INTERVISTA Gian Luca Borghese. Il fascino incomparabile della condivisione del patrimonio culturale italo-croato

A fine anno analizziamo assieme al direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Zagabria i risultati dei numerosi eventi presentati nel 2022 a livello nazionale. In una lunga intervista il responsabile spiega l'importanza dell'eredità che sta alla base della collaborazione tra i due Paesi

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INTERVISTA Gian Luca Borghese. Il fascino incomparabile della condivisione del patrimonio culturale italo-croato
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

L’Istituto Italiano di Cultura di Zagabria, organismo ufficiale dello Stato italiano, ha come obiettivo la promozione e la diffusione della lingua e della cultura italiane in Croazia organizzando tutti gli eventi culturali che favoriscono la circolazione di idee, arti e scienze.

Fondato nel 1942 dall’allora Ministro del Dicastero della Cultura Bottai, in un edificio stile Bauhaus in piazza Jelačić a Zagabria, l’IIC venne chiuso durante la Seconda guerra mondiale e riaperto nel 1973 con la denominazione di Centro Culturale Italiano in Via Opatovina 41, nella Città alta. All’epoca fungeva da filiale dell’Istituto di Cultura di Belgrado. Tale rimase fino al 1991, anno in cui divenne sede autonoma. L’ente oggi ha sede in via Preobraženska 4, a due passi dall’Ilica e da piazza dei Fiori ed è diretto da Gian Luca Borghese, originario di Roma, laureato in Scienze politiche e Storia medievale all’Università degli Studi La Sapienza di Roma, con un dottorato di Ricerca in Storia medievale conseguito all’Università degli Studi di Torino. Borghese ricopre il ruolo di direttore di questa prestigiosa istituzione dall’agosto 2021, anno in cui lasciò l’IIC di Budapest per essere trasferito appunto a Zagabria. In una lunga intervista, concessaci tra un impegno e l’altro, Gian Luca Borghese spiega l’importanza della cooperazione culturale italo-croata destinata a grandi successi. Il tutto soffermandosi sui programmi realizzati durante il suo mandato in collaborazione con numerosi enti e istituzioni della CNI e non solo e anticipando alcuni eventi dell’anno che sta per iniziare.

L’Istituto Italiano di Cultura di Zagabria è paragonabile a un’antenna le cui onde trasmettono sul territorio croato la complessa realtà culturale italiana. Il suo continuo operare nel tempo ha permeato il territorio di preziosi stimoli e influenze. Nell’estate del 2021 le redini dell’IIC sono passate nelle sue mani. Quali i progetti e le risorse su cui poter contare?
“La sua domanda è molto ben formulata e contiene già in sé alcuni spunti per la risposta: l’IIC di Zagabria, grazie alla sua lunga e attiva presenza sul territorio, ha la possibilità di sviluppare progetti di promozione culturale e linguistica in collaborazione con enti e istituzioni croati, spesso nel quadro di eventi e iniziative come Festival di musica o rassegne cinematografiche ai quali siamo tradizionalmente presenti. Con ciò intendo dire che la collaborazione con le istituzioni locali non solo offre l’occasione e gli spazi per tenere un concerto o allestire una mostra, ma favorisce e rafforza il dialogo e la reciproca comprensione e può anche in parte ispirare la scelta dei progetti e delle iniziative che l’IIC intende realizzare. Nella concezione più avanzata di cosa significa la promozione culturale si è superato infatti l’approccio che in inglese viene indicato come ‘showcasing’, cioè il mettere semplicemente in vetrina ciò che si vuole mostrare, in favore di un approccio che tiene scrupolosamente conto del contesto nel quale e per il quale si fa promozione culturale, un contesto che può offrire un valore aggiunto al progetto in sé. Penso per esempio all’importante mostra di arti applicate proveniente dal museo di Palazzo Madama a Torino che inaugureremo il 2 marzo nello splendido museo del Palazzo del Provveditore a Zara: è chiaro che in questo caso tra il contenuto della mostra e il luogo che la ospita ci sono una sintonia e un dialogo che danno voce anche alla storia e alle caratteristiche dello spazio espositivo prescelto, che è giustamente un motivo di orgoglio per la città di Zara”.

