
Nell’affascinante cornice dell’atrio dell’Università Popolare Aperta di Buie, sabato sera è andato in scena “Il Treno dei Fantasmi”, uno spettacolo suggestivo e ricco di significato. La narrazione scenica, arricchita da intermezzi musicali, è stata basata sull’opera vincitrice del Concorso di arte e cultura “Istria Nobilissima” del 2022, bandito dall’Unione Italiana di Fiume. L’autore del testo è il connazionale Silvio Quarantotto, violinista e archeologo, la cui creatività ha saputo intrecciare con maestria elementi di storia, immaginazione e riflessione sui nostri tempi. Lo spettacolo, che ha fatto parte dei festeggiamenti per la giornata della Città di Buie, è stato reso possibile grazie al contributo della Regione Friuli Venezia Giulia nell’ambito delle attività legate a “GO!2025”, progetto che esplora i temi dei confini e della convivenza culturale. Un contesto ideale per un’opera che ha come fulcro la storica ferrovia Parenzana, un tempo collegamento vitale tra Trieste e Parenzo e oggi itinerario ciclopedonale della pace e dell’amicizia. La narrazione, condotta dallo stesso autore Silvio Quarantotto, che si è accompagnato pure al violino,ha portato il pubblico in un viaggio immaginario sulla Parenzana, una ferrovia che, sebbene scomparsa fisicamente, risorge dalle ceneri della storia grazie alla fantasia del protagonista. Questo viaggio, sospeso tra passato e presente, è diventato un’occasione per riflettere sulla condizione umana e su come la memoria storica possa essere un ponte tra le generazioni. Il testo, frutto di una sensibilità artistica e culturale profonda, combina l’amore per la storia con l’esigenza di dare un senso al presente.
Tra realtà e immaginazione
Silvio Quarantotto è un nome che, per molti, evoca una profonda passione per la musica, la letteratura, il teatro e che, come intellettuale, è stato capace di tradurre le complessità della vita umana in racconti avvincenti e riflessivi. La conferma è proprio questo spettacolo che ha avuto un impatto significativo, dimostrando la capacità dell’autore di fondere temi profondi con una struttura narrativa avvincente inizialmente e musicale poi. Una storia che affonda le sue radici in un universo sospeso tra realtà e immaginazione, dove i confini tra il mondo di oggi e di ieri si fanno sfumati in una trama che si sviluppa attorno a un treno che trasporta rimpianti, sogni e desideri. Un viaggio che porta a confrontarsi con i propri fantasmi, sia interiori che esteriori, dove la riflessione sul passato si mescola alla speranza di un futuro ancora da scrivere. “Il treno dei fantasmi” non è solo un mezzo di trasporto immaginario, ma un simbolo della nostalgia e del desiderio di riconciliazione con un passato che sembra sfuggire, ma che può essere recuperato attraverso l’arte e la cultura.
A intervallare la narrazione, i Maestri del Quintetto di Fiati “Arcobaleno” hanno eseguito una serie di brani con i quali è stato creato un dialogo profondo con il testo. Il quintetto, composto da Carlo Beltrami e Giacomo Vendrame alle trombe, Erik Žerjal al trombone, Federico Lamba al corno e Rok Vilhar alla tuba, ha offerto un’interpretazione musicale che ha reso ancora più suggestiva l’atmosfera dello spettacolo. Le melodie, a tratti evocative e a tratti intense, hanno accompagnato il pubblico in un percorso emotivo che ha arricchito la narrazione, rendendo il viaggio a bordo del “treno dei fantasmi” un’esperienza multisensoriale. La musica ha avuto il ruolo di “voce” dei fantasmi, evocando il passato e dando corpo alle emozioni suscitate dal racconto di Quarantotto.
Sinergia tra parole e musica
Lo spettacolo, che ha portato in scena l’essenza del racconto di Quarantotto, che esplora con delicatezza le fragilità umane, il dolore del distacco e la necessità di affrontare le proprie paure per poter andare avanti, è stato accolto con entusiasmo dal pubblico, rivelandosi una trasposizione fedele e al tempo stesso innovativa della sua opera. La serata, che ha saputo mantenere intatta la tensione emotiva del testo, amplificandola attraverso l’uso sapiente delle musiche e delle pause drammatiche, si inserisce in un contesto più ampio di riflessione sui confini, sia geografici che culturali. Il tema dei confini, al centro delle iniziative “GO!2025”, è stato qui esplorato attraverso una lente poetica e simbolica, che ha permesso al pubblico di riflettere su come la storia e la memoria possano influenzare il nostro presente.
Quindi, “Il Treno dei Fantasmi” non è stato solo uno spettacolo, ma un vero e proprio viaggio tra le pieghe della storia e dell’anima, reso possibile dalla straordinaria sinergia tra parola e musica. Un evento che ha saputo toccare le corde più profonde degli spettatori, offrendo uno spunto di riflessione universale. Silvio Quarantotto, con “Il treno dei fantasmi”, ha saputo creare un’opera che riesce a parlare a chiunque abbia mai sentito il peso del passato o l’ansia del futuro. La sua narrativa, arricchita dalla trasposizione teatrale, rimane un contributo significativo al panorama culturale italiano, capace di toccare corde profonde nell’animo umano in un viaggio che vale la pena intraprendere, sia come lettori che come spettatori, per scoprire un po’ di più su noi stessi e su ciò che ci lega al mondo.
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