Il Territorio libero di Trieste tra storia e frammenti di vita

Al Museo civico di Umago è stata inaugurata la mostra dedicata al periodo tra il 1947 e il 1954 ed è stato presentato l'ultimo libro del diplomatico Drago Kraljević

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Il Territorio libero di Trieste tra storia e frammenti di vita
L’autore Drago Kraljević

La fine della Seconda guerra mondiale diede il via a una rinascita graduale dell’Europa. Nonostante le sterminate montagne di macerie e la desolante distruzione, la conclusione del conflitto bellico permise a persone, popoli e nazioni di risollevarsi e ricominciare a scrivere il proprio futuro in un’ottica di pace e fratellanza. La vittoria degli alleati decretò però anche la necessità di ridisegnare i confini nazionali, soprattutto in quelle terre da sempre contestate tra più Stati. Ed è proprio ciò che avvenne nell’area compresa tra i fiumi Dragogna e Quieto. Con il Trattato di pace di Parigi, che sancì il passaggio alla Jugoslavia della maggior parte del territorio giuliano, fino ad allora solo giuridicamente appartenente all’Italia, si istituì il Territorio libero di Trieste (TLT), suddiviso in due zone amministrative. La Zona A, con Trieste, venne sottoposta all’amministrazione militare alleata. La Zona B, con il Buiese e il Capodistriano, toccò all’amministrazione jugoslava.

Pagine di storie riportate sui libri e studiate a scuola da generazioni e generazioni, spesso come se fossero eventi lontani nel tempo e nello spazio, ma è proprio così? Non per chi ha vissuto in questi territori e sente raccontarsi dai nonni o dai genitori di lasciapassare, confini, controlli della milizia, come avvenimenti quasi epici, di un passato ormai remoto. Ma quelle che furono macchinazioni decise a tavolino dai “potenti” della Terra, comportarono per i comuni mortali cambiamenti che ne rivoluzionarono la quotidianità. Consapevole di ciò, a 80 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale e a 70 anni dalla firma del Memorandum d’intesa di Londra, il Museo civico di Umago ha allestito la mostra “Frammenti di vita – TLT, Zona B 1947–1954”, a cura della direttrice dell’ente Biljana Bojić e della collega Barbara Cronobori, in collaborazione con l’Associazione degli antifascisti del Buiese e con la Biblioteca civica di Umago. All’inaugurazione dell’allestimento erano presenti pure il sindaco Vili Bassanese, la vicesindaca in quota CNI, Floriana Bassanese Radin e il vicesindaco Mauro Jurman.

Le curatrici della mostra, Biljana Bojić e Barbara Crnobori

Uno sguardo profondo
“Questa rassegna non rappresenta solo uno sguardo a un capitolo importante della storia europea, regionale e locale; è anche un richiamo a un pensiero più profondo per comprendere meglio il territorio in cui viviamo. Un territorio modellato da eventi e tempi burrascosi che seguirono il secondo conflitto bellico – ha commentato la direttrice Bojić –. Il Territorio libero di Trieste comprendeva l’area dell’attuale capoluogo giuliano, della costa slovena e dell’Istria nord-occidentale. Dal 1947 al 1954 questa zona era amministrata da uno statuto internazionale speciale, stabilito nell’ambito della giurisdizione italo-jugoslava”.
La curatrice ha poi proseguito sottolineando che: “La mostra davanti a voi è una finestra su quegli anni di incertezza politica, sulle tensioni diplomatiche, ma anche sui destini di persone comuni. Nel periodo in questione l’area che si estende da Trieste al fiume Quieto diventò una sorta di ‘terra di nessuno’, rimanendo però uno spazio reale nel quale continuavano a scorrere nostalgia, quotidianità, complessi sentimenti di appartenenza e storie di vita”.
Immagini, documenti, testi informativi, fogli di giornale dell’epoca, pagelle ingiallite offrono al visitatore un viaggio nel tempo tra l’esistenza semplice e allo stesso tempo complessa della gente di frontiera e la grande storia fatta di trattati e di accordi internazionali. Una rassegna diversa, anche per il modo in cui è nata, in maniera quasi spontanea, grazie alla collaborazione della cittadinanza, come ricordato dalla curatrice Barbara Crnobori. “Quando si è saputo che stavamo allestendo questa mostra le persone hanno iniziato a venire da noi, portando documenti e altre testimonianze che avevano nelle loro case, condividendo con il Museo i loro ricordi e le storie di famiglia. Questa collaborazione, non solo tra le istituzioni, ma anche con le persone, è stata preziosa e ci ha permesso di delineare un percorso ricco e dettagliato presente in ‘Frammenti di vita’. Ci tengo a ringraziare di cuore tutti coloro che ci hanno aiutato, anche donandoci del materiale di straordinario valore per la salvaguardia della nostra storia”.
Prima dell’apertura ufficiale della mostra il locale coro “Korona” ha intrattenuto i numerosi ospiti accorsi per l’occasione in piazza San Martino. In seguito due giovanotti dell’epoca, i connazionali Pino Degrassi e Silvano Pelizzon, hanno regalato al pubblico ricordi di quel tempo. Tra marachelle di bambini, idealismi, controlli di frontiera, ne è uscito un racconto divertente ma allo stesso tempo riflessivo di quella che era la vita ai tempi della divisione tra Zona A e Zona B.