Un interesse per la lingua molto diffuso
Qual è il livello di promozione della lingua e della cultura italiane in Croazia e qual è invece il feedback; in che misura queste vengono accettate dal pubblico?
“Dobbiamo partire dal dato di fatto per cui, grazie alla rete scolastica e universitaria croata, dove l’italiano si studia ad ogni livello, la promozione della conoscenza della lingua italiana è sviluppata e intensa: l’italiano è la terza lingua straniera maggiormente studiata in Croazia, dopo l’inglese e il tedesco, esistono molte scuole con sezioni bilingui, cinque Dipartimenti di Italianistica presso altrettante Università presenti nel Paese, tre lettorati d’italiano sostenuti dal Ministero italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Da questo punto di vista l’IIC di Zagabria si trova dunque ad operare in un contesto decisamente favorevole e lo fa avvalendosi della collaborazione di quelle istituzioni, come i Dipartimenti di Italianistica citati, che con le loro iniziative promuovono non solo linguisticamente ma anche culturalmente l’Italia, come si è visto recentemente nel corso della XXII Settimana della lingua italiana nel mondo, durante la quale diverse istituzioni scolastiche e universitarie hanno organizzato dei programmi di promozione linguistica e culturale di altissimo livello. Più in generale, l’interesse per la lingua e la cultura italiane è molto diffuso e radicato in Croazia, il patrimonio artistico e culturale, ma anche lo stile di vita che esse veicolano e rappresentano, esercitano un fascino incomparabile”.

In Croazia c’è una robusta struttura di Italianistica. Qual è il rapporto instaurato con i Dipartimenti di Zagabria, Fiume, Pola, Zara e Spalato?
“È naturalmente improntato ad una stretta collaborazione e reciproco sostegno. Ciò in considerazione del fatto che l’IIC sostiene e condivide il loro mandato di insegnamento della lingua e cultura italiane a livello accademico e nei Dipartimenti di Italianistica delle Università croate si formano generazioni di studenti che costituiranno poi nella loro vita adulta un pubblico qualificato per le iniziative culturali dell’IIC e saranno, a loro volta, ambasciatori della lingua e della cultura italiane in Croazia e ovunque. Anche per questo, i programmi di promozione linguistica per la Settimana della lingua italiana nel mondo – già menzionata, a cadenza annuale la terza settimana del mese di ottobre – vengono organizzati in stretta collaborazione all’interno di uno speciale Comitato di promozione della lingua italiana in Croazia di cui fanno parte i Dipartimenti, l’IIC di Zagabria e altre istituzioni”.

L’italiano – un organismo vivo
Di recente ha partecipato al Corso di aggiornamento “L’italianistica contemporanea: lingua, comunicazione e cultura italiana”, dedicato agli insegnanti di italiano L2/LS e ai maestri primari, tenutosi alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume. Dati gli sviluppi a livello globale delle discipline scientifiche e umanistiche, anche la concezione dell’attività didattica deve necessariamente essere revisionata e rinnovata in coerenza con le scoperte delle ricerche contemporanee. È questa la tesi che soggiace agli sforzi del Dipartimento di Italianistica che da quasi un decennio promuove il Corso di aggiornamento che vede la partecipazione di docenti e studiosi internazionali. Perché è importante acquisire nuove conoscenze in diversi campi dell’italianistica e dell’attività didattica?
“L’importanza dell’aggiornamento nei diversi settori dell’italianistica e nella didattica delle lingua scaturisce innanzitutto dalla semplice considerazione che la lingua italiana, essendo viva e parlata da milioni di italofoni in Italia e nel mondo, evolve e si trasforma, benché abbia dimostrato nei secoli un’incomparabile capacità di conservazione del suo lessico e delle sue strutture, i quali non vengono stravolti dall’evoluzione linguistica, ma piuttosto arricchiti. Questo è il motivo per cui un italofono oggi può leggere una pagina della Divina Commedia e capirne senza difficoltà buona parte del contenuto, perché le parole ivi utilizzate, sebbene vecchie di oltre settecento anni, sono ancora vive. Poi naturalmente ad evolvere è anche la metodologia della glottodidattica, della sociolinguistica, più in generale la nostra stessa percezione della lingua e delle sue possibilità di insegnamento, per cui è piuttosto evidente la necessità dell’aggiornamento in questo settore”.

