
Chi ben comincia è a metà dell’opera, tuttavia iniziare non basta. È la continuità, alias l’investimento in progetti a lungo termine, che genera e lascia raccogliere i frutti più veri e preziosi. La formula magica del teatro educativo o dell’educazione teatrale, messa a punto dall’attrice, regista e pedagoga teatrale Petra Blašković, colpisce ancora nel segno. Ha fatto centro ieri, nella Giornata di aggiornamento professionale per gli educatori presso le istituzioni prescolari della Comunità Nazionale Italiana, proponendo una vera e propria operazione di approfondimento del progetto generato e sviluppato nel corso dell’anno pedagogico 2023/24. Tutto era successo attraverso i laboratori dell’Appuntamento con la fantasia e il gran finale del Girotondo dell’amicizia, che aveva contribuito a convogliare e incontrare a Fasana 340 baldi ragazzini provenienti da tutte le scuole materne della CNI. Se l’anno scorso sono state gettate le basi di una didattica semplice altrettanto quanto efficace, gli spunti e le idee per offrire occasioni originali di apprendimento ludico-teatrale utile ai bambini sono accresciuti mediante strategie aggiuntive e autentiche modalità di lavoro da proporre e applicare con divertimento nei soggiorni prescolari.
Teatro, i trucchi del mestiere
I trucchi del mestiere teatrale, stavolta, sono stati esibiti nella sala polivalente della Comunità degli Italiani di Pola dando vita alla giornata progetto dedicata all’”Ambiente accogliente e l’arte come fattori educanti Acqua – Aria – Fuoco – Terra: elementi educanti della vita”. E questa volta è stato un appuntamento con la fantasia per una trentina di educatori da… educare alla libertà espressiva, alla licenza di creare costumi e di trasformarsi in personaggi, alla gioia di produrre esperienze fantastiche per trasmetterle con il proprio entusiasmo ai propri bambini attraverso una miriade di preziosi suggerimenti.
Lo definiremmo aggiornamento professionale ludico, tale da aver lasciato giocare proprio coloro che si sono perfezionati in un programma di didattica attraverso il gioco, quale unica proponibile per l’età prescolare in fase di sviluppo linguistico-cognitivo. L’allegra trasformazione in sala giochi formativi si deve a coloro che da anni realizzano e supportano con sinergia siffatti, tradizionali seminari: l’Agenzia per l’educazione e la formazione, l’Unione Italiana, l’Università degli studi di Pola – Facoltà di scienze della formazione, specificatamente la sua Sezione di studi in lingua italiana e la Società di studi e ricerche “Pietas Iulia”.
Una situazione specifica
Ed è per tale motivo che tutto è partito con i saluti e le preziose comunicazioni tecnico-organizzative fornite da Patrizia Pitacco, consulente superiore per la CNI presso l’Agenzia per l’educazione e la formazione, pure responsabile del Settore scolastico dell’Unione Italiana. La missione da avviare era quella di lavorare sul linguaggio, come segnalatoci dalla stessa consulente: “La richiesta costante soprattutto delle educatrici è: dateci e forniteci strumenti per sviluppare il linguaggio e lavorare con una fascia di bambini in fase di sviluppo del linguaggio, indipendentemente dalla lingua, mentre i nostri ragazzini si trovano in questa situazione specifica, messi a confronto con due lingue. Uno strumento, un media molto utile secondo me è il teatro. Abbiamo individuato in Petra Blašković la professionista tuttologa, molto versatile e ben compiaciuta di lavorare con questa fascia d’età. Considero che l’opportunità vada sfruttata al massimo e abbiamo pertanto collegato questo aggiornamento a incontro preparatorio e operativo per ulteriori attività da portare avanti nel corso dell’anno con il livello prescolare nell’ambito dell’Appuntamento con la fantasia e il Girotondo dell’amicizia”. Come sentito, è un qualcosa che dura e che vede un rafforzamento con il sostegno dell’Unione Italiana.
L’importanza della continuità
“Il più bello di questa giornata di oggi è costituito proprio dalla continuità del percorso già intrapreso”, parola di Petra Blaškovič, la factotum del seminario formativo, salutato con piacere anche da Snježana Nevia Močinić in rappresentanza della Facoltà di Scienze della Formazione, che prepara i futuri educatori, disposti a mettersi in gioco con la nostra realtà prescolare. “La cosa più bella per me – prosegue l’attrice pedagoga – è la consapevolezza di avere una continuità, di non partire sempre da capo, con dei progetti a breve termine. No. Ritengo che affinché le iniziative diano i propri risultati ci voglia tempo, e il fatto di avere degli educatori con me, a condividere lo stesso pensiero, la medesima direzione per quanto riguarda l’attività teatrale da applicare all’interno delle istituzioni educative è molto importante”.
Ieri ha trionfato la preferenza di Petra Blašković di generare magia dal nulla, di tornare a lavorare sempre con materiali molto a portata di mano (carta soprattutto, in particolare quella di giornale prima e dopo essere passata alla stampa), con cui proporre un’attività che ha svolto per più di 15 anni in Italia, sia nelle scuole materne che elementari e medie-superiori.

Foto: ARLETTA FONIO GRUBISA
La capacità simbolica
“Lavorando con un materiale ‘povero’ andiamo un attimo a ritroso per funzionare con la capacità simbolica del bambino nel creare il proprio giocattolo, un oggetto con il quale poi si inventano storie e giochi. Partiamo dall’esatto opposto delle cose preconfezionate e pre-condizionate che devono dare un certo risultato con l’evolversi della storia precostituita. No. In realtà sono i bambini che qui creano con le maestre i loro contenuti. L’anno scorso ci siamo basati sugli elementi base aria-acqua-fuoco-terra, oggi invece siamo andati a scoprire quali sono ancora le possibilità della carta facendo costumi, contenuti utilizzabili all’interno di una storia che prevede personaggi e non solo elementi della natura. Ci offre lo spunto per usare il corpo con la carta come pretesto che diventa un personaggio, mentre noi ci muoviamo con diverse qualità a seconda di quanto richiede il personaggio medesimo. Abbiamo la motricità fine per lavorare la carta e poi la psicomotricità che coinvolge emozioni, corpo e pensiero per creare questi personaggi che faranno parte della storia. Facciamo così filastrocche, canzoni, ritmi, danze tutto quello che in realtà è il teatro”.
Ovviamente, dulcis in fundo, tutto questo serve per applicare e arricchire il lessico. “È un obiettivo essenziale – conclude l’attrice – vista e considerata la problematica dell’italiano e della povertà linguistica ed espressiva sempre più pronunciata e incalzante, non solo nelle scuole italiane, ma in tutto un mondo di telefonini, messaggi da età della pietra e di emoticon. Questo in realtà ci interessa, come progetto da proporre per vie traverse, così come ci permette il teatro”.
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