Intervista al tenore Renzo Zulian

0
Intervista al tenore Renzo Zulian

SPALATO | Il tenore Renzo Zulian è stato ospite recentemente a Spalato, dove ha riscosso un grande successo di pubblico al Peristilio nel ruolo di Radames nell’opera verdiana di “Aida”. Abbiamo colto l’occasione per una breve intervista.

Quali sono le maggiori difficoltà dal punto di vista vocale per un tenore quando si affronta il ruolo di Radames?

“La difficoltà maggiore è cantare subito la prima aria “Celeste Aida”, che si presenta a pochi minuti dell’inizio dell’opera. Per questo occorre riscaldare molto bene la voce già prima dell’inizio dell’opera. Occorre distribuire il dispendio delle energie vocali in maniera molto equilibrata, altrimenti si corre il rischio di non arrivare vocalmente in buone condizioni alla fine dell’opera. Un’altra difficoltà è cantar bene insieme al soprano il si bemolle nel duetto finale”.

Che cosa si prova a cantare questi importanti ruoli verdiani o di altri grandi compositori lirici?

“Si provano delle sensazioni enormi, difficili da descrivere. Le emozioni che danno all’esecutore, ad esempio, i personaggi Manrico o Kalaf sono davvero grandissime”.

Quali sono i ruoli che preferisce eseguire?

“In genere tutti sono molto importanti; adesso mi piace Radames, domani sarà il personaggio che interpreterò nella prossima opera”.

Che cosa pensa di Spalato e del luogo in cui si è esibito?

“È una sensazione molto strana cantare in questo bellissimo luogo, che in pratica sembra in una dimensione senza tempo. Inoltre, lo spazio del Peristilio ha una dimensione per il pubblico molto ‘umana’: i cantanti sono udibili senza uso dei microfoni e non c’è grande distanza tra esecutori e ascoltatori”.

Com’è stata la collaborazione con la direttrice d’orchestra Gianna Fratta e con il resto del cast?

“Molto positiva: è la prima volta che collaboro con lei in questa produzione. È molto precisa nel gesto e nella direzione, ma allo stesso tempo segue molto i cantanti e lascia a loro spazio per la loro esecuzione grande energia e simpatia. E poi, devo dire la verità, ho incontrato grandi professionisti, che sono diventati in breve tempo nuovi amici”.

Che cosa ne pensa della regia?

“La regia, la scenografia e i costumi molto classici hanno contribuito e sono stati di grande stimolo a farci entrare nel ruolo e interpretare vocalmente i personaggi dell’opera verdiana. Mi sono trovato molto a mio agio a espandere la mia vocalità con la mia tecnica vocale adatta più per gli spazi aperti, tramandata a me dal mio maestro di canto Franco Corelli”.

I prossimi impegni dopo Spalato?

“Dunque, andrò in Corea a cantare ‘Tosca’, poi dei recitals, in seguito ‘Turandot’ a Zagabria in settembre e in ottobre a Lubiana; Aida e Turandot anche a gennaio, mentre a Maribor ‘Andrea Cheniér’ al Teatro che fu il mio debutto estero negli anni scorsi. Colgo l’occasione per salutare il soprano Rebeka Lokar, perché in questi ultimi tre anni abbiamo collaborato molto in diverse opere”.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display