INTERVISTA Noemi Dessardo & Ana Marija Brđanović: «I commenti dei bambini sono un’esperienza stupenda»

Noemi Dessardo e Ana Marija Brđanović raccontano il loro impegno svolto all'interno del Teatro giovani «Kamov», operante in seno al TNC «Ivan de Zajc» di Fiume

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INTERVISTA Noemi Dessardo & Ana Marija Brđanović: «I commenti dei bambini sono un’esperienza stupenda»
Ana Marija Brđanović e Noemi Dessardo. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

La connazionale Noemi Dessardo e Ana Marija Brđanović sono due giovani e versatili professioniste del teatro, che il pubblico fiumano ha già avuto modo di vedere in scena al Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc”. Il loro lavoro in ambito teatrale, però, non si limita a solo uno dei tanti mestieri delle arti sceniche. Noemi, laureata magistrale in Discipline della Musica e del Teatro all’Università degli Studi di Bologna e Maestro di Danza qualificato presso l’International Dance Association con sede a Ravenna, è attualmente impiegata come produttrice esecutiva del Dramma Italiano dello “Zajc”. Tuttavia, oltre a occuparsi delle fasi di produzione della compagnia italiana, lavora anche come direttrice di scena, assistente alla regia e interprete negli spettacoli di danza prodotti dal Teatro. Ana Marija ha invece conseguito la laurea in Recitazione presso l’Accademia di Arti applicate di Fiume (nella classe di Rade Šerbedžija e Lenka Udovički), dove qualche anno fa, insieme a Sendi Bakotić, Vanda Velagić e Anja Sabol, ha fondato il Collettivo “Igralke”, una compagnia teatrale che in pochissimo tempo è riuscita a portare nel panorama artistico-culturale fiumano un teatro sociale di altissima qualità, pregno di attivismo e senso di responsabilità civile – basta ricordare il successo di spettacoli quali “Bakice” (Vecchiette) e “Crna vuna” (Lana nera). Al momento, è attrice del Dramma Croato dello “Zajc” e recita anche in messinscene firmate dal DI, lavorando pure come assistente alla regia. Tra i vari impegni di Noemi e Ana Marija vi è anche quello di collaboratrici per la recitazione (Ana Marija) e per il movimento scenico (Noemi) allo spettacolo “Dvije tisuće četiristo sedamdeset sekundi” (Duemila quattrocentosettanta secondi) del Teatro giovani “Kamov” (in seno al TNC di Fiume), che lo scorso novembre ha avuto la sua première fiumana. Abbiamo incontrato le due artiste per parlare della loro esperienza nel lavoro con i bambini.

Avete collaborato alla messinscena di “Duemila quattrocentosettanta secondi” come collaboratrici per la recitazione e per il movimento scenico. In che cosa consisteva il vostro apporto?
Ana Marija: “Il mio contributo era soprattutto quello di fornire consigli ai ragazzi dal punto di vista della recitazione. Individuavo le difficoltà che avevano nella costruzione della parte e cercavo di aiutarli a raggiungere nel modo più efficace possibile ciò che avevano il compito di esprimere. Anch’io frequentavo corsi di teatro durante gli anni delle elementari e ricordo bene quanto possa essere difficile comprendere davvero ciò che la parte richiede. O per meglio dire, anche se capisci, in teoria, come dovresti comportarti in scena, a volte semplicemente non sai come arrivarci. Ho cercato di dare il mio meglio per aiutare i partecipanti del ‘Kamov’ e mi auguro di esserci riuscita”.
Noemi: “Il mio ruolo era invece quello di lavorare sul movimento scenico dei ragazzi. Nella prima fase, quando si pensava di portare in scena un pezzo che parlasse dei mestieri teatrali, a ciascuno dei partecipanti era stato assegnato un ruolo specifico, come ad esempio quello del drammaturgo, del regista, dello scenografo ecc., e quindi io li aiutavo a capire come questi diversi mestieri si muovono in scena. I ragazzi del ‘Kamov’ sono davvero meravigliosi. Li ho conosciuti tre anni fa e in questo periodo li ho visti crescere tantissimo. Si sono trasformati sia dal punto di vista fisico, sia da quello intellettuale. Sono delle giovani persone, assai sveglie e creative. Per loro, il teatro è uno dei tanti modi in cui si esprimono. È stato bellissimo vederli svilupparsi. Hanno capito l’importanza della preparazione fisica dell’attore e si sono resi conto del ruolo del corpo nella recitazione, che a volte è più importante della pronuncia del testo”.