Una foto di gruppo degli organizzatori della serata

Il focus della politica
Si è trattato di un evento ideale per presentare l’ultimo libro del diplomatico Drago Kraljević “Slobodni Teritorij Trsta u fokusu talijanske politike i diplomacije (1947. – 1954.) (Il Territorio libero di Trieste nel focus della politica e della diplomazia italiana (1947–1954)) edito dalla Biblioteca civica di Umago. Nel volume l’autore ripercorre gli anni cruciali del TLT non dal punto di vista storico, ma attraverso la documentazione del Ministero degli Affari Esteri italiano, tenendo presenti i personaggi politici della scena internazionale dell’epoca e il loro dialogo con i governi alleati, nell’ottica di delineare i confini nazionali tra l’Italia e la Jugoslavia.
Neven Ušumović, direttore della Biblioteca civica di Umago e curatore del libro, ha introdotto l’autore, sottolineando quanto siano importanti sia gli studi, sia la conoscenza della complessa storia dell’Istria nord-occidentale. A tratteggiare le dinamiche storico-politiche che dalla fine della Seconda guerra mondiale portarono prima alla costituzione del TLT, poi al Memorandum di Londra e infine al Trattato di Osimo, ripercorrendone i punti salienti è stato lo storico e giornalista del nostro quotidiano, Denis Visintin. Questa è stata un’occasione per introdurre i presenti in una panoramica storica ricordando gli attori e le dinamiche che si susseguirono in quegli anni cruciali.

Alcune copie del volume di Drago Kraljević

Confrontare le fonti
“L’idea del libro è nata in occasione del 70esimo anniversario dell’abolizione del TLT. La prima relazione l’ho fatta a Fiume alla Facoltà di Giurisprudenza; lì c’è una collaborazione internazionale nella quale sono inclusi anche i professori dell’Università di Trieste. In seguito ho rilasciato un’intervista a riguardo a Denis Visintin, proprio per ‘La voce del popolo’ e infine Neven Ušumović, direttore della Biblioteca civica di Umago, nonché redattore del volume, mi ha coinvolto in una tavola rotonda dedicata al 70esimo anniversario del Memorandum d’intesa. Ho accettato, poi il progetto man mano si è ingrandito e ne è uscito un libro”, ci ha spiegato l’autore Drago Kraljević.
Come il titolo stesso suggerisce non si tratta di un manuale storico, ma l’accento viene posto sulle relazioni politiche e diplomatiche che l’Italia intraprese in quegli anni cruciali con altre nazioni, quali la Jugoslavia, il Regno Unito e gli Stati Uniti d’America, tutte firmatarie del Memorandum del 1954. “Non sono uno storico, perciò ho voluto consultare un po’ le ultime pubblicazioni sull’argomento e poi le ho confrontate con le mie fonti. Questo volume non vuole essere un lavoro storico-scientifico su tutti gli aspetti del TLT, ma vuole offrire lo sguardo di Roma, in particolare della Farnesina, quindi il punto di vista è quello della diplomazia italiana. Confrontando le fonti con documenti una volta confidenziali, oggi resi accessibili al pubblico, siamo riusciti a dare alla luce una pubblicazione di 180 pagine circa – precisa Kraljević –. Al suo interno mi sembrava doveroso aggiungere una parte dedicata sul ruolo dell’Ufficio dei confini a capo di cui c’era Giulio Andreotti. Questo aspetto è importante perché da lì si vede come la politica italiana si includeva anche nella Zona B, quindi in modo quasi clandestino perché non ufficiale, per proteggere l’italianità e quella che in seguito sarebbe diventata la minoranza”.
Un lavoro importante, testimone di avvenimenti, accordi politici e diplomatici che hanno modellato per sempre la storia di questo territorio, influenzando il corso del tempo e le vite degli abitanti di queste terre.

Uno dei pannelli informativi della mostra

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