dividere gli articoli secondo temi specifici, attuali, interessanti e pesanti al contempo, la rivista si è dedicata alla lingua orale e scritta, alla nascita e allo sviluppo del Dramma Italiano, al rapporto tra il giornalismo e il pubblico di lettori e alla relazione tra i giovani e la CNI. La Battana ha finora navigato fra tante procelle e qualche bonaccia. Continui a farlo, continui a navigare anche con tutte le maree”, conclude Barbalich Geromella.

L’esodo degli italiani
Molto interessante e istruttivo l’intervento di Ezio Giuricin, redattore dei programmi informativi in lingua italiana di TV Capodistria, storico e saggista nonché presidente del Circolo di cultura istro-veneta “Istria” di Trieste. Il secondo periodo della rivista coincide con gli anni 1989-1992 in cui la redazione composta da Elvio Baccarini, Maurizio Tremul e lo stesso Guricin – tutti formatisi sulle pagine di “Panorama giovani” – decide di dare maggior spazio ad argomenti politici e storici fino ad allora sottaciuti, specie contenuti riguardanti l’esodo della popolazione italiana dalle terre del suo insediamento storico nell’immediato secondo dopoguerra. “Fra i progetti più importanti de ‘La Battana’ di quegli anni vanno sicuramente annoverati i due numeri tematici sulla ‘Letteratura dell’esodo’: uno dei primi tentativi di parlare dell’esodo attraverso la dimensione letteraria per accostare quell’esperienza storica e umana al tema universale dello sradicamento e dell’esilio – ha ricordato Giuricin tanto che – abbiamo il dovere morale di continuare a combattere per ‘La Battana’ e di andare alla ricerca di nuovi orizzonti”.

L’Unione europea e l’amore
Durante la giornata di ieri si è fatto un tuffo nel 2004, con Laura Marchig al timone de “La Battana” da quell’anno appunto. La redazione era composta da Gianna Dallemulle Ausenak, Stefano Lusa, Milan Rakovac, Giacomo Scotti e Diego Zandel. La relatrice ha portato con sé tre copie della “sua Battana” presentate tra l’altro durante l’intervento “La mia ‘Battana’ fra etica e provocazione”. Usando una metafora della convivenza di una coppia multietnica, la scrittrice e poetessa cerca di spiegare l’importanza della preservazione della propria cultura, delle proprie origini e della specificità della persona, riferendosi principalmente alla rivista. La situazione politica del periodo, l’entrata della Slovenia nell’Unione europea, per Marchig presenta un problema, in quanto si viene a perdere il contatto stretto che i cittadini croati hanno avuto con i cittadini sloveni che fino ad allora facevano ancora parte dei Paesi della Repubblica jugoslava. La Croazia in tal caso, verrà considerata extracomunitaria, fino al momento dell’entrata nell’Unione europea. I numeri della rivista, accanto ai tradizionali contenuti letterari e culturali in genere, avranno come tema generale l’Europa e la CNI e le relative problematiche.
I temi presentati non erano strettamente legati alla cultura della minoranza in sé, ma vista in base all’influenza esterna dei Paesi che la circondano. I temi sono più liberi, attuali, presenti, destinati a un pubblico giovane, c’è un doppio numero dedicato all’amore. L’incarico che si prende la redazione è di creare un ambiente di cultura multilingue situato in un mondo in fase di trasformazione e in cerca di appartenenza nazionale.
“Per festeggiare i quarant’anni de ‘La battana’ ho avuto fra l’altro l’onore e il piacere d’intervistare uno dei ‘padri fondatori della rivista’, Sergio Turconi. Non ultima per importanza è stata la scelta di creare una nuova, allettante e raffinata veste grafica che è stata curata dalla compianta art director Daria Vlahov”, ha ricordato Marchig.

Informare e formare
Con la nascita de “La Battana” negli anni Sessanta gli scambi culturali ed economici in quest’area di confini contribuiscono a intensificarsi. Interventi culturali, didattici, cercano di tutelare l’attività della minoranza italiana. Gli anni Ottanta e Novanta sono stati al centro dell’argomento “Da crestomazia a critica letteraria: ‘La Battana’ nel segno dei tempi” proposto da Gianna Mazzieri-Sanković. “L’obiettivo era un incontro di scrittori italiani e jugoslavi dunque un appuntamento apparentemente letterario ma il punto di riferimento contestuale veniva così riassunto: diversità di svolgimenti storici, di tradizioni culturali, di ordinamenti sociali, possono offrire più che difficoltà, interessanti elementi di raffronto”. La rivista ha quindi molteplici funzioni tra cui soprattutto quella di ponte tra due realtà culturali e statali molto diverse sia ideologicamente che negli obiettivi e nelle prospettive socioculturali future. “Negli ultimi anni c’è un’intensa collaborazione con i Dipartimenti di Italianistica degli Atenei croati – ha fatto notare Mazzieri-Sanković –. ‘La Battana’ ha l’intento di informare ma anche di formare la minoranza. Per i relatori di oggi ‘La Battana’ è stata vita e storia”.
In chiusura della prima parte della Giornata Iva Peršić ha letto il contributo di Sanja Roić intitolato “Bagaglio letterario dalla sponda orientale”. “La scelta dei poeti nel primo numero de ‘La Battana’ può essere considerata valida tutt’oggi sia per la poesia italiana – Quasimodo, premio Nobel nel 1959, Lamberto Pignotti, autore di poesia visiva, appartenente al Gruppo ‘63, a cui segue un inedito di Riccardo Bacchelli, diventato oggetto di studi filologici diversi anni dopo – sia per la poesia serba e croata: i poeti Ivan V. Lalić, Miodrag Pavlović e Slavko Mihalić sono considerati, a ragione, poeti canonici delle due letterature. Anche i contributi degli altri autori inseriti nel primo numero della rivista denotano la grande cura con la quale sono stati scelti e presentati”, ha ricordato Roić.

Le sfide del presente
Ad aprire la seconda parte della Giornata di studi è stata la direttrice della Casa editrice Edit, Christiana Babić, la quale ha colto l’occasione per ringraziare il Dipartimento per aver organizzato l’evento. Durante il suo discorso Babić ha sottolineato la valenza della cultura e della parola scritta in un mondo che va sempre più perdendo la capacità di comunicazione. “Progetti come ‘La Battana’ contribuiscono ad arginare la depauperazione di quello che è stato e continuerà ad essere”, è stata dell’avviso la direttrice della casa editrice che pubblica la rivista che festeggia i sessant’anni d’attività.
A salutare il pubblico a nome della Comunità degli Italiani di Fiume è stato Elvio Baccarini. “È questo un momento molto importante di riflessione sul passato – ha detto Baccarini –. L’obiettivo che ci poniamo è vedere le opportunità che offre la rivista”.
L’attuale caporedattrice della rivista, Corinna Gerbaz Giuliano, ha presentato al pubblico “Le sfide del presente: la politica redazionale de ‘La Battana’ tra eredità e rinnovamento”. A capo della rivista dal 2009 con la redazione composta da Elvio Baccarini, Gianna Mazzieri-Sanković, Eliana Moscarda Mirković, Fabio Polidori, Nives Zudič Antonič, Gerbaz Giuliano ha notato l’importanza che ha avuto la storia de “La Battana” sulla cultura e sul presente. Le sfide per il futuro sono numerose e la redazione è sempre attenta alle novità. Pertanto, tra i nuovi indirizzi programmatici, considerata la scientificità sempre più alta dei lavori pubblicati e la collaborazione di nomi di rilievo del mondo accademico, la redazione spera di terminare nell’arco dell’anno prossimo il processo di categorizzazione scientifica (presso il Ministero della Scienza e dell’istruzione croato non è stato fatto ancora) che offrirebbe alla rivista maggior visibilità nel mondo culturale e scientifico, aprendola così a un pubblico più vasto. Dopo l’attività di digitalizzazione della rivista da parte del Dipartimento di Italianistica di Fiume, progetto che ha coinvolto docenti e studenti, la caporedattrice Gerbaz Giuliano intende proseguire, identificando persone nuove da presentare nel periodico, accentuandone così il cambio generazionale e dando spazio a voci giovani che rappresentano il futuro. La digitalizzazione de “La Battana” assume, allora, un’importanza notevole sia per la futura ricerca nel campo sia come documento di un patrimonio culturale che, senza la sua attività, andrebbe perduto. “La digitalizzazione dei numeri 1-199 è opera del Dipartimento e, in collaborazione con l’Edit, si ha intenzione di digitalizzare il resto dei numeri della rivista”, ha annunciato infine Gerbaz Giuliano.

La scrittura femminile
Eliana Moscarda Mirković ha dato una visione della rivista dal punto di vista letterario; infatti, quest’ultima ha proposto “Trame di memoria: il ruolo de ‘La Battana’ nella valorizzazione della letteratura femminile istriana”. “Grazie a ‘La Battana’ si ha la capacità di coniugare la consapevolezza storica e sociale. La rivista è un vero e proprio laboratorio intellettuale”. Come è stato spiegato da Moscarda Mirković, membro dell’odierna redazione e docente all’Università “Juraj Dobrila” di Pola, “La Battana” ha da sempre dimostrato sensibilità per la scrittura femminile.
Un approccio filosofico alla rivista è stato quello intrapreso da Fabio Polidori nel “Discorso filosofico tra le pagine de ‘La battana’”. Polidori, collaboratore del Dipartimento di Italianistica e membro redazionale de “La Battana”, ha spiegato che la filosofia appartiene alla cultura e si fonde nella rivista in questione. Il percorso universale della filosofia favorisce il rapporto dell’uomo con il mondo storico. Elvio Baccarini, anch’egli membro dell’attuale redazione de “La Battana”, collaboratore del Dipartimento di Italianistica e del nostro quotidiano, ha proposto alcune “Prospettive per ‘La Battana’”. “È questa un’occasione per riscoprirsi e rinnovarsi. Dobbiamo saper rispondere alle sfide attuali e stratificazioni sociali sempre più pronunciate”.

Le minoranze oggi
È seguito un vivo dibattito in cui si è riflettuto su quelle che sono le minoranze oggi. Infatti, i riflettori non vengono puntati tanto sulle minoranze nazionali quanto su quelle di genere e sesso. Si è parlato anche della necessità di mantenere la nostra lingua e l’identità una volta usciti dall’istituzione in cui operiamo, di aprirci alla maggioranza con testi che vanno tradotti nella lingua della maggioranza. Grazie alla “Battana” possiamo e dobbiamo insistere su tematiche universali, indipendentemente dalla nazionalità, dalla razza e dalla lingua. L’impegno degli intellettuali che vi collaborano continua al passo con i tempi dimostrando tutti gli sforzi che vengono condotti per fare in modo che questa rivista continui a essere viva e mantenga il ruolo di ponte tra le due sponde. L’eredità dei padri fondatori presenta un onore per chi continua il modello tracciato da essi nella linea programatica.
Sin dalla nascita nel 1964 e dal susseguirsi di caporedattori e di comitati di redazione, “La Battana” ha mantenuto viva l’idea di sinergia, coesione, fratellanza e unità di culture a contatto. Cara “Battana”, buon vento e mare calmo!

Alcuni numeri de “La Battana”.
Foto: RONI BRMALJ

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