Oltre alle tecniche di recitazione, quali conoscenze vengono acquisite attraverso questi tipi di esperienze?
Noemi: “Il lavoro sul movimento non è necessario solamente nel caso della preparazione di un ruolo teatrale, come avevo spiegato ai ragazzi, bensì torna utile anche in tantissime altre situazioni. Studiare il movimento in scena non significa imparare a eseguire delle coreografie di danza. Allo stesso modo, il corso di recitazione in sé ti fornisce degli strumenti necessari per affrontare certe situazioni nella vita, come quando ti trovi a dover tenere discorsi di fronte a degli sconosciuti o davanti a grandi gruppi di persone”.

Come vi siete trovate nel ruolo di mentori?
Ana Marija: “Devo ammettere che per me si tratta di una posizione un po’ scomoda. Non mi piace dover esercitare autorità sugli altri e a volte faccio fatica a gestire i ragazzi. È vero però che il senso di orgoglio che provo vedendo in scena questi piccoli attori alle prime armi è incomparabile. Vederli gioire per aver interpretato bene la loro parte è bellissimo e appagante”.
Noemi: “A me piace tantissimo farmi coinvolgere dall’energia dei ragazzi, entrare nel loro mondo, divertirmi insieme a loro. Cerco di mantenere comunque l’autorità, ma amo giocare insieme ai bambini. Un altro aspetto importante credo riguardi la capacità di trovare la giusta misura tra la serietà e il divertimento e, per farlo, è necessario svolgere gli esercizi insieme ai partecipanti, in modo da individuare anche i loro limiti”.

Vi piace recitare in spettacoli per bambini?
Ana Marija: “Per me il teatro ragazzi è sicuramente tra le esperienze che amo di più. Il pubblico dei più piccoli ti fa sempre sapere se gli piace o meno lo spettacolo, senza mezzi termini. Quando ti trovi a recitare per i bambini, devi essere totalmente presente in scena, devi dedicarti completamente al ruolo, senza automatismi. I più piccoli partecipano attivamente a ciò che accade in scena e commentano a voce alta ed è sempre un’esperienza stupenda”.
Noemi: “Per ‘Il flauto magico’ abbiamo dovuto ripensare i momenti di interazione con il pubblico perché i bambini si sono rivelati più svegli di quanto ci aspettavamo. È praticamente impossibile ‘imbrogliarli’”.

Qual è, a vostro avviso, l’aspetto più accattivante di uno spettacolo per un bambino?
Ana Marija: “Ho notato che i ragazzi reagiscono e riconoscono molto bene le emozioni dei personaggi in scena, ma ciò che amano di più sono sicuramente le commedie e le gag degli attori”.
Noemi: “Da quello che ho potuto osservare, direi che i bambini si interessano e partecipano di più a quegli spettacoli che gli vengono illustrati prima della rappresentazione in sé. Più informazioni hanno a disposizione prima di vedere uno spettacolo e più si divertono ad assistervi. Dall’altro lato, dopo averci conosciute, vengono a vedere i nostri spettacoli soprattutto per vedere il nostro lavoro in scena e poi ci riferiscono le loro sincere impressioni. Vedendo i loro mentori recitare, i ragazzi si interessano ancora di più allo spettacolo”.

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