Il vetro nella quotidianità degli antichi Romani

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Il vetro nella quotidianità degli antichi Romani
Le opere esposte in vetrina. Foto: DAMIANO COSIMO D’AMBRA

Presso la Galleria “Emanuel Vidović” di Spalato è in corso una mostra affascinante in cui il visitatore può osservare alcuni esemplari in vetro che hanno circa l’età di due millenni. La mostra è intitolata “Fratture del tempo” (Frakture vremena) e per la prima volta viene presentata nella città dalmata dopo essere stata proposta lo scorso marzo presso il Museo del vetro antico di Zara. L’autore della mostra è Šime Perović che è anche autore del catalogo insieme a Ivana Matković, conservatrice-restauratrice del Museo del vetro antico di Zara e Ivana Zrinka Bajić Franković, conservatrice-restauratrice senior del Museo archeologico di Spalato.

Opere restaurate
La mostra è stata organizzata in collaborazione con il Museo archeologico di Spalato e il Museo del vetro antico di Zara. L’esposizione propone una selezione di vetri antichi appartenenti al periodo del Tardoantico e presenti nei Musei archeologici di Spalato, Zara, Sebenico, Osijek e del Museo archeologico dell’Istria di Pola. Questi oggetti in vetro sono stai restaurati dal laboratorio di restauro MAS e sono divisi nella mostra in due gruppi. Il primo gruppo è costituito da una selezione di oggetti in vetro appartenenti al periodo del primo Impero romano. Questi oggetti fanno parte della collezione romano-provinciale e sono tipologicamente diversi tra loro. Le opere sono state restaurate e sono state oggetto di studio per la tesi di dottorato intitolata “Vetreria paleoromana saloniana e tiluriana nel contesto dei reperti della zona della Dalmazia” di Z. Buljević. Gli oggetti sono stati restaurati anche per essere presentati alla mostra in corso.

Ciotole, bottiglie e vasi
Il secondo gruppo degli oggetti presenta vetri colorati creati in età romana con tecniche vetraie, molto particolari e complesse. Questi oggetti presentano creazioni in vetro mosaico e con fusione e finitura con tecniche a freddo. La mostra presenta esemplari molto interessanti dal punto di vista storico ed archeologico in cui sono stati ritrovati. Nella mostra il visitatore può osservare oggetti unici, creati nella lavorazione antica vetraia, come un interessante balsamario a forma di uccello o ciotole colorate o bottiglie trasparenti decorate con lavorazioni floreali.

Diverse le tecniche di lavorazione
Uno degli obiettivi della mostra è anche far conoscere al visitatore le tecniche di pulitura, restauro con materiali che si usano per la ricomposizione di parti mancanti, come nel caso del balsamario a forma di uccello e di due balsamari di colore blu.
Molti oggetti vengono ricomposti in parti mancanti con protesi che servono a ridare stabilità all’oggetto o ausili e forme mancanti all’oggetto e ricomposti in vetro borosilicato e fissati con un legante epossidico bicomponente.
Tra gli oggetti più attraenti nella mostra spiccano nella loro bellezza il balsamario a forma di uccello, una bottiglietta piccola color bluastro con striature di giallo e verde sul dorso e una ciotola in vetro verde scuro a forma di barca risalente al I sec. d.C.. La mostra dunque è anche molto interessante per il visitatore in cui può vedere anche nella copia esposta la forma con le caratteristiche visive originali dell’oggetto insieme a tutte le tecniche di riproduzione degli oggetti con materiali sintetici.
L’esposizione è aperta fino al 1mo dicembre 2024.

Vasi di colore celeste e blu.
Foto: DAMIANO COSIMO D’AMBRA

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