Come accennato poc’anzi da lei stesso, anche quest’anno l’IIC ha aderito all’organizzazione della Settimana della lingua italiana nel mondo con una serie di eventi tenutisi a Fiume, Pola, Rovigno, Spalato e Zagabria. Inoltre, presso la sede della capitale aveva avuto luogo la cerimonia di premiazione dei vincitori del concorso “XXII Settimana della lingua italiana. L’italiano e i giovani”, aperto agli studenti delle scuole e delle Università. Quali sono i risultati della XXII edizione della Settimana? La manifestazione ha portato a delle novità nel capo sociolinguistico?
“Dal punto di vista dei contenuti, considerato che nell’ambito della Settimana uno spazio privilegiato è stato riservato al ricordo di Pier Paolo Pasolini per via dell’anniversario della sua nascita (1922-2022), devo dire che mi sembra importante sottolineare come l’opera dello scrittore, poeta e cineasta, sulla quale abbiamo avuto occasione di ragionare insieme a studiosi, artisti ed interpreti, riscuota presso le giovani generazioni di studenti molto interesse. In particolare i ragazzi mostrano una peculiare capacità di reinterpretazione dei contenuti pasoliniani alla luce del contesto attuale, in un certo senso rinnovandone il messaggio per una società che in cinquant’anni ha sviluppato quei cambiamenti che P.P. Pasolini aveva potuto osservare in embrione o solo prefigurato. Quanto all’annuale ‘Concorso Settimana della lingua italiana’, istituito dall’IIC nel 2021 e aperto agli studenti delle scuole e Università croate dove l’italiano è materia di studio, quest’anno esso ha registrato una massiccia partecipazione da parte degli studenti, che hanno dato ottima prova di sé, per cui non è stato semplice selezionare i vincitori e vi sono stati diversi studenti premiati che provengono da regioni della Croazia, come la Slavonia, dove lo studio dell’italiano è meno diffuso e non può contare sulla presenza presso l’Università di un Dipartimento di Italianistica”.

Promozione del marchio culturale italiano
L’IIC dedica particolare attenzione alla promozione del “Made in Italy”. Nell’ambito della Giornata italiana del Design 2022 in Croazia, avete preso parte all’organizzazione della mostra “La grande bellezza – attraverso il design italiano dell’automobile”, presentata nelle città di Abbazia, Fiume e Zagabria. La mostra, nata dalla collaborazione tra l’Ambasciata d’Italia a Zagabria, il Consolato Generale d’Italia a Fiume e il MAUTO – Museo Nazionale dell’automobile, ha avuto l’obiettivo di consolidare i legami con l’Italia.
“Il ‘Made in Italy’, nella sua versione più autentica, altro non è che arte applicata contemporanea, laddove la cultura artistica e l’esperienza artigianale incontrano la capacità produttiva industriale per offrire al pubblico un prodotto che ha, appunto, un distinto marchio culturale italiano. Per questo l’IIC ha promosso e promuove iniziative a favore del design e del ‘Made in Italy’ italiani attraverso l’organizzazione di mostre, seminari, laboratori, conferenze e così facendo tra l’altro aderisce all’iniziativa già lanciata dal MAECI con l’istituzione, ormai diversi anni fa, della Giornata del Design italiano”.

L’arte e la cultura possono essere definite punti di forza della collaborazione e dei rapporti con il Belpaese?
“Sarebbe molto difficile argomentare il contrario e per far ciò faremmo torto alla Storia. La spiegazione infatti è abbastanza semplice, nel corso del tempo, dei secoli, l’arte e la cultura hanno rappresentato il principale contenuto, il movente dei rapporti italo-croati per cui in Croazia si è letto in italiano poesia e prosa, mentre in Italia artisti croati hanno lavorato e prodotto opere meravigliose e brillanti studenti croati, futuri raffinati intellettuali del loro Paese, hanno frequentato le Università della Penisola. Ciò ha condotto alla condivisione di un’eredità e di un patrimonio culturale che giustamente e direi anche fortunatamente rappresenta l’origine e la forza della collaborazione nei rapporti italo-croati”.

Il fumetto italiano nel contesto croato
In occasione del 35.esimo anniversario dell’edizione croata di Dylan Dog, all’IIC era stata celebrata l’importante ricorrenza con l’inaugurazione della mostra di venti illustrazioni, tavole e copertine di importanti pubblicazioni croate di quest’amatissimo fumetto horror. La cerimonia d’inaugurazione era stata arricchita dalla presenza del disegnatore di Dylan Dog, Fabio Celoni. Dylan Dog in Italia e Dylan Dog in Croazia. Come viene visto l’investigatore dell’incubo nei due Paesi?
“Credo che i suoi lettori da una parte e dall’altra dell’Adriatico lo vedano allo stesso modo, ossia un personaggio che conserva una sua profonda umanità pur dovendosi costantemente confrontare con il sovrumano e il soprannaturale, un fragile anti-eroe guidato da buoni sentimenti nel quale possiamo/vogliamo volentieri identificarci, al netto del contesto eccezionale in cui si trova, suo malgrado, ad agire”.

