«Isole e santi». Monasteri e santuari dell’Adriatico Orientale

L’esposizione al Museo archeologico di Spalato rimarrà in visione fino al 6 giugno

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«Isole e santi». Monasteri e santuari dell’Adriatico Orientale
L’entrata del Museo archeologico. Foto: DAMIANO COSIMO D’AMBRA

Presso il Museo archeologico di Spalato è stata aperta al pubblico una mostra che ha l’obiettivo di far conoscere ai visitatori un percorso che riscopre gli antichi monasteri e i santuari costruiti sulle isole della costa orientale dell’Adriatico. La mostra intitolata “Otoci i sveci” (Isole e santi) offre ai visitatori nel suo allestimento una visione unica, spirituale, religiosa e culturale del passato tramite l’esposizione di reperti archeologici, oggetti d’arte e manoscritti che documentano un passato ancora misterioso che è oggetto di continue ricerche da parte degli studiosi appartenenti ai vari campi di ricerca archeologica e storica. L’allestimento della mostra espone vari oggetti d’arte, manoscritti, ma anche oggetti di uso quotidiano, religioso e dei bisogni quotidiani dei religiosi. Tutti questi oggetti provengono da più di 100 complessi ecclesiastici presenti lungo la costa e sulle isole dell’Adriatico Orientale. Nella mostra si possono osservare manoscritti che appartengono ad un periodo compreso tra il IV e il XII secolo. Durante quel periodo, ma anche nei secoli successivi, la parte della costa e delle isole dell’Adriatico orientale, erano meta di eremiti, istituzioni e antichi religiosi. Anche se i luoghi si trovavano lontani dalla civiltà, erano sempre collegati da molti flussi commerciali e culturali. Vennero fondati monasteri con importanti laboratori artistici nei quali venivano copiati manoscritti religiosi preziosi per la cultura spirituale. I monasteri erano veri fari culturali perché, anche se isolati, erano costruiti in punti chiave di centri importanti della comunicazione sulle vie dell’acqua del Mediterraneo. I monasteri, che sorgevano sulle coste e sulle isole della Dalmazia nonché dell’Istria, erano punto d’incontro tra l’antico Oriente e l’Occidente. La mostra offre anche una visione su una parte della storia meno nota al grande pubblico che riguarda l’epoca di San Girolamo, il periodo del primo cristianesimo, l’arrivo nelle isole e sulle coste orientali dell’Adriatico dei primi eremiti e dell’arrivo nelle aree costiere e insulari dell’ordine dei benedettini, i quali hanno avuto un forte ruolo culturale e politico nella vita sociale attraverso i secoli. La mostra è stata organizzata grazie ad un progetto internazionale chiamato “Monacolore” che riguarda la stretta e attiva collaborazione di otto importanti istituzioni croate e francesi: il Museo archeologico di Spalato, il Museo dei monumenti archeologici croati di Spalato, l’Agence nationale de la recherche (ANR), le Centre national de la recherche scientifique, l’École française de Rome, UMR Chrono-environnement, UMR Arthesis e UMR Hisoma. La mostra documenta anche il risultato di molti anni di lavoro e ricerca archeologica dell’archeologa e curatrice della mostra, Nikolina Uroda, che ha concentrato le sue ricerche sugli eremi e i complessi monastici nelle aree della Dalmazia centrale, di Morana Čaušević-Bully, curatrice della mostra e di Sebastien Bully che hanno dedicato le loro ricerche nei complessi monastici nelle aree dell’Adriatico settentrionale. L’allestimento della mostra è stato organizzato da Jerko Rošin e Dijana Rošin, mentre l’identità visuale è stata ideata da Stjepko Rošin. I visitatori possono immergersi in una nuova e originale prospettiva religiosa culturale dell’Adriatico orientale fino al 6 giugno prossimo, data di chiusura della mostra.

Opere preziose risalenti al XII secolo.
Foto: DAMIANO COSIMO D’AMBRA
Foto: DAMIANO COSIMO D’AMBRA
Alcuni anelli rinvenuti nei monasteri dell’Adriatico Orientale.
Foto: DAMIANO COSIMO D’AMBRA

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