Sempre legato al tema del fumetto è anche il Festival “Comicator”, la cui prima edizione si era tenuta la scorsa primavera a Spalato. Il Festival della cultura del fumetto aveva visto la partecipazione di ospiti d’eccezione quali fumettisti, cartoonist e illustratori. Per l’occasione era stata allestita la mostra “Zagor a Spalato”. All’evento avevano preso parte i disegnatori Walter Venturi e Joevito Nuccio e lo sceneggiatore Moreno Burattini, factotum di ogni cosa zagoriana. “Comicator” avrà il suo prosieguo nel 2023?
“Il Festival ‘Comicator’ è tra quelle realtà istituzionali e culturali in Croazia alle quali l’IIC vuole partecipare per le ragioni già menzionate, in questo caso in particolare l’arte del fumetto italiano non troverebbe migliore cornice per essere presentata. ‘Comicator’ infatti, attraverso la preparazione dei suoi organizzatori e l’entusiasmo del suo pubblico, conferisce un valore aggiunto alla presentazione dei più popolari fumetti italiani in un contesto tutto croato. La nostra collaborazione senz’altro continuerà nel 2023”.

L’Olocausto – una tragedia universale
Un’altra ricorrenza che di anno in anno viene celebrata anche da parte delle istituzioni italiane in Croazia è il Giorno della Memoria. Per l’occasione l’IIC aveva organizzato una mostra per ricordare lo scrittore e intellettuale Primo Levi, superstite del campo di concentramento di Auschwitz, i cui scritti continuano tuttora a colpire per le vivide immagini che riescono a evocare. Dopo essere stata presentata nella capitale, la mostra “Primo Levi – Fumetto biografico”, aveva fatto tappa a Spalato. Il progetto espositivo che racconta la Shoah era stato realizzato a 35 anni dalla morte di uno dei più grandi intellettuali italiani del Novecento. Che cosa rappresenta la testimonianza delle atrocità del passato e perché dobbiamo tramandare il ricordo delle tragedie dei campi di concentramento alle nuove generazioni?
“Tutto dell’Olocausto deve essere sempre, sistematicamente, ricordato, un’atrocità eccezionale sotto tutti i punti di vista, nel numero delle vittime, nei mezzi ideati e impiegati per lo sterminio, nelle responsabilità diffuse e condivise per il mantenimento di un sistema di distruzione che, se fu imputabile ad un autore principale, ebbe anche infiniti e anonimi complici. Per l’annientamento del sentimento di umanità che l’Olocausto ha rappresentato, tutti noi, come esseri umani, dobbiamo considerarlo una tragedia universale. L’eccezionalità dell’Olocausto non deve però far pensare che una cosa simile non potrebbe ripetersi, per questo ricordare serve non solo a rispettare la memoria delle vittime, ma come antidoto per il futuro. Dall’Olocausto in poi sappiamo perfettamente di cosa, a certe condizioni, l’uomo è capace e nel mondo la storia successiva all’Olocausto annovera, tra guerre e genocidi, tragedie che ripropongono molte delle atrocità dell’Olocausto”.

Il cinema tra le due sponde dell’Adriatico
Passiamo alla cinematografia. Uno dei punti in comune tra il mercato dei fruitori dell’arte italiano e quello croato è indubbiamente l’interesse per il cinema. La cooperazione tra Italia e Croazia in ambito cinematografico per il tramite di coproduzioni ha già portato a una serie di film di successo, a dimostrazione delle potenzialità offerte dal settore. In questo campo l’IIC collabora con il Festival del cinema di Montona, il Festival del film di Pola e il Festival cinematografico di Zagabria (Zagreb Film Festival). Il cinema quale industria culturale?
“Il cinema è senz’altro una delle industrie più importanti tra quelle che oggi vengono indicate come ‘industrie culturali’ e poiché il cinema italiano ha già una lunga storia e in diversi periodi ha prodotto molti capolavori universalmente apprezzati, ci ritroviamo ad occupare un posto preminente alla testa di questa industria culturale nel mondo. Poiché si tratta appunto di un’industria, destinata a operare in un regime di concorrenza con altri colossi del settore dotati di mezzi smisurati (penso alle realtà oltreoceano…), il montaggio, la produzione, la postproduzione, la distribuzione sono fasi fondamentali, i professionisti che vi operano svolgono un ruolo imprescindibile e la Croazia ne conta di eccellenti tra di essi, per questo la cooperazione italo-croata non solo è assai opportuna, ma anche destinata a grandi successi”.

Di recente il pubblico di Zagabria, Fiume e Umago, per quanto rigurada il primo, ha avuto occasione di vedere gli spettacoli “L’ultima estate. Falcone e Borsellino 30 anni dopo”, diretto da Chiara Callegari su testo di Claudio Fava e “Sani! Teatro fra parentesi”, di uno dei più grandi artisti del teatro italiano contemporaneo, Marco Paolini. Quali sono i brani che porterete in Croazia l’anno prossimo?
“Siamo appunto in fase di definizione del programma delle rappresentazioni teatrali, che potrà essere annunciato agli inizi di gennaio”.

L’IIC aveva celebrato le figure di Alida Valli nel centenario della sua nascita con la mostra “I 100 anni di Alida Valli – Sguardi” e quella di Gianni Rodari, con l’esposizione “Figure per Gianni Rodari. Eccellenze italiane”, sempre in occasione del centenario della nascita. Può anticipare il personaggio/i personaggi del 2023?
“Nel 2023 celebreremo il centenario della nascita di un grande scrittore, probabilmente il più grande del Novecento italiano, Italo Calvino. Avremo una lettura-concerto, uno spettacolo teatrale e una conferenza a lui dedicati”.

«Storie italiane»: un successo
Quest’anno l’IIC è entrato a far parte della grande storia del libro di Pola in uno degli eventi librari e culturali più attesi in Croazia. Il nuovo programma del Festival del libro e degli autori “Sa(n)jam knjige u Istri” (Fiera del libro in Istria) è stato denominato “Storie italiane”. Il programma multidisciplinare è stato pensato per celebrare lo straordinario eclettismo culturale di uno dei più apprezzati intellettuali del Novecento, Pier Paolo Pasolini. Qual è stato il successo della prima edizione del programma?
“Ho potuto constatare di persona il grande successo della prima edizione di ‘Storie italiane’ nell’ambito della Fiera del libro in Istria e a mio avviso esso è dovuto alla partecipazione al programma di artisti e musicisti di grande talento come Matija Ferlin e Davide Toffolo, che con il loro stesso eclettismo hanno reso omaggio alla figura di P. P. Pasolini cui hanno dedicato le loro performance, e di studiosi e scrittori come Marco Antonio Bazzocchi e Marta Barone, che hanno scritto e parlato di una storia e di una società italiana non più così recenti, eppure ancora ben presenti in una memoria collettiva che non vuole cedere alle rimozioni. ‘Storie italiane’ è un successo nel grande successo della Fiera, che ha un pubblico di tutte le età, vasto e curioso, in una parola, un pubblico meraviglioso. Ringrazio ancora una volta Magdalena Vodopija, direttrice della Fiera, per aver pensato e creato il programma ‘Storie italiane’ all’interno del Festival stesso”.

Quant’è popolare la cultura italiana nel mondo, o perlomeno in Ungheria e in particolare a Budapest, dove lei diresse l’IIC prima di venire a Zagabria?
“L’Ungheria è un Paese che nel corso della sua storia ha avuto stretti contatti con l’Italia, in particolare nel Rinascimento e nel Risorgimento, e guarda all’Italia con interesse e curiosità, in certi casi direi addirittura con affetto. La cultura italiana è molto apprezzata e l’italiano è studiato dappertutto nel Paese, con circa 14mila studenti nelle scuole e nelle Università”.

Come si trova nella capitale croata?
“Benissimo, amo Zagabria, città elegante e verde, ma sono contento del fatto che il mio lavoro mi dia l’opportunità di viaggiare in tutta la Croazia, che è bellissima”.

Un messaggio che vorrebbe lanciare ai nostri lettori al termine del 2022?
“Vorrei raggiungere ciascuno di essi con questo mio messaggio pieno di entusiasmo per cui coltivare la conoscenza della cultura italiana e apprezzare la lingua che la veicola e costituisce un’esperienza meravigliosa, da vivere insieme. L’IIC di Zagabria anche nel 2023 porterà dappertutto i suoi programmi per condividerla con il più vasto pubblico”